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Mandatoriccio (Cosenza) - La Luce della Trasfigurazione


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa Domenica (Mt 17, 1), ci presenta la Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tàbor, in un duplice movimento: un "ascendere" al Monte, e un "discendere" dal Monte. Infatti, i Discepoli che hanno goduto di questa intimità col loro Maestro (Pietro, Giacomo e Giovanni), subito dopo sono riportati alla realtà quotidiana, dove non vedono che "Gesù solo", nell'umiltà della sua natura umana. Come nel Battesimo, anche sul Tàbor, il Padre lo proclama: "Il Figlio diletto", e la presenza di Mosè ed Elia, rappresentanti della Legge e dei Profeti, testimoniano che L'Antica Alleanza, ormai, lascia il posto alla Nuova. All'indicativo: "Questo è mio Figlio", segue l'imperativo: "Ascoltatelo", quasi a riecheggiare la Profezia Vetero- Testamentaria, che prometteva la venuta di un nuovo Mosè: "A lui darete ascolto" (Dt 18, 15b). Questo verbo: "Ascoltare", che sappiamo essere uno dei verbi più importanti dell'Antico Testamento, e che, tra l'altro, caratterizzerà il proclamma di Israele: "Shemà Ìsrael"- "Ascolta Israele" - Dt 6), tuttavia, dobbiamo saperlo leggere, non più, in senso minaccioso e categorico, ma come un invito affettuoso ed accorato, proprio come se Dio ci pregasse, in maniera paterna e premurosa: "Ascolta mio Figlio, accogli la sua Parola..., è per la tua Salvezza. Anche l'Apostolo Giovanni ce lo ricorda: "Tutto è stato fatto per mezzo di lui e in vista di lui" (Gv 1, 3). Tre sono le tappe che caratterizzano nei Vangeli, la sua Rivelazione: il Battesimo, la Trasfigurazione e la Morte- Risurrezione. Oggi, nella Trasfigurazione, consideriamo: da una parte la proposta di Pietro estasiato: "Rabbì, è bello per noi stare qui", dall'altra il disagio e la reazione confusa di fronte a tale visione escatologica: "Ebbero paura" (v 6), disagio che nel Vangelo di Marco, quasi a voler scusare la gaffe di Pietro, troviamo l'aggiunta: "Non sapeva però che cosa dire" (Mc 9, 6). Altro elemento importante dell'episodio di oggi, è la "nube"! Come sul Sinai, anche sul Tàbor, la presenza dello Spirito Santo viene rappresentata da questa "nube": "Venne una nube e li coprì con la sua ombra" (v 5a). Anche L'Arcangelo Gabriele, all'Annunciazione, dirà alla Madonna: "La potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra" (Lc 1, 35). Anche il Sacerdote, durante la Santa Messa, al momento dell'Epìclesi (Invocazione dello Spirito Santo!), stende le mani sui doni del Pane e del Vino, a voler simboleggiare il gesto di "fare ombra". Questa rivelazione Trinitaria sul Tàbor, ci dice che il cammino di Gesù verso la morte, non è il fallimento di un Progetto, ma rivela la sua piena identità di Figlio, che si è fatto servo obbediente al Padre: "Si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di Croce" (Fil 2, 8). Ecco, anche noi siamo chiamati a questa obbedienza, perché un giorno "possiamo contemplare la sua gloria" (Gv 1, 14), risorgendo anche noi ad una vita "trasfigurata dallo Spirito Santo". In questo tempo di grande disorientamento, attraverso la Preghiera, l'Eucaristia e l'Ascolto della sua Parola, lasciamoci "trasfigurare" da Gesù, nel generoso servizio ai fratelli, soprattutto quelli più sfortunati, così da essere anche noi più luminosi, nonostante le nostre fragilità, perché solo chi passa dal Tabor, a rafforzare la sua Fede  nell'incontro con la bellezza luminosa del Signore, potrà affrontare, più serenamente, il Gòlgota. Sì, perché Tabor (Lux) e Gòlgota (Crux), sono due "tappe" dello stesso percorso di Salvezza, una "simbiosi" da sperimentare, nella nostra vita. Come Gesù prese i discepoli "e li condusse in disparte" (v 1b), anche noi siamo chiamati a vivere questa intimità col Signore, in maniera seria, "in disparte", lontano dai rumori e dai frastuoni della "pianura" di un mondo secolarizzato, salendo sul "monte" della nostra interiorità (Il "monte", nella Bibbia, è sempre il luogo dove incontrare più facilmente Dio!).  E Dio che "vede nel segreto, un giorno ci ricompenserà" (Mt 6, 6).In questo modo, avremo la possibilità di contemplare, per l'eternità, la bellezza luminosa del volto di Dio (questa è la condizione del Paradiso). Mi piace concludere, con la domanda che un giorno  un bambino rivolse al suo Maestro: "Maestro, tu dici che Dio è luce immensa, abbagliante..., ma dimmi: Dio, allora, è più luminoso del Sole?" Ed il Saggio, sorridendo, rispose: "Caro, il Sole, altro non è, che l'ombra di Dio!" Con la speranza, un giorno  di poter contemplare il suo volto, in tutto il suo splendore, per l'eternità, auguro a tutti, una santa domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 06/08/2023

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