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Mandatoriccio (Cosenza) - Abbiate fede


di DON MICHELE ROMANO - Il brano del Vangelo, di questa V Domenica di Pasqua, ci consegna le ultime parole di Gesù, che è ben consapevole di stare per morire. Parole paterne, che dobbiamo immaginare siano state pronunciate, in un clima di grande silenzio, con chiaro intento di consolare i suoi discepoli (E qui registriamo un paradosso: avrebbe dovuto essere il contrario, i discepoli avrebbero dovuto consolare Gesù). Sono parole di "sostegno" alla nostra debolezza: "Non sia turbato il vostro cuore" (v 1a); Sono parole di "speranza": "Nella casa del Padre mio vi sono molti posti" (v 2); Parole di "maestà": "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (v 6); Parole di "vocazione esigente": "Chi crede in me..., compirà le opere che io compio" (v 12). Non è facile comprendere ed accogliere queste parole, Signore Gesù, ci proviamo, anche con la nostra poca fede! Stiamo vivendo tempi difficili: Dopo anni di Pandemia, tante Guerre in Europa e nel Mondo, Famiglie e Gioventù disorientate..., tanti problemi economici e sociali, con le tante scelte che, oggi, la nostra Società, cosiddetta "moderna" fa, in nome di un fantomatico "progresso": Aborto, Eutanasia, ecc., che generano solo turbamenti e smarrimenti.
È il tempo della "Tenebra", e il demonio sa fare bene la sua parte: "Come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare" (1Pt 5, 8). Ogni credente, tuttavia, sa che in questo tempo Pasquale, non è solo, il Risorto ci esorta e ci incoraggia a vivere nella gioia, manifestandoci tutta la sua tenerezza. Ci chiede (Meglio: Mi chiede!) di "non aver paura" (Qui Giovanni, usa lo stesso verbo che indica il timore, suscitato dalla tempesta in mare), anche se siamo sballottolati dalle onde della vita. Lui ci fa accarezzare un "sogno": "Vado a prepararvi un posto, perché dove sono io siate anche voi" (v 3). È davvero consolante, sapere che in Cielo, ci "a-spetta" un posto, preparatoci da quel Dio, che ci conosce per nome, e da sempre ("Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto" (Ger 1, 5a), "posto" che, tuttavia, resterà vuoto per sempre, se non saremo noi ad occuparlo. All'Apostolo Tommaso, è stato concesso il beneficio del dubbio: "Come?" (v 5a), a noi invece, che abbiamo scelto di dedicare la nostra vita all'interiorità, occorre solo accogliere Gesù, quale nostro Mediatore (Via), Rivelatore (Verità) e Salvatore (Vita). Lui è la nostra "VIA": Essere di Cristo, significa fidarsi di Lui, seguirlo ed imitarlo. Ma ancor prima, occorre "conoscerlo" e lasciarci amare: Frequentare la sua Parola nella meditazione, cercarlo nella Preghiera personale e comunitaria, saperlo "ri-conoscere" nel volto del fratello più Povero. Come i primi Cristiani, chiamati appunto: "Discepoli della Via", con umiltà e fiducia seguiamo Gesù, che indica se stesso come "Percorso", la "Porta", attraverso cui le pecore possono uscire dai tanti recinti (Ahimè, anche Religiosi!), in cui la logica del mondo li ha rinchiusi. Gesù è la nostra "VERITÀ", in un mondo che pullula di "opinionisti", che tutto relativizzano, seminando arroganza e supponenza!
La Chiesa, invece, proclama con determinazione, che Gesù dice la Verità, ci conduce alla Verità, è Lui la Verità! Quanto è importante, dunque, dedicare un po' del nostro tempo e delle nostre energie, nella sua conoscenza, rifuggendo, così, un cristianesimo approssimativo e solo emotivo. infine, Gesù ci dice: Io sono la "VITA". Certo, il Signore ci ha donato la vita. Ma al di là della vita biologica, esiste una Vita interiore, spirituale, che allarga i nostri orizzonti, e che rende la nostra esistenza piena di gioia intima, profonda ed eterna. Pur nelle difficoltà della vita, come Cristiani, siamo chiamati ad essere Testimoni e Profeti, lì dove viviamo, Pontèfici, cioè persone che fanno da Ponte, fra Dio e gli uomini, in Cristo, rileggendo la propria Storia, alla luce del Risorto. A tutti, una serena e Santa Domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 07/05/2023

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