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Mandatoriccio (Cosenza) - Maria, sotto la croce!


di DON MICHELE ROMANO - Oggi, ci lasciamo interpellare da questo grande mistero d'amore, consapevoli che la Croce si capisce soltanto partendo dal cuore e dall'amore, certi che: "non esiste un Cristo senza Croce, ma neppure una Croce senza Cristo: "Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore" (Lam 1, 12a). Sembra essere il messaggio predominante, se ci mettiamo nella prospettiva della Madre sotto la Croce, ma Lei  ha molto più da comunicare e insegnare alla nostra Umanità, segnata da tanta fragilità, limiti e peccati, ma nondimeno capace anche, di desiderio di riscatto, di voler crescere e riparare, quasi a volerle stare accanto, accolti ed incoraggiati da Colei che ci ha accettati come figli: "Donna, ecco tuo figlio" (Gv 19, 26b) -"(Giovanni- nostra "personalità corporativa", che tutti ci ha rappresentati sotto la Croce!) Ecco tua madre" (Gv 19, 27a). Da quel momento Lei, quale nostra Madre, affidataci da Gesù, si prende cura di ognuno di noi. Lei, abituata com'era, a vivere nel nascondimento e nell'umiltà: "Stava" sotto la croce in silenzio, quale presenza discreta, vicino al Figlio, pronta a "custodire" nel cuore, ogni evento, "meditandolo". Quando Maria è arrivata sotto la Croce, era ormai preparata, pronta e disponibile. Si era lasciata condurre e preparare da Dio, lungo il corso di tutta la sua vita: era cresciuta nella sapienza, nella comprensione dei misteri, ed ora, è anche capace di abbracciare l'incomprensibile; e mentre i discepoli fuggono, Lei rimane ai piedi della Croce, vicino al Figlio. Una sofferenza sobria e composta. Proviamo ad immaginare lo scambio di sguardi, tra Madre e Figlio, lungo la via del Calvario...! Ora tutto si rinnova sul Gòlgota, qual e piena comunicazione di amore e compartecipazione al dolore, ed alla stessa Missione del Figlio, come a dire che: Amore e Dolore, si uniscono nella Croce. Infatti lo "Stabat" di Maria, significa proprio "stare in piedi", indica cioè, un consapevole assenso, una partecipazione attiva ed intima, al Sacrificio, non spettatrice, ma condivisione piena e volontaria della sofferenza Salvifica del Figlio. Sembrerebbe paradossale, umanamente parlando: Dio amava Maria, eppure non le risparmiò il Calvario! Questo vale anche per noi: Dio che ci ama, non ci risparmierà la Croce, che da quel giorno è divenuto il nostro "segno" distintivo.

Ma con una certezza: è vero, il Signore vuole che anche noi portiamo, nella nostra vita, una "scheggia" di quella Croce, che Lui ha portato tutta intera, ma in questo non ci lascia soli, ci aiuta e ci dà la forza di portarla. "Amare", nella sua radice etimologica, significa, appunto, "Soffrire", e la Croce, ne è la massima espressione. La Croce, sappiamo bene, è formata da due "assi": la prima "verticale", rappresenta l'Amore che dobbiamo avere verso Dio; la seconda, l'asse "orizzontale", ci ricorda l'Amore che dobbiamo testimoniare ai nostri fratelli. Diversamente  avremo solo un "palo", che non serve a nessuno: né a Dio, né ai fratelli: "Come può amare Dio, che non vede, chi non ama suo fratello, che vede" (Gc 2, 14). Ebbene, pur essendo causa del suo dolore, noi riceviamo Maria, come nostra Madre: come seppe "esserci" pienamente nella Chiesa primitiva, "nascondendosi" con la discrezione di sempre, così noi, oggi, possiamo rivivere tutto questo, "partecipando" (Non "assistendo", non andando cioè, ad assistere, ad una rappresentazione teatrale!), ma prendendo parte integrante, e con amore, al "Memoriale Eucaristico", dove Cristo rinnova il suo Sacrificio, per noi e sua Madre, entrambi presenti: "spiritualmente" la Madre, Gesù "realmente"! Accogliamo, pertanto, Maria quale nostra Madre, e con fiducia apriamo il nostro cuore, affidiamo a Lei ogni nostra difficoltà, lasciandoci aiutare dalla sua materna intercessione.
A tutti, una serena giornata, con Maria.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 30/05/2023

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