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Mandatoriccio (Cosenza) - Prendere la Croce e seguirLo


di DON MICHELE ROMANO - Il brano del Vangelo di questa XXII Domenica (A) del Tempo Ordinario (Mt 16, 21-27), ci mette chiaramente davanti ad una scelta radicale, che non ammette mezze misure: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (v 24). La sofferenza e la morte, sono da sempre, le conseguenze più gravi del Peccato Originale, ed anche Gesù, che non era uno "stoico", anche Lui ha avuto: fame, sete, stanchezza, si lasciava aiutare, dove poteva, mitigava il dolore fisico e morale! Se vogliamo che "il caricarci della nostra Croce", abbia anche un senso, ed un valore redentivo, dobbiamo prima scegliere ed amare Cristo, Lui, che la Croce l'ha portata tutta intera. A noi, commenterà Teilhard de Chardin, tocca portare ognuno, un "pezzo" di quella Croce! Infatti, ci spiega, quando Gesù è morto sul Calvario, è come se quella Croce, fosse "esplosa", e le sue "schegge" hanno colpito tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni luogo. Solo in questa prospettiva di Fede, acquistano un senso "le Croci" della nostra esistenza: se amiamo Dio e sappiamo affidarci alla sua Misericordia: "...Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" (v 25b). Seguire Cristo, non è un fatto puramente esteriore, ma un'adesione del cuore e della mente. I tre verbi dell'odierno brano: 1)- Rinunciare a se stessi; 2)- Prendere la Croce; 3)- Seguire Gesù, indicano in cosa consiste essere veri discepoli di Gesù! Una "sequela" che richiede "la perdita della propria vita per causa sua" (v 25), una richiesta così importante, che nei Vangeli viene ripetuta ben sei volte. L'espressione: "quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?" (v 26a), evoca l'opposizione tra la salvezza che cerca l'uomo nel possesso dei beni in questa terra, e la Salvezza offerta da Dio, che ci insegna ad accogliere le difficoltà che la vita (non certo Lui), ci pone davanti, con spirito positivo e costruttivo. Perciò, non ci spaventi la Croce: per raggiungere la vetta, sappiamo che occorre faticare, per sbarazzarsi dei falsi idoli che attanagliano il nostro cuore. Sì, bisogna lottare! Proprio come ha fatto Gesù. Accogliere la sequela che Lui ci propone, è garanzia di salvezza eterna; pretendere, invece, di salvarci di nostra iniziativa, è un tragico fallimento. Vale la pena, portare con serenità le nostre Croci (e non pensiamo che la nostra, sia più pesante di quella di tanti altri nostri fratelli). Perciò,  vale la pena di credere, di osare, di "perdere tutto", se necessario, per guadagnare l'Assoluto! È proprio il v 27 che parla del Giudizio finale (la Parusìa!), che verterà proprio sulle nostre opere, e sulle nostre libere scelte di vita. Oggi, Gesù, ci insegna che Egli è fermo nella sua scelta, rifiuta le proteste di Pietro, definito "nuovo Satana" (v 23), e lo rimette al suo posto di discepolo: Pietro non è chiamato a "indicare" (molti lo considerano il primo "errore" fatto da Papa..., a dimostrazione che Pietro era fallace, proprio come tutti gli altri!), ma a "seguire" i passi del Maestro. Altrimenti "la pietra di costruzione" (Mt 16, 18), diventa "pietra dinciampo" (v 23). Pensare secondo Dio, è condizione fondamentale, per realizzare con fedeltà ed efficacia la missione che Gesù ci affida come Chiesa. La sequela, è dunque, l'offerta totale di sé a Dio, in Cristo Redentore, un'offerta senza riserve, così come fu quella di Maria di Nazareth, che ripeté quel primo "Sì" della sua giovinezza, anche nell'agonia del Calvario. È l'offerta totale di Paolo, il quale afferma: "Tutto ho stimato una perdita, pur di conoscere Cristo e partecipare alle sue sofferenze, conforme a lui nella morte" (Fil 3, 8-9). La Croce, accolta per amore a Cristo, è "segno" di una speranza che non muore, poiché, lo stesso Signore Gesù, ci dice: "Il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni" (v 27).
Mi piace concludere questa nostra riflessione, con le parole di San Paolo: "Quanto a me, invece, non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6, 14a).
A tutti, giunga l'Augurio, di una serena e Santa Domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 03/09/2023

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