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Mandatoriccio (Cosenza) - Cristo Gesù è il Messia


di DON MICHELE ROMANO - Il Cristianesimo, in tutte le sue confessioni, crede che il Messia si sia già manifestato e lo identifica con la Persona di Gesù. In greco, il termine Messia ("Mashìach"), si traduce "Christòs", da cui viene l'appellativo di Gesù, il "Cristo". Invece, l'appellativo latino "Jesus "di Gesù, equivalente al diffusissimo nome ebraico "Yehosuà", significa: "Dio è salvezza - "Dio salva". Le attese messianiche del tempo di Gesù, ovviamente erano condizionate dallo stato di oppressione, in cui viveva il popolo di Israele, dominato dall'Impero Romano, e la maggior parte pensava, che la venuta del Messia, sarebbe stata una personalità in grado di restituire l'autonomia politica agli Ebrei, restaurando così il "Regno di Israele". In effetti, tutte le principali correnti spirituali giudaiche: Scribi, Farisei, Zelòti, Sadducèi, Rabbini, ecc., anche se con differenti implicazioni e sfumature, coltivavano quest'idea del Messia- Liberatore. Tuttavia, c'era una nutrita frangia di Giudei, che ritenevano che il Messia, non sarebbe stato un attore della scena politica, bensì un innovatore spirituale, un profeta, in linea con le parole di Mosè: "Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me (Dt 18, 15), un Redentore del Popolo, come prefigurato nel "Canto del servo", del profeta Isaia: "Ho posto il mio spirito su di lui, egli porterà il diritto alle nazioni" (Is 42, 1). Probabilmente, a questa frangia minoritaria, doveva appartenere anche Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Tuttavia, Gesù si guarda bene, dal non confondere la sua vera Missione, con quella del Messia politico del suo tempo, prova ne è il fatto, che si preoccupa sempre di "zittire" i demòni, che bene conoscevano la sua identità di Figlio di Dio (Vedi Mc 1, 34; Lc 4, 34). Questa "prudenza" di Gesù, nel non rivelarsi immediatamente, gli esegeti, la definiscono con l'espressione" "Segreto Messianico!" Solo davanti a Pilato, Gesù dirà chiaramente: "Il mio regno non è di questo mondo" (Gv 18, 36), proprio perché essendo una sola cosa con Dio Padre, "regna in eterno", e la terra è lo sgabello dei suoi piedi (Sal 110), e manifesterà la sua potenza agli occhi di tutti (Ap 1, 7), nell'ultimo giorno "fissato" dal Padre: "Quando però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre" (Mc 13, 32). Invece, al gruppo dei d
Dodici, rivelerà gradualmente il mistero della sua Vocazione Messianica, e della sua natura di Figlio di Dio, e precisamente: Dopo la professione di fede a Cesarèa di Filippi, da parte di Pietro (Mc 8, 29); E nei tre annunci della Passione (Mc 8, 31; 9, 31; 10, 33), dove spiegherà loro, le "tappe" della sua Missione: Rifiutato dal popolo, condannato a morte, per culminare nella Risurrezione ed Ascensione. Nel processo davanti al Sommo Sacerdote Càifa, di fronte alla rivendicazione di Gesù, di essere il "Messia", questo non costituì per il Sinedrio, qualcosa di estremamente scandaloso, infatti tanti erano stati i presunti Messia, rivelatisi, poi, fallàci ed inconsistenti. Ciò che invece, determinerà lo scandalo, è quando Gesù dichiarerà, di essere il Figlio di Dio..., sebbene finora avesse sempre usato (Prudenzialmente) l'espressione "Figlio dell'uomo", coniata dal profeta Daniele (Dn 7, 13-14), che loro ben conoscevano, di chiaro significato Divino, dove viene proclamata la sua intronizzazione alla destra del Padre (Salmo 110). Anche sotto la Croce, alcuni Giudei, "sfidano" Gesù: "Il Cristo, il re d'Israele (Il presunto "Messia") scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo" (Mc 15, 32a). Gesù non raccoglie questa sfida, si mantiene fedele a quanto predetto nel triplice Annuncio, cosa poi parteciperà da Risorto ai discepoli di Emmaus, spiegando tutta la Sofferenza che il Messia, avrebbe dovuto soffrire, prima di entrare nella sua gloria (Lc 24, 13- 35). Già il termine Messia, letteralmente, "Unto", con l'olio sacro, quindi "Consacrato", nell'Antico Testamento risuona ben 39 volte, e viene applicato, in genere, a tre categorie di persone: Re, Sacerdoti e Profeti! L'attribuzione a Cristo, del titolo di Messia, coinvolge tutte e tre queste dimensioni, e la sua conferma, la troviamo nel giorno in cui Gesù, leggendo pubblicamente nella Sinagoga di Cafàrnao, il passo di Isaia: "Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione" (Is 61,
1), lo applicherà a se stesso: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltata" (Lc 4, 21). Anche noi, oggi, nella linea del Messia "davidico", col Battesimo, siamo stati consacrati: re sacerdoti e profeti: "Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa" (1Pt 2, 9). Nella Trasfigurazione, Gesù, ha dato "prova luminosa" del suo Messianismo divino, ed ancora oggi, il Padre, ci rinnova l'invito: "Ascoltatelo!" Solo così, anche per noi, si aprirà la strada verso la "Luce". Una serena giornata a tutti, col cuore di Gesù.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 05/06/2023

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