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Mandatoriccio (Cosenza) - Il secondo comandamento


di DON MICHELE ROMANO - 2°: "Non nominare il nome di Dio invano"! Già nel Padre Nostro, Gesù ci ha insegnato che dobbiamo pregare ed impegnarci, che il nome di Dio sia "santificato". Certo, non santifichiamo il nome di Dio, quando usiamo il suo Nome "invano": "Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano" (Es 20, 7). In Ebraico, il verbo "usare", significa "innalzare", e fa riferimento a qualche momento di Culto, o durante la Preghiera, o leggendo la Bibbia "ad alta voce"; quando parliamo con Dio o di Dio, non dobbiamo mai usare il suo "Nome", in maniera vuota o superficiale.
È nominarlo "invano", quando la nostra Preghiera, è qualcosa che diciamo quasi meccanicamente, o per abitudine, ma senza il Cuore!
Il nome di Dio, ci ricorda che Dio, è un Essere "Personale", perciò mai usare il suo Nome, in modo casuale o superficiale. Il nome che Dio ha rivelato a Mosè è: "IO SONO" (Es 3,14) - in Ebraico: "Yahweh", per dire che: solo Dio esiste in sé ("Io Sono colui che è!), tutti gli altri esseri viventi, hanno ricevuto da Lui, vita ed esistenza. Per non usare invano, perciò, il Suo nome, dovremmo sempre ricordarci chi è Dio: Signore e Creatore dell'Universo, e che da Lui dipendiamo per tutto. EsserGli, pertanto, sottomessi ed obbedienti, dovrebbe farci recuperare la virtù dell'umiltà e della sincerità, diversamente corriamo il rischio di incappare, anche noi, nel rimprovero che Gesù un giorno indirizzò agli Scribi e Farisei del suo tempo: "Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me" (Mt 15, 7-8). In fondo, sappiamo bene che si nomina il nome di Dio "invano", quando si impreca con odio o tono di sfida contro il Cielo, quando si usano contro Dio, parole irriverenti o scandalose, oppure quando si parla del Signore con leggerezza, ironia, mancanza di rispetto, o inutilmente e a sproposito, per il solo tornaconto, per rabbia o per disprezzo. Ancora, si nomina il nome di Dio "invano", anche quando ci comportiamo in modo contrario agli insegnamenti del Vangelo: "Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?" (Lc 6, 46). Il nome del Signore è Santo, Potente e Sacro, per questo dobbiamo sempre pronunciarlo con fede, amore, rispetto, devozione e riconoscenza. Anche il falso giuramento, è cosa grave verso Dio, in quanto significa chiamare Dio quale testimone di una menzogna: "Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti. Ma io vi dico: non giurate affatto..." (Mt 5, 33-34). Particolare sottolineatura, merita la Bestemmia, perché imprecare a Dio, è "peccato grave"! Purtroppo, "bestemmiare", sembra essere una esclusiva di noi Cristiani. Infatti i Buddisti, non bestemmiano Buddha, né i Musulmani Allàh, solo noi Cristiani bestemmiamo il nostro Dio, che sappiamo essere un Dio di Verità e di Amore, ed anziché amarlo, Lo malediciamo, e Lo bestemmiamo. Che paradosso! Che questo
2° comandamento, ci insegni a pronunciare il nome di Dio Benedetto: con la parola e con il cuore, col pensiero e con le opere, con tutto noi stessi, senza ipocrisie o interessi personali, ma confidando nel suo aiuto, ed invocando il suo perdono! Continua...! Una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 21/02/2023

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