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Mandatoriccio (Cosenza) - La Santa Messa - (Liturgia della Parola) - professione di fede; preghiera dei fedeli


di DON MICHELE ROMANO - Alla Parola di Dio proclamata, ascoltata, spiegata, applicata alla vita, e accolta come Dono di Dio in persona, segue sempre qualche istante di "Silenzio"! C'è da considerare, che queste "pause meditative", tra un momento e l'altro della Santa Messa, non devono essere vissute con disagio, perplessità, e/o incertezza..., come se stesse accadendo qualcosa di strano, o qualcuno si fosse dimenticato qualcosa di necessario, e vi stesse provvedendo. No! Assolutamente! Dopo l'Omelia del Celebrante, queste "pause", sono utilissime per l'interiorizzazione di quanto si sta vivendo, o di una parola che ha colpito particolarmente. La prima risposta dell'Assemblea al Signore, è, così, la proclamazione della nostra Fede:*Il CREDO*. Il suo significato profondo, è di esprimere l'assenso dell'Assemblea, alla Parola di Dio ascoltata, ricordando e rafforzando le Verità, in esso contenute. Nello stesso tempo, però, è anche un'esaltazione della nostra Fede, nel Dio Uno e Trino, che realizza la nostra Salvezza. A seconda del periodo Liturgico, o del tipo di Celebrazione, il Credo può essere espresso nella formula abituale del "Simbolo Niceno- Costantinopolitano", oppure in quella del "Simbolo Apostolico" (più breve), o ancora mediante la formula interrogativa delle "Promesse Battesimali", formula che favorisce il ricordo del nostro Battesimo, e, nel contempo, diventa invito alla "Rinnovazione" dello stesso. Conclude la Liturgia della Parola, la serie di *Preghiere dei Fedeli*, meglio conosciuta come "La Preghiera Universale". In questa "Preghiera", l'orizzonte dei Fedeli si amplia, e il popolo di Dio esercita la sua "funzione sacerdotale", per l'intera umanità, sulla linea dell'insegnamento Paolino: "Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere, e ringraziamenti per tutti gli uomini..., perché possano condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio" (1Tm 2, 1-3). Così, più che le intenzioni personali del singolo Orante, vengono accolte le domande a respiro universale dell'intera Chiesa e di tutta l'umanità. Naturalmente, occorre sottolineare, che le intenzioni proposte devono essere "sobrie", e formulate con una sapienza libertà, e con poche parole. Solitamente, vengono lette dai Foglietti ufficiali, distribuiti all'Assemblea, ma sarebbe tanto meglio (ed auspicabile), che venissero preparate dal Gruppo Liturgico Parrocchiale, o, a turno, dai vari Gruppi, Associazioni, o Movimenti, che pure ci sono in Parrocchia, perché devono tutti sentirsi "parte attiva", nell'animazione della Liturgia. Di norma, dovrebbe essere osservato questo seguito: La prima Preghiera è espressa a beneficio della Chiesa universale; La seconda è formulata per le varie categorie del genere umano: Governanti, Nazioni, Fedeli di altre religioni, per coloro che si trovano in difficoltà: poveri, ammalati, sofferenti, ed infine, per la Comunità locale. Ma al di là delle Preghiere, che noi riusciamo a formulare e "leggere", non dimentichiamo che anche Dio sa "leggere" bene, nei nostri cuori, e certamente accoglierà anche tutte quelle preghiere "inespresse", che sono rimaste nel profondo del nostro cuore: per le persone care, i nostri defunti, e per le nostre necessità! Compito del Celebrante, fatti salvi alcuni istanti di Silenzio, è di riassumere tutto, nell'Orazione conclusiva. Il Canto di Offertorio, poi, fa da "cerniera": Chiude la Liturgia della Parola, e introduce la Liturgia Eucaristica. Segue...! A tutti, giunga l'Augurio, di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 23/09/2023

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