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Mandatoriccio (Cosenza) - Lo scandalo della croce


di DON MICHELE ROMANO - La fede in Cristo, è impensabile senza la dimensione dello "scandalo", che caratterizza la vicenda umana di Gesù. San Paolo non esita ad affermare che la morte in Croce del Signore, è: "Scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1Cor 1, 23b). Qualcosa di assolutamente incompatibile con le attese di un Messia divino, diffuse presso i suoi contemporanei. Sarà proprio a Cesarèa, la città fondata da Filippo, figlio di Erode, e dedicata a Cesare, che Gesù chiede ai suoi Apostoli: "Ma voi, chi dite che io sia?" (Mc 8, 29a). La risposta di Pietro: "Tu sei il Cristo" (Mc 8, 29 b), da "Cefa", "Roccia", colui che è chiamato ad edificare la Chiesa, nel momento in cui Gesù preannuncia la sua Passione, lui si ribella, perché è una strada che non accetta: "Dio non voglia Signore, questo non ti accadrà mai" (Mt 16, 22), divenendo così "scandalo", pietra d'inciambo nel cammino di fede, tanto che Gesù lo rimprovera, chiamandolo Satana: "Va dietro a me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" (Mt 16, 23). Pietro e gli altri, hanno ancora una fede immatura, non sono ancora in grado di comprendere il "linguaggio della Croce". Pietro ha fede, sì, vuole seguire Gesù, ma non accetta che la sua gloria passi attraverso la Passione. Così, anche per noi, la Croce è una realtà scomoda, la Croce è uno "scandalo", mentre Gesù considera "scandalo", il fuggire dalla Croce, perché questo vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla Missione che Lui gli ha affidato, per la nostra salvezza. Questa netta divergenza: tra l'Amore del Padre, e le attese dei discepoli, ci dice che è facile seguire Gesù nei momenti: di devozione, di fervore, di buona volontà, di vicinanza al prossimo, ecc...! Tuttavia, appena ci viene incontro la Croce: una sofferenza, una solitudine, un dissidio in famiglia, una qualsivoglia situazione di violenza fisica o morale, ecc., noi tutti "fuggiamo!" Il diavolo, Satana, come dice Gesù, ci "tenta". Seguire il Signore Gesù, tante volte è dura, è  abbracciare la Croce, e qui occorre tanta pazienza, ma anche tanta fede, per lottare contro il Male: "Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me" (Mt 10, 38). Del resto, la Bibbia ci insegna, che la nostra vita di cristiani, è una continua lotta tra Bene e Male. San Paolo, sul finire della sua vita, dirà all'amico Timoteo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, (ma) ho conservato la fede" (1Tm4, 47). Il male, purtroppo esiste, anche ai nostri giorni, vedi: gli orrori delle guerre, le violenze sugli Innocenti, tanti femminicidi, la miseria imperante, le tante forme di ingiustizia..., tutte sofferenze che, ahimè, per la maggiore, colpiscono sempre i più deboli.
Questo deve interrogarci e farci riflettere: non basta avere la Croce appesa nelle nostre case, o quelle più piccole che portiamo al collo, e che spesso consideriamo amuleti scaramantici, o monili ornamentali, occorre invece tanto Amore per il Signore, saperlo riconoscere e servire nei nostri fratelli, specialmente quelli "più piccoli e più fragil". Tutto questo, senza vergogna o ritrosìa: "Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui" (Mc 8, 38). Ecco carissimi, la verifica del nostro essere cristiani, sta tutta qui: non possiamo accontentarci di cedere alla tentazione del "Benessere spirituale", direbbe Papa Francesco, tanto abbiamo tutto: la Chiesa, abbiamo Gesù Cristo, i Sacramenti, la Madonna. Tutto pronto per il Regno di Dio. Così, siamo tutti buoni. Sarebbe fin troppo facile, ci occorre, invece, per la maturità della nostra fede, l'unzione della Croce, l'unzione dell'umiliazione, come per Gesù, che: "Pur essendo nella condizione di Dio, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce" (Fil 2, 6a. 8). Dinanzi al Vangelo, non possiamo restare indifferenti, Dio ci chiede di schierarci: "Chi non è con me, è contro di me" (Lc 11, 23a). Ma ancora, ci chiede risolutezza e serietà: "Volete andarvene anche voi?" (Gv 6, 67). È vero, "questo linguaggio è duro", ma di fronte allo "scandalo della Croce", non possiamo restare indifferenti o tiepidi, il Signore ci chiede di schierarci per lui: "Poi anch'io vi riconoscerò...!" (Mt 10, 32b). Ci siano di consolazione le parole dell'esortazione Apostolica: "Evangelii nuntiandi", di Paolo VI, che hanno sottolineato la centralità della testimonianza: "L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri...o se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni. A tutti, una serena giornata, col Cuore di Gesù.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 10/06/2023

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