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Mandatoriccio (Cosenza) - Timore di Dio, non paura


di DON MICHELE ROMANO - In tutta la Bibbia si parla sia del "timor di Dio", e sia del timore degli uomini. Il timore degli uomini, è il timore di cui parla Gesù, quanto esorta a "non temere quelli che uccidono il corpo...", perché oltre a questo, non possono fare di più (Lc 12, 4-5). Il timore di Dio, invece, si può percepire in due modi diversi: come timore religioso, e come dono dello Spirito Santo. Il timore di Dio, come timore "religioso", è una violenza inaudita nei confronti di chi ne è vittima. È un "potere" che condiziona e limita la libertà dell'individuo, e lo fa vivere con la paura del castigo e della punizione, alimentando in lui, i sensi di colpa, e creando uno stato di soggezione. San Paolo esorta non lasciarsi intrappolare in una religiosità, basata sull'osservanza di norme, precetti, e ritualismi, perché, ribadisce con forza, questo tipo di religiosità, alimenta la paura della trasgressione e fa percepire Dio, non come Padre, ma come un padrone-tiranno: "E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abbiamo! Padre!" (Rm 8, 15). Per Gesù invece, il timore di Dio, è l'amore per Dio e per il prossimo: "Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore" (1Gv
4, 18). Senza voler essere troppo schematici, diciamo che può esserci anche, un "sano" timor di Dio, accanto l'amore. Esso diventa innanzitutto, grande rispetto e riverenza, che può favorire una relazione confidenziale col Signore.
E proprio perché Lui ci ama, questo "sano" Timor di Dio, non solo ci spingerà a fare continuamente la sua Volontà, ma anche a temere di trasgredirla! Ancora, va ricordato, che il "sano" timor di Dio, nella Bibbia, è definito: "Il principio della Sapienza", perché porta a fare le scelte giuste nella nostra vita.
È addirittura, uno dei sette Doni dello Spirito Santo (Is 11, 2c). San Paolo, ci insegna un metodo pratico per vincere le "paure". Ad un certo punto della sua vita, passa in rassegna tutte le situazioni di pericolo, che hanno minacciato di abbatterlo: la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada" (Rm 8, 35ss) Lui affronta tutte queste vicissitudini, con una grande certezza: che Dio lo ama, e per questo può concludere trionfalmente: "Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati" (Rm 8, 37). Ed è a questo punto, che ci invita a fare lo stesso: portare, cioè, "a galla" le nostre tante e multiforme "paure": tristezza, minacce, complessi, generati tante volte, da difetti fisici o morali, e ad accettarci per quelli che siamo, perché ci fa intendere che: Se Dio ci ama così come siamo, chi siamo noi per rifiutarci? C'è chi ha scritto che "le paure", sono come i fantasmi: hanno bisogno del buio per agire. Tutto questo avviene, se le manteniamo nel nostro "inconscio", ma se ne parliamo con qualcuno che ci può aiutare, possono dissolversi o ridimensionarsi: "Dio mi ama e tanto basta!"
E poi San Paolo conclude: "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8, 31). C'è da dire anche, che rispetto alla paura, il timore di Dio si deve imparare: "Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore" (Sal 34, 12). Per la paura invece, non c'è bisogno di andare a scuola per impararla, sopraggiunge all'improvviso, davanti a un qualsiasi pericolo. Al contrario, il timore di Dio, è un componente della Fede, nasce dal sapere chi è Dio: è stupore, meraviglia, ammirazione!
Un esempio tipico, lo troviamo nel Vangelo di Luca, dopo la guarigione di un paralitico: "Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: Oggi abbiamo visto cose prodigiose" (Lc 5, 26). Se timore dobbiamo avere (ahimè), conserviamolo per il giorno del Giudizio: "Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna (di fuoco - l'Inferno!), e l'anima e il corpo" (Mt 10:28). Purtroppo, oggi, nella nostra società (E, purtroppo, anche nella stessa Chiesa), diminuisce in maniera paurosa, "il santo timor di Dio", al punto che, avendo relegato Dio nel "dimenticatoio", riponiamo ogni nostra fiducia in "mammona", ovvero nelle cose di quaggiù: ricchezza, beni materiali, successo personale, ecc., tutte cose, ci dice Gesù: "che i ladri possono portare via e la tignòla (il tempo, inesorabilmente...), consumare" (Mt 6, 19). Che il Signore ci aiuti, pertanto, a coltivare sempre il rispetto ed il "santo timore", verso di Lui.
A tutti, una serena giornata, col cuore di Gesù.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 07/06/2023

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