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Mandatoriccio (Cosenza) - Avete compreso tutte queste cose?


di DON MICHELE ROMANO - Oggi, in questa XVII Domenica del Tempo Ordinario, il Vangelo di Matteo (Mt 13, 44-52), sottopone alla nostra considerazione, quattro mini- parabole, sul Regno dei Cieli. Nella predicazione di Gesù, l'Annuncio del Regno, è prioritario, è un tesoro di ineguagliabile valore, ma è notorio, che non sempre e non tutti ne hanno compreso (e forse anche tutt'ora!), il grande valore. Non lo comprese il Sinedrio, che condannò Gesù a morte; Non lo compresero né Pilato, né Erode, ed inizialmente neanche i Discepoli. Ma, guarda caso, a comprenderlo sarà proprio il "buon ladrone", inchiodato con Lui alla Croce: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno" (Lc 23, 42). Per una ragione che ignoriamo, questo malfattore agonizzante, riconosce Gesù, quale Sovrano di un Regno, che lui crede, verrà dopo quella terribile morte. Non poteva, ovviamente, trattarsi che di un Regno spirituale. La scoperta di questo "Regno", che Gesù Paragona a "un tesoro nascosto" (v 44a), bisogna cercarlo con interesse e sforzo, ed una volta trovato, diviene motivo di gioia, e stimola addirittura "a vendere tutto", pur di acquistare quel campo e goderne gli eterni benefici: "Poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo" (v 44b). Chi ha la grazia di trovarlo, deve fare di tutto pur di conseguirlo, perché il Regno di Dio, è pace, amore, giustizia, e libertà. Raggiungerlo, è contemporaneamente: dono di Dio, e responsabilità umana. Ma constatiamo, che tante volte, la nostra imperfezione, e la superficialità dei nostri sforzi, vengono resi inefficaci: dal peccato, dalle guerre, da tanti odi, e superbie, che ci sembrano insuperabili.
Ci consoli sapere, che ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio. Vale davvero la pena, lasciare tutto, per questo Regno, perché è un "tesoro", già presente, sperimentabile, trasmissibile nella Parola e nell'opera di Gesù. Solo chi incontra Gesù, orienta in modo nuovo la sua vita, non teme di vendere tutto ciò che ha, per Lui. Ai tesori della terra, preferisce il Tesoro del Regno dei Cieli. Ci sono di esempio, in questo, i Discepoli, che senza ripensamenti, incontrando Gesù, hanno lasciato tutto per seguirlo (Mt 4,18-22; 8, 21-22; 9, 9; 19, 16-29). La gioia, segno di ottimismo e di speranza, è il punto culminante del racconto. L'essersi espropriati di ogni bene, non è stato un sacrificio, ma un guadagno! Notiamo, come nella prima parabola, quella del tesoro nascosto, l'uomo, lo trova "casualmente", mentre nella seconda parabola, della Perla preziosa, è "l'uomo che va in cerca". Nella vita, alcuni hanno incontrato Cristo senza averlo cercato (Cfr Mt 4,18-22: la chiamata dei primi quattro discepoli; oppure At 9, 1-9: la chiamata di Saulo); Altri lo hanno cercato, come Nicodemo (Gv 3, 1-15). In ogni caso, come amava ripetere Sant'Agostino: "Signore, il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te". Fino a quando, cioè, non trova in Te il suo tesoro e la sua perla preziosa! Purtroppo, sono tanti ancora, coloro che pongono il loro cuore: nella cupidigia della ricchezze e nei tesori della terra, accusando alla fine, ahimè, solo illusioni e fallimenti. Incontrare, e seguire il Signore Gesù, ci conferma oggi il Vangelo, è la ricchezza più grande della nostra vita. La terza parabola che il Signore ci presenta, oggi, è quella della rete da pesca, dove siamo posti di fronte a un "ultimatum": o essere pesci buoni, o ci attende la dura realtà: "verranno gli Angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente (vv 49- 50). A noi, quindi, la libera scelta: o nella nostra vita  cerchiamo Dio e facciamo il bene con tutto le nostre forze, o rischiamo di mettere la nostra vita sull'orlo del precipizio della morte. Occorre 
scegliere liberamente di stare dalla parte dei giusti, e condurre una vita degna dei "figli" del Padre. Tuttavia, sapendo di essere tutti fragili e peccatori, da soli, non possiamo fare granché. Lo stesso San Paolo, dirà: "Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" ( Rm 7, 19), ma se ci mettiamo nelle mani di Dio, allora sì che riusciremo a vivere con intensità e responsabilità, il nostro essere cristiani. Il grande interrogativo: "Quando verrà il nostro Giudice", non deve terrorizzarci, ma infonderci tanta speranza, per vivere ogni giorno della nostra vita, come tempo di grazia, e opportunità di Salvezza.
È Cristo, lo sappiamo bene, la nostra Salvezza, la nostra eterna felicità, e se tutto abbiamo in Cristo, non possiamo non amare la Chiesa, suo "Corpo Mistico". Ovunque ci capita di andare,  persino nella più piccola Parrocchia, nell'angolo più oscuro di questa terra, c'è sempre l'unica Chiesa, quale luogo prezioso dove incontrare il Signore. Il compito primario della Chiesa, è la "Missione", oggi raffigurata mediante la pesca, ma l'incarico della "cernita", immagine della separazione dei malvagi dai buoni, è affidata agli Angeli (v 41). Gesù termina il suo discorso, con una precisa domanda: "Avete compreso tutte queste cose?"
La risposta è "sì"! E noi, oggi, come rispondiamo? Solo quando scopriamo Gesù, quale "vero tesoro nascosto" della nostra vita, allora valorizzeremo sicuramente questo nostro "Pellegrinaggio
Terreno", come "tempo del merito", un tempo, cioè, che ci viene offerto da Dio, per far germogliare e crescere il "seme  della Parola in noi, ben consapevoli che il discernimento ultimo tra i buoni e cattivi, è già operato in questo mondo, dall'adesione o dal rifiuto, nei confronti di Cristo! A tutti, una serena e Santa domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 30/07/2023

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