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Mandatoriccio (Cosenza) - Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto


di DON MICHELE ROMANO - "Fu Crocifisso": Gesù è stato accusato da alcuni Capi di Israele, di agire contro la Legge, contro il Tempio di Gerusalemme, e in particolare contro la Fede nel Dio unico, perché Egli si proclamava "Figlio di Dio". Per questa "Blasfemìa"  ("Bestemmia", a loro dire!), lo consegnarono a Pilato, perché lo condannasse a morte. Nel suo "giorno messianico", Cristo dalla Croce, proclama: "È compiuto!" (Gv 19, 30). Lui che: "Pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di Croce" (Fil 2, 6-8). Ha preferito umiliare se stesso, non gli uomini. Ha piegato l'orgoglio e l'alterigia umana dall'interno, non dall'esterno. Noi oggi, spesso, ci lasciamo ingannare dallo sfarzo e dallo splendore delle nostre Chiese, dai protagonismi delle nostre solenni Liturgie, dai meravigliosi Canti, dalla maestosità dei nostri Crocifissi...! Allora, la Croce, non era tutto questo: era solo un infamia, ma Gesù, come era stato predetto da Isaia, così morì: "Non ha apparenza né bellezza..., disprezzato e reietto dagli uomini..., come uno davanti al quale ci si copre la faccia..., si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori" (Is 53, 2-4). Solo una persona al mondo, sa che cos'è davvero la Croce: Maria, sua Madre. Mentre altri, come Paolo, hanno riconosciuto la Croce, come "potenza di Dio" (1Cor 1, 18), Maria ne ha conosciuto anche la debolezza. C'è chi ha parlato anche, della "Teologia" della Croce, Lei invece, ha conosciuto la vera "realtà" della Croce! "L'uomo vecchio che è in noi, è stato crocifisso con lui, affinché noi non fossimo più schiavi del peccato: (Rm 6, 6); "Egli portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della Croce" (1Pt 2, 24); "Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro" (2Cor 5, 14). *"Per noi"*. È la seconda volta che nel Credo, recitiamo questo "per noi". Sì, perché tutta la vita di Gesù, in fondo, è un Dono di Dio per noi, tutta la Sua vita è stata una libera offerta al Padre, per compiere il suo disegno di Salvezza. Egli, ci dice Marco, è venuto per: "Dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 45); e noi, aggiunge Giovanni: "In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi (1Gv 3, 16). *"Sotto Ponzio Pilato"*. Queste tre parole "sub Pontio Pilato", sono in un certo senso, la frase più importante dell'intero Credo. Esse collocano l'intero Credo sul fondamento della Storia secolare, invocando un nome: Ponzio Pilato, conosciuto al di là delle testimonianze delle Scritture, un nome noto alle cronache romane, che ha lasciato traccia della sua presenza in Palestina. Tutto ciò, dà rilievo alla Verità fondamentale, che, cioè, quanto noi proclamiamo nel Credo, è realmente accaduto: in un tempo specifico, in un luogo reale, in un vero uomo, che è vero Dio! Questo è anche il fondamento della nostra fede, perché il nostro credere, non riposa su un concetto o un'ideologia, ma su una Persona, reale e vivente: Gesù Cristo! Egli ha condiviso con noi la sofferenza e la morte, così che anche noi, possiamo condividere un giorno, la Vita eterna con Lui. La Croce, ahimè, è stata, e lo è ancora per tanti, scandalo e stoltezza, ma per chi crede, però: "Cristo è potenza di Dio e Sapienza di Dio" (1Cor 1, 24). Nel "Simbolo degli Apostoli", troviamo anche l'espressione: *"Discese agli Inferi"*. Gli Inferi, sono diversi dall'Inferno della dannazione - costituiscono lo stato di tutti coloro che, giusti e cattivi, sono morti prima di Cristo. La Liturgia dell'Ufficio delle Letture, del Sabato Santo, proclama il silenzio della tomba, seguito alla morte di Cristo, come un tempo di intensa attività: Egli è sceso ed ha raggiunto negli Inferi, tutti i giusti che attendevano il loro Redentore, per accedere, infine, alla visione di Dio: "È sceso, cioè, a visitare coloro che siedevano nelle tenebre e nell'ombra della morte, premiando, così, la speranza degli antichi giusti" (CCC 633). La stessa espressione *"Fu sepolto"*, ha scritto Karl Barth (nel suo commento al Credo), sembrerebbe un di più! Non bastava dire: "morì?" La sepoltura sottolinea, ancora una volta, l'umanità di Gesù, che trasforma il suo "passato", in una realtà presente: la sua Risurrezione, che caratterizzerà la nostra fede in Lui. Se guardiamo bene, la morte di Gesù, è, in realtà, la morte della morte stessa. Questa "Buona Novella", dovrebbe riempire il cuore di tutti noi credenti, di tanta Speranza, anche di fronte a difficoltà o perdite di persone care, consolati dall'abbandono in Dio, certi del suo sostegno e della sua Vittoria: "O Crux, Ave, Spes unica"- "Ave, o Croce, nostra unica Speranza!" Segue...!
A tutti, auguro, una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 07/09/2023

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