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Rossano (Cosenza) - Chi l'avrebbe mai detto?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Nel mio articolo di domenica scorsa ho parlato delle illusioni ottiche ma ci sono anche altri tipi di illusioni. Le incontriamo spesso nel nostro quotidiano: l’illusione di saper gestire il tempo, una situazione difficile, un progetto importante, una persona impegnativa. Avere delle aspettative può essere utile, l’importante è che non si esageri con le previsioni e non ci si discosti molto dalla realtà. Per questo è bene imparare a saperle gestire, insieme a eventuali delusioni.

Può accadere, a volte, che ci aspettiamo che una cosa sia così così e invece poi ci sorprende perché si rivela superiore al nostro pregiudizio. A me è capitato con Plovdiv.

Plovdiv non è di certo fra le città in cima alla lista delle mete turistiche (e non lo era neanche nella mia).

Nel 2019 – insieme a Matera – è stata individuata come Capitale Europea della Cultura ma molti (me compresa) non l’hanno proprio considerata. Poche settimane fa però, ho deciso di visitare Sofia e sono andata anche a Plovdiv.

Beh, posso affermare, ora, che l’ho trovata molto più bella di quanto mi aspettassi.

In effetti, ci sono città che sono notoriamente belle e tutte molto gettonate dai turisti: Roma, Parigi, Londra, Barcellona, Lisbona, Vienna…solo per citarne alcune.

Eppure…ci sono posti meravigliosi che, purtroppo, sono poco conosciuti. E questo dipende dalle nostre aspettative, a volte troppo basse rispetto alla realtà.

Da Sofia a Plovdiv ci sono circa 150 chilometri. All’andata ho scelto il treno ma, sinceramente, lo sconsiglio: i treni bulgari sono scomodi, vecchi e lenti: il viaggio è durato tre ore. Al ritorno ho preso il bus e in due ore esatte sono ritornata a Sofia.

È una delle più grandi città medievali d’Europa e anche un luogo interessante e unico perché – essendo stata governata da Romani, Bizantini, Bulgari e Turchi Ottomani – da ognuno di questi popoli ha ricevuto qualcosa. La Città Vecchia, quindi, è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

Ho visitato lo stadio romano: poteva contenere fino a 30.000 spettatori e durante il suo periodo di massimo splendore ospitava i giochi olimpici e tanti eventi, dai combattimenti tra gladiatori alle corse dei carri. Oggi vi si svolgono festival culturali: durante il Festival del Vino, per esempio, i visitatori possono gustare i vini locali mentre ascoltano la musica tradizionale bulgara.

Mi è piaciuto molto il quartiere Kapana, il cuore della città: in bulgaro significa “La trappola” perché ha una fitta rete di stradine e vicoli. Ha più di 500 anni e risale all’epoca in cui ospitava numerosi artigiani: fabbricanti di tessuti, sarti, fabbri, orafi e pellettieri e oggi molte strade portano i nomi dei prodotti che venivano lavorati al tempo: Strada dell’Oro, Strada del Ferro, ecc.

Ho visitato il museo etnografico regionale: è in un ricco palazzo del 1847, tra i più belli della città, nel tipico stile del rinascimento bulgaro. Nei suoi due piani, con soffitti lignei intagliati, ho ammirato una ricca collezione etnografica costituita da materiale proveniente dalla regione di Plovdiv. Oltre alle sezioni relative agli antichi mestieri e ai costumi tradizionali c’è la sala con gli strumenti musicali. Di valore la collezione di oggetti in rame stagnato e i gioielli.

Anche a Plovdiv ho mangiato bene. Tra i piatti tipici c’è la banitsa, una torta salata formata da croccanti sfoglie di pasta fillo che racchiudono un delicato ripieno di yogurt e formaggio. Lo yoghurt bulgaro non è famoso come quello greco ma le sue qualità nutrizionali e dietetiche sono notevoli e i bulgari ne fanno largo uso: nelle zuppe, nelle insalate e anche come bevanda in estate per tonificarsi dall’afa (leggermente diluito con acqua e con l’aggiunta di un pizzico di sale per regolare la pressione sanguigna). Insieme ai dolci cetrioli bulgari, all’aneto e alle noci diventa una deliziosa zuppa fredda che sulla tavola estiva dei bulgari non manca mai.

QUI una galleria di alcune delle tantissime foto che ho scattato durante la mia visita:

Viaggiare è anche un modo per liberarsi dei pregiudizi: con questi non si cresce. Certamente Sofia e Plovdiv non sono Roma e nemmeno Parigi e la loro bellezza consiste proprio nella diversità, come negli esseri umani.

Prima di partire – lo ammetto – non ero tanto convinta – ma Sofia e Plovdiv sono state una piacevole scoperta e mi hanno illuminato la mente in un modo meraviglioso. Non me l’aspettavo, quindi ho provato gioia. Diceva Sofocle, infatti:

La gioia più grande è quella che non ci si aspettava. 


di Letizia Guagliardi | 13/09/2023

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