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Mandatoriccio (Cosenza) - Un SI che diventa NO e un NO che diventa SI


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa XXVI Domenica (A) del T.O., ci insegna una grande verità: nel regno di Dio contano i fatti, non le parole. I due figli della Parabola, rappresentano i "giusti" ed i "peccatori" (Mt
9, 13). C'è un detto Rabbinico molto bello, che recita così: i giusti promettono poco e fanno molto, gli empi parlano molto e non fanno nulla! Il "test" che Gesù pone, è la docilità o meno all'appello di Giovanni Battista: i pubblicani e le prostitute, che in un primo tempo avevano rifiutato la volontà del Padre, manifestata nella Legge, hanno poi creduto alla predicazione di Giovanni, e tramite lui, hanno scoperto la via della Salvezza nel Regno annunciato da Gesù; mentre i capi di Israele non lo ascoltarono e non gli credettero. Questo ci dice, che ognuno di noi è libero di rispondere a Dio "sì" o "no"! Dio vuole essere amato ed accolto da uomini liberi: non ci può essere amore vero, se non c'è la possibilità di rifiutare, sono le due facce della stessa medaglia. Per questo Dio sceglie di rispettare la nostra libertà e non ci usa violenza. Ma non dobbiamo dimenticare che le nostre scelte, hanno poi delle conseguenze: positive o negative! Oggi, questa libertà di scelta è sbandierata da tutte le parti, ma in tanti non vogliono assumersi alcuna responsabilità. una specie di "libertinaggio", ovvero, essere liberi senza che alcuno, uomo o Dio, ci chieda conto dell'uso (o dell'abuso) che facciamo della nostra libertà. Qui si nasconde il vero pericolo: quest' atteggiamento superficiale, è una pura illusione. Non possiamo pensare che solo gli altri hanno bisogno di cambiare. Spesso sentiamo dire: noi siamo già cristiani, non abbiamo alcun bisogno di tutto questo, ecc..., forse è il caso che ognuno di noi, si interroghi con semplicità e verità, di fronte al Signore: Rispondo "SÌ", a Dio? Ma in modo concreto, vero ed operativo? Così come chiediamo nel Padre Nostro, che Dio ci aiuti a fare sempre la sua volontà! Quante volte, invece, prigionieri delle nostre false sicurezze ed autosufficienze, rifiutiamo di convertirci, diventando ribelli alla volontà di Dio. E così si finisce col rassomigliare al secondo figlio, che in una adesione formale, dice "sì" all'appello del Padre, ma poi non va a lavorare nella vigna. È l'atteggiamento religioso di chi professa la fede, recita il Credo, sa a memoria le Verità rivelate, e tutti i Comandamenti, ma con la vita smentisce la sua Fede. La categoria invece, rappresentata dal primo figlio, che raffigura gli uomini e le donne, che inizialmente dicono di "no" (ladri, pubblicani, prostitute, disprezzati e condannati dai primi), ma che hanno avuto la gioia di incontrare Cristo sul loro cammino esistenziale, e si sono sentiti amati, ed hanno così convertito, il loro "no", in un autentico "sì". Dio è Amore, e desidera abbracciare tutti i figli perduti. Spesso, chi ha sperimentato il freddo... ed il vuoto, lontano dalla casa paterna, sa scoprire e gustare la gioia del rientro in famiglia, molto di più, di chi ci vive dentro, in modo abitudinario e superficiale. Dal no, dicevamo, han saputo passare al sì, un sì pieno alla volontà di Dio, che, per tutti noi, è la "conversione": "Ma poi si pentì, e ci andò" (v 29b). Il Vangelo e la storia della Chiesa, sono pieni di queste persone che, "pentiti", hanno assaporato la gioia del perdono e di una vita nuova: Matteo, Zaccheo, Maria Maddalena, ecc..., ma come sarebbe bello aggiungere... io... tu? Lasciamoci, pertanto, contagiare dalla consolazione e fiducia che ci ispira il brano Evangelico di oggi. Nessuno di noi, seppur peccatore, deve mai scoraggiarsi. Siamo tutti invitati ad accogliere questo "nuovo ordinamento" di Dio, che contrasta con il modo di vedere umano, e lo supera! Grazie per il paziente ascolto, e giunga a voi tutti, l'augurio di una santa e serena Domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 01/10/2023

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