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Rossano (Cosenza) - E se incontrassi il bambino che eri...


di LETIZIA GUAGLIARDI - Se incontrassi il bambino che eri gli chiedessi cosa ne pensa dell’adulto che sei diventato? Oggi la mia domanda è alquanto strana ma io me lo chiedo sempre: se incontrassi quella bambina che voleva fare la maestra, voleva viaggiare, fare tante cose belle e realizzare tutti i suoi sogni…sarebbe contenta di come sono adesso?

Molti dei miei obiettivi li ho realizzati ma ancora ne ho di sogni in lista d’attesa (finché avrò vita ce ne sarà sempre qualcuno che scalpiterà per diventare concreto).

Sono diventata insegnante ma i miei alunni sono adolescenti, hanno dai 15 ai 18-19 anni. I miei figli sono ormai grandi e quindi…una volta alla settimana, il giovedì, la mia carica di energia, di ottimismo, di allegria, di spontaneità, di creatività, di stupore e di freschezza me la danno i bambini che frequentano “Io scrivo con letizia”, il mio laboratorio di scrittura creativa.

Credo fermamente, infatti, che abbiamo molto da imparare dai bambini. Ecco alcuni esempi.

- Sono sempre pronti ad accettare ogni nuova proposta. Che si tratti di scrivere un racconto, di inventare dei personaggi, di raccontare una loro storia davanti a una telecamera, i miei bambini si entusiasmano subito. Non hanno filtri né maschere e non si preoccupano del giudizio altrui perché sono spinti dalla curiosità per il nuovo.

- Si emozionano per le piccole cose di ogni giorno, per ogni piccolo successo ottenuto, per ogni obiettivo raggiunto. L’emozione e la motivazione sono importanti per realizzare i nostri sogni.

- Fanno tutto ciò che li diverte e che li fa sentire bene. A loro importa vivere il momento.

- Sono curiosi. Molti persone, crescendo, perdono per strada la curiosità. Secondo me, chi non è curioso, è già morto dentro.

- Sono sinceri. Non conoscono l’ipocrisia e la falsità. Se guardi i loro video sul mio profilo Facebook lo noti. Spesso noi adulti non diciamo ciò che davvero pensiamo perché temiamo il giudizio degli altri.

- Non si lasciano sfuggire nessun momento di svago. Spesso noi adulti rimandiamo: quando…se... Poi, quando non possiamo davvero più, rimaniamo da soli con i rimpianti.

- Si adattano subito ai cambiamenti – come Nadia, che si è trasferita da Catania a Rossano e ha lasciato la sua amichetta preferita.

- Non hanno paura di fallire. Iniziano ogni cosa nuova, ogni sfida senza farsi frenare dalla paura di cadere. Infatti, ogni volta che cadono, come Mario, si alzano subito, pronti a ricominciare.

- Non esitano a fare domande perché non si chiedono se la loro domanda è sciocca o è fuori luogo: la loro umiltà e la loro voglia di conoscenza sono più forti della vergogna.

- Quando non riescono in qualcosa chiedono aiuto perché danno molta importanza alle loro necessità. Molti adulti, invece, non lo fanno mai o perché hanno bassa autostima o perché pensano che debbano essere gli altri a offrirsi di aiutarli.

- Quando sono stanchi non ci pensano più di tanto: dormono. Non vanno al di là delle proprie forze e, quindi, non si stressano. Molti adulti, invece, non hanno ancora capito l’importanza del riposo – per il corpo e per la mente.

- Si arrabbiano ma dopo pochi minuti se la fanno passare. Come se già avessero intuito che la rabbia (e anche il rancore) -quando rimangono troppo dentro di noi – fanno radici, brutte e pericolose.

Perdonano i loro coetanei, dimenticano subito il torto subìto e sanno anche chiedere scusa, quando sono loro dall’altra parte. Non conoscono, ancora, l’orgoglio.

- Ogni cosa, per loro, può diventare un’altra. Io, da piccola, con degli scatoloni creavo una bella cucina o un televisore, degli scampoli di stoffa si trasformavano in abiti eleganti o in un velo da sposa e le mie braccia erano ali con cui credevo di poter volare.

Ecco perché sono grata ai tanti bambini di otto anni che incontro ogni giovedì, grazie a un progetto realizzato insieme alla loro straordinaria maestra Maria Antonietta Ruperto. Frequentano le terze classi della Scuola Primaria “Monachelle” di Rossano e sono una fonte inesauribile di tutto ciò che ho elencato in questo post. Interagire con loro mi permette di mantenere il contatto con la bambina che sono stata, con tutte le qualità positive che aveva – la voglia di crescere, di sperimentare, di meravigliarsi e anche con quello che le provocava sofferenza, rabbia e delusione ma che nel corso degli anni – da adulta e mamma – sono stata in grado di proteggere, curare e guarire.

Consiglio a ogni adulto di parlare e giocare con i bambini che ha intorno ogni giorno e di essere disponibile a imparare da loro. I benefici sono tanti.

Soprattutto, ce n’è uno che è ancora più importante:

“In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.” (Matteo 18: 1-5)


di Letizia Guagliardi | 31/05/2023

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