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Mandatoriccio (Cosenza) - 07 - Parabola del fico che germoglia


di DON MICHELE ROMANO - Questa parabola di Gesù, riportata anche da Mc 12, 28-31 e Lc 21, 29-33 sul Regno di Dio, coinvolge la pianta del fico: come lo spuntare delle sue foglie, indica l'avvicinarsi dell'estate, così tutti gli avvenimenti della nostra vita, in una lettura escatologica, vanno visti in relazione alla realizzazione del Regno di Dio, certi che: "le sue parole non passeranno" (v 31). Nei testi biblici, "stare seduti sotto l'albero di fichi", è simbolo della pace messianica, che scaturisce dalla fedeltà all'Alleanza con Dio. I Rabbini, per trovare ristoro dall'arsura, trovavano miglior ristoro sotto l'ombra del Fico, assorti nello studio delle Scritture e nella meditazione (Vedi incontro di Natanaèle con Gesù - Gv 1, 48). Gesù invita anche noi a cogliere il significato di questa Parabola, guardando al ramo di fico che nel germoglio, diventa metafora del suo ritorno. Già all'inizio di questo cap 24, Matteo affronta il discorso escatologico, annunciando ai suoi discepoli: la distruzione del Tempio di Gerusalemme, le persecuzioni, e la venuta del Figlio dell'uomo: "Vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo"; "Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è vicino" (Mt 24, 24-30). Tutto questo, l'Evangelista lo scrive per incoraggiare le sue Comunità, che al loro interno stavano vivendo una ostile situazione storica, sociale, e religiosa. La venuta del Signore, anche se non immediata, che, tuttavia, avrebbe portato il Giudizio finale, aveva bisogno di questo tono apocalittico, di questo forte incoraggiamento, o meglio di questa sferzante esortazione alla vigilanza, e all'impegno nel bene: "Ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori" (Mt 24, 6). Il dolore è il passaggio necessario dal "vecchio al nuovo": negli eventi catastrofici annunciati, si intravede la fine del vecchio modo di intendere il rapporto con Dio, ovvero del mondo giudaico (Infatti Gesù, parla "di questa generazione" v 34a), col nuovo mondo, fondato sulla Parola di Gesù: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (v 35). Tutto ciò che è effimero, passa, ciò che rimane, è sempre e solo Dio. Solo il silenzio e la contemplazione, sono requisiti per ricevere la "rivelazione" dei misteri di Dio: il chiasso, la frenesia, e il pettegolezzo, non sono compatibili con la rivelazione Divina. Una vita Cristiana autentica, impegnata nella ricerca della Sapienza, deve essere caratterizzata da una Fede che sia "intelligenza dell'Anima", che sappia muoversi cioè, sulla linea tra finito ed infinito, in una continua adorazione contemplativa, ma che sa anche arrestarsi alle soglie del mistero! Gesù per mostrare ai suoi discepoli come debbano interpretare le Sue parole, utilizza questa immagine, tratta dalla natura e dalla cultura contadina: "Dalla pianta di fico imparate la Parabola". Il fico, come si sa, germoglia molto tardi in primavera, più tardi delle altre piante, il suo germogliare indica quindi che il tempo è maturo, perché venga l'estate. Allo stesso modo i "segni" indicati da Gesù, dovrebbero insegnarci che i tempi sono maturi per la venuta del Regno, un Regno che è sicuro che viene, ma che contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da un dire apocalittico, non ha, tuttavia, la caratteristica del "giorno del giudizio". Infatti: "Il Figlio dell'uomo (titolo tratto da Dan 7, 13-14), in Marco, a differenza di Matteo, non viene per condannare, ma per instaurare un tempo nuovo e definitivo, dove a governare saranno la Misericordia e la grazia! Ma ci chiediamo: "Quando avverrà questo?" A noi è dato solo di "vedere" le foglie del Fico, che preannunciano l'evento dell'estate, che è certo seguirà: "Quanto (poi) a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa" (v 36). Il Signore, pertanto, desidera solo la nostra "conversione", passare cioè, da una vita contrassegnata dall'egoismo e dall'indifferenza, ad una vita illuminata dall'Amore, diversamente, saremo come il fico "sterile" (Lc 13, 6-9). Dio ha tanta pazienza con noi, sa aspettare in silenzio, che noi si porti i frutti di opere buone, soprattutto perché "quel giorno, non ci piombi addosso improvviso" (Lc 21, 25-28). Segue...! A tutti, giunga l'Augurio, di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 11/10/2023

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