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Mandatoriccio (Cosenza) - La speranza


di DON MICHELE ROMANO - Nel nostro più che "travagliato" mondo di oggi, registriamo tanti accadimenti, che attentano alla nostra Pace e serenità interiore: La Pandemia, che in questi anni ha seminato tanta sofferenza, causando la morte di migliaia di persone; E poi, nel mondo, oggi ci sono più di venti Guerre in atto, ma soprattutto nella nostra Europa, stiamo vivendo un tempo di ansia ed angoscia, sotto la minaccia di una guerra assurda, che rischia di arrivare (E Dio non voglia!), all'uso delle armi nucleari; C'è poi, la Crisi Climatica, che sta sovvertendo l'Ordine Naturale, creato da Dio, con gravi forme di inquinamento, ormai quasi incontrollabili, che causano sconvolgimenti globali, che stanno alterando
le Stagioni ed i nostri stessi bioritmi esistenziali...! Eppure, nella Sacra Scrittura, la Parola di Dio, ci incoraggia, ci sostiene, e mette dinanzi a noi, la Virtù della Speranza: "Restate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato" (Col 1, 23); Ed ancora: "Sia benedetto Dio..., che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva..." (1Pt 1, 3). La virtù della Speranza, per un cristiano, possiamo paragonarla ad un grande albero, ben
radicato: Possono arrivare venti e tempeste forti, ma l'albero rimane in piedi! La Speranza, tuttavia, è sempre sottoposta a "pressioni", vive la tensione del famoso "Già e non ancora": Quante domande, quanti problemi, quante paure e preoccupazioni, ma la nostra fede in Cristo, ci dà sostegno e conforto, incoraggiamento, in una parola: "Speranza". Ma una Speranza, ben radicata in Lui: "Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso" (Eb 10, 23). Impariamo, quindi, a guardare con "occhi nuovi", la nostra esistenza, soprattutto ora che è sottoposta a dura prova, a guardarla attraverso gli occhi di Gesù, "l'autore della Speranza", affinché ci aiuti a superare questi giorni difficili, nella certezza che il "buio", si trasformerà in "luce". La Speranza (Così la definisce Papa Francesco), è come la più piccola delle Virtù, ma è anche la più forte, perché scaturisce dal volto di Cristo Risorto, che viene "con grande potenza e gloria" (Mc 13, 26). La Speranza, quindi, più che "qualcosa", è "Qualcuno", proprio come pregava San Francesco d'Assisi: "Tu, Dio Altissimo, sei la nostra speranza". Infatti, "Egli non abbandonerà tutti quelli che sperano in lui" (Sal 33, 23). Pur essendo la più umile delle tre Virtù Teologali, (Perché spesso rimane "nascosta" nel nostro cuore!), tuttavia, non è una illusione, è piuttosto: "Un ardente aspettativa..., proiettata verso la rivelazione del Figlio di Dio" (Rm 8, 19ss). È una Virtù che non delude mai, pur essendo una virtù "concreta" cioè di tutti i giorni, diremmo noi, ma, nondimeno, è capace di "osare", è combattiva e tenace, capace, cioè, di andare al di là della realtà quotidiana, che spesso ci "scoraggia", per incontrare Gesù, e trarre forza da questo incontro: Nell'Eucarestia, nella Preghiera, nel Vangelo, nei Poveri, nelle nostre Comunità Parrocchiali, ecc.! Infine, la Speranza, ha bisogno di una buona dose di "pazienza". La logica del "tutto e subito", non gli appartiene, se mai sposa la logica del "granellino di senape": È la pazienza di sapere, che noi seminiamo, ma è Dio che fa crescere! Impariamo, perciò, a "fidarci" dei tempi di Dio, che non sono i nostri ("Le vostre vie, non sono le mie vie"- Is 55, 8b): "Non saranno delusi quelli che sperano in me" (Is 49, 23c). Termine ultimo della nostra Speranza, è la Gloria del Regno di Dio, la condivisione di quella "Gioia" che, forse, inseguiamo tutta la vita, senza mai  riuscire a raggiungerla, perché troppi "ostacoli" si frappongono, e ci caricano di tanti "dubbi", primo fra tutti: la Sofferenza! L'invito di Gesù, è ad accogliere la Sofferenza (Quale "scheggia" di Croce, assegnataci da Dio, per la nostra Salvezza): "Sempre carica di immortalità!" Certamente, tutto questo, l'aveva ben capito ed accolto nella sua vita, San Francesco d'Assisi, che soleva ripetere: "Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è un diletto". Lui l'ha provata e vissuta, nella speranza della Gloria eterna. Ecco perché, oggi,  suggerisce a noi di imitarlo, perché consapevole che: "La Speranza dei giusti è piena di immortalità". (Sap 3, 4). A tutti, una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 30/03/2023

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