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Cropalati (Cosenza) - Tenuto incontro culturale con il professor Pinto


Serata di spessore, quella che si è svolta, nell’oramai consolidato borgo della cultura, Cropalati. Un angolo suggestivo del paese, “ u campanaru”, ha accolto e dato il benvenuto allo storico Carmine Pinto, per affrontare un tema, quello del brigantaggio, chiaramente non facile e che poco ha a che fare con l’idea che le serate estive, per antonomasia, devono avere come unico obiettivo quello di divertire o comunque alleggerire dalla pesantezza delle giornate invernali, attraverso la presentazione del suo ultimo capolavoro, “Il Brigante e il Generale, Carmine Crocco e il generale Pallavicini di Priola”, edito da Laterza. Insieme a Pinto, al tavolo della presidenza erano seduti il maresciallo dei Carabinieri, Gianluca Perrone, don Pino De Simone, direttore della Biblioteca diocesana, e don Agostino De Natale, parroco del paese. La serata è stata allietata dalla musica e dai canti dell’artista Pietro Toscano, mentre la giovane violinista Natalia Madeo ha accompagnato le letture di alcune pagine o parte di esse, tratte dal libro, declamate da Mariafrancesca Falcone e Francesca Simone e dal giovane Cataldo Motolo, che per l’occasione hanno prestato la loro voce. Il rischio di avere un pubblico scarno era stato messo in conto, dal sindaco Luigi Lettieri e dalla delegata alla cultura Michela Boccuti, ma con loro grande soddisfazione, nel giro di pochissimi minuti hanno visto riempiti tutti gli angoli della location. Ma chi è Carmine Pinto? Carmine Pinto è professore associato di Storia Contemporanea presso l’Università di Salerno. Si è occupato di storia politica dell’Italia repubblicana e si interessa della guerra e dei conflitti civili nella formazione degli stati nazionali mediterranei e latino americani nell’Ottocento.

La storia della guerra, della violenza politica nel Mezzogiorno italiano è attualmente al centro del suo lavoro di ricerca. E’ membro di numerosi comitati scientifici, di organismi accademici e di redazioni di riviste. Un curriculum degno di lode, che merita di essere sfogliato, anche se solo per capacitarsi che il suo “raccontare” la storia, non è il classico hobby che lo porta a produrre caterve di lavori più o meno romanzati, e il più delle volte poco corroborati da studi scientifici seri, ma è il risultato di anni di ricerche, su fonti analizzate, comparate e scandagliate con rigore critico.
Ma ritorniamo al tema dell’evento, il brigantaggio, un tema che negli ultimi anni e specificamente dal 2011, anno del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, è stato al centro di un interessante dibattito pubblico e storiografico che ha visto contrapporsi, come ha detto la delegata Boccuti, per introdurre i lavori, fazioni diverse, per ideologie, per sentimenti o semplicemente convinzioni, frutto spesso di un “sentito dire”. Il prof.  Pinto ha spiegato ai presenti che il suo lavoro è quello dello storico, un lavoro certamente certosino, complesso, coraggioso “non è facile stare giornate intere a contatto con i “mortiper farli parlare”, che ha come scopo quello di ristabilire la verità, una verità storica il più possibile oggettiva. Lo storico Pinto non si è addentrato nell’opera, per non togliere al pubblico il piacere della scoperta.


di Redazione | 16/08/2023

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