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Rossano (Cosenza) - Tutto e subito


di LETIZIA GUAGLIARDI - Approfitto di una delle tracce della prova di Italiano degli esami di maturità di quest’anno per riproporre alcuni temi per me molto importanti che ho affrontato varie volte in questo blog: l’attesa, la pazienza e la costanza

Il brano proposto ai maturandi è una riflessione del giornalista e critico letterario Marco Belpoliti: “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp” e si pone un interrogativo: chi ha tempo di attendere e di sopportare la noia?

E io aggiungo: stiamo perdendo o abbiamo già perso la virtù della pazienza?

Vogliamo un qualsiasi oggetto? Lo cerchiamo su Internet, sappiamo già a quali siti rivolgerci, scegliamo e paghiamo. Uno o due giorni dopo ci viene recapitato a casa. Basta un semplice click.

Vogliamo una pizza o anche un pasto completo? Nessun problema: andiamo direttamente sul sito abituale, scegliamo, paghiamo. All’ora stabilita ci bussano alla porta e ci consegnano quello che abbiamo ordinato. Anche in questo caso non serve altro: solo un click.

Ci piace una serie TV? Ora non dobbiamo più attendere una settimana per sapere cosa succederà nel prossimo episodio: ci sono servizi di streaming che ci offrono la serie completa. Hai sentito parlare di BINGE WATCHING? Se guardi una puntata dopo l’altra senza mai fermarti sai già cos’è. Binge significa “abbuffata” e watching “guardare”: anche questa una nuova dipendenza. E invece com’è bello e utile aspettare una settimana: nel frattempo possiamo immaginare i possibili scenari e poi verificare se ci abbiamo azzeccato oppure sorprenderci, per un esito inaspettato.

Ormai non abbiamo quasi più desideri perché la tecnologia ce li soddisfa velocemente: basta che facciamo click sul nostro smartphone. C’è un termine anche per questo (anche questo in inglese, guarda un po’): INSTANT GRATIFICATION, cioè la GRATIFICAZIONE ISTANTANEA. Che vuol dire?

Postiamo qualcosa su WhatsApp? Subito ci accorgiamo se è stato visualizzato. Quella spunta blu ci dà subito un riscontro e, di conseguenza, la gratificazione istantanea. Purtroppo c’è chi va in ansia quando vede la spunta blu ma non riceve subito la risposta: Perché non risponde?! Ha visto il mio messaggio ma non mi risponde. Perché mi ignora? Tanti anni fa, invece, chi spediva una lettera era capace di aspettare anche mesi una risposta.

Postiamo su Facebook, su Instagram e Tweet? Subito dopo parte la conta dei like (e anche qui c’è chi si deprime quando questi sono pochini).

Ho fatto questi esempi perché il digitale, se non si è abbastanza accorti, rischia di creare in noi dipendenza, di volere tutto e subito e di farci perdere la PAZIENZA.

Aspettare non vuol dire non fare niente nell’attesa (questa è pigrizia). Avere pazienza, per come la vedo io, significa darsi degli obiettivi e lavorarci. Non significa, quindi, stare fermi.

La PAZIENZA è sorella della COSTANZA. Mentre aspettiamo di raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine dobbiamo avere la costanza di fare i piccoli passi e di non fermarci se non vediamo subito risultati.

Tornando agli Esami di Maturità ancora in corso, c’è una persona che di saper attendere, di pazienza e di costanza ne può insegnare tanto a tutti noi. È Imelda Starnini, la più anziana dei maturandi che stanno affrontando le prove in questi giorni. Di Città di Castello, ha 90 anni e ha dichiarato che vuole ottenere il diploma per coronare il suo sogno: diventare maestra.

I piccoli passi ci portano a fare tutto il percorso, ad amare ciò che facciamo e gli errori – inevitabili – ci fanno acquisire esperienza. E questa è davvero importante, perché ci fa capire se stiamo sbagliando direzione e ci fa decidere quella giusta. Impariamo, inoltre, a essere tolleranti verso le persone impazienti.

Io credo che la velocità alla quale ci sta abituando il digitale ci stia rubando il tempo, anziché farcelo risparmiare. Ci sta rubando la bellezza di avere desideri, la possibilità di fare esperienza e la libertà di prendere decisioni ponderate.

“Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo:

un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato…”(Ecclesiaste 3:1-11)

Tutto e subito: la fretta di portare a termine le cose rovina il piacere del processo e, di conseguenza, anche il risultato. Chi è impaziente prova ansia, rabbia, frustrazione e tensione. E abbandona a metà percorso.

La pazienza si deve insegnare, a casa e a scuola. Perché l’impazienza non è mancanza di pazienza ma di educazione (e non mi riferisco solo a quella che si riceve a scuola, ma anche al comportamento): chi ti suona dietro perché non sei ripartito subito dopo il verde, chi si mette a imprecare contro il proprio computer perché non si avvia subito, chi mostra insofferenza se un bambino non impara subito a scrivere…

Il paziente val più di un eroe, chi domina se stesso val più di chi conquista una città è scritto in Proverbi 16:3 e l’apostolo Paolo in una lettera ai Romani avverte: «La pazienza porta alla speranza».

Bene, se hai avuto la pazienza di leggere questo articolo fin qui vuol dire che non ti accontenti di scrollare, come qualcuno dice (anche questo dall’inglese “to scroll” che significa “scorrere”, “srotolare”, cioè andare con il cursore dall’alto in basso e da destra a sinistra per guardare testo e immagini senza soffermarsi sulle parole).

Scrolliamoci di dosso anche questa brutta abitudine perché…

 chi non è saggio, paziente e forte

si lamenti di sé, non della sorte.


di Letizia Guagliardi | 28/06/2023

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