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di DON MICHELE ROMANO - In questa XVI Domenica, del Tempo Ordinario, il brano Evangelico (Mt 13, 24-43), si conclude con un grave ammonimento: "Chi ha orecchi, ascolti" (v 43b). Ci chiediamo: lo facciamo davvero?
Sì, perché l'insegnamento di Gesù, non fa sconti, dobbiamo essere pronti a custodire e far germogliare il seme della Grazia, che abbiamo ricevuto il giorno del nostro Battesimo, facendo crescere sempre più la nostra Fede nel Signore, che nel mentre produce "frutti" di opere buone, impedisce al Male (la Zizzania), di mettere radici. Oggi, per mezzo di questa parabola del grano e della zizzania, la Chiesa ci invita a meditare sulla convivenza del "Bene e del Male", nel nostro cuore e nel mondo intero. Gesù ci invita ad avere gli occhi fissi nel cielo..., perché è lì, la nostra dimora eterna. Viviamo una vita così frenetica, che non ci fermiamo mai a pensare che un giorno (E solo Dio lo sa), dovremmo presentarci davanti a Lui, rendicontando sui talenti, che ci ha affidato. il Signore ci preannuncia che, alla fine dei tempi, ci sarà una "scelta":
di Salvezza ("i giusti splenderanno come il sole"- v 43a), o di Condanna ("tutti quelli che commettono iniquità"- v 41b). Ma sia ben chiaro, il Cielo ce lo dobbiamo guadagnare sulla Terra, pur nella frenesia di ogni giorno,e senza aspettare eventi eclatanti, ma col vivere eroticamente la quotidianità, priva di ogni trascendenza.
In fondo, poi, raccoglieremo ciò che abbiamo seminato. Ecco perché bisogna lottare ogni giorno con perseveranza, per presentarci in quel giorno, al cospetto di Dio, con le mani piene di atti di Fede e di Amore, che seppur nella semplicità e piccolezza, avranno fatto di noi persone più umane, più cristiane, più Santi. La spiegazione che Gesù dà ai discepoli sulla parabola, rende esplicito la verità di fondo: il dramma del Giudizio finale!
Il seminatore, che è il Signore, a piene mani, ha seminato il buon grano nel nostro cuore, mentre l'Avversario (colui che non si arrende!), semina sempre zizzania. Quante volte la nostra tentazione, è quella di "strappare tutto", come dicono i servi zelanti della parabola, e fare un bel falò. Ma Dio, con prudenza, ci ammonisce: così correte il rischio di procurare danni anche al grano, meglio lasciar perdere..., che crescano pure insieme. Ma quanta sofferenza convivere con la "zizzania" dei nostri difetti, delle nostre ombre..., occorre tanta pazienza e forza. A noi, il Signore, chiede di evitare che la parte "oscura", non soffochi, la parte "luminosa". Certo, Lui ci assicura che il Male non trionferà, e che il Diavolo e tutti gli operatori di iniquità, saranno condannati: "Gettati nella fornace ardente" (v 42a). Ma ci pone un grave interrogativo: "Noi viviamo veramente, da figli del Regno, o del Maligno? Gesù spiega che non ci sono campi "separati": Grano e Zizzania, crescono assieme, non esiste una divisione "Manichea": da una parte i buoni, e dall'altra
i cattivi; la Zizzania può essere, e crescere, ovunque: in ogni parte del mondo, nel cuore di ognuno di noi, nelle stesse comunità o gruppi parrocchiali. Bene e Male co- abitano in ciascun popolo, in ogni cultura. Ma alla fine Gesù, sposta il discorso al momento del Giudizio. Ora, c'è da considerare che in Dio, noi sperimentiamo la sua pazienza e la sua misericordia, nel corso della nostra vita terrena, ma alla fine si prospetta la sua "Giustizia", proprio nel momento della "separazione". Non arriviamo impreparati a questo momento. È meglio cambiare con pazienza la Zizzania, in "Seme buono", nell'arco della nostra vita, diversamente, al termine, arriverà inesorabile, il "fuoco della Genna". Ecco perché Gesù ci ripete: "Chi ha orecchi, ascolti". A tutti, una serena e santa domenica.