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Mandatoriccio (Cosenza) - Amen


di DON MICHELE ROMANO - Possiamo così concludere degnamente, dopo averne colto la ricchezza di significato, la "Preghiera dei figli", l'Ave Maria, con questa solenne affermazione "Amen". Questa parola, deriva dalla radice ebraica "Amàn", che significa: "Fermo/Stabile". In italiano può essere tradotta, più che "Così sia", meglio sarebbe "Così è", in quanto l'avverbio ebraico "Amèn", significa proprio: "Certamente", "In verità". Infatti, nel Nuovo Testamento, quando Gesù enuncia principi fondamentali, li introduce sempre con questa parola: "Amen", con il significato di: "In verità vi dico"; "Ciò che dico, è vero e certo!". Mentre i Sinottici usano sempre "l'Amen", col significato di: "In verità vi dico...!", l'evangelista Giovanni, per ben 25 volte, usa il doppio "Amen", con valore superlativo: "Amèn", "Amèn" lego umin": "In verità, in verità vi dico!". Nell'Apocalisse, Cristo è disegnato come "O' amèn", ovvero, "l'Amen", il testimone fedele e veritiero (Ap 3, 14). Nelle Sacre Scritture, il termine "Amen" veniva utilizzato al termine di Preghiere, anche in senso "ottativo", auspicandone cioè, l'esaudimento, e poi nei ringraziamenti, benedizioni, dossologie pubbliche. Nella Liturgia cristiana, è stato adottato come: conclusione, risposta, o approvazione. Nelle nostre Chiese, utilizzare la parola "Amen", è davvero importante: è una parola piccola, semplice, e potente nello stesso tempo, perché esprime fiduciosa adesione ad una dichiarazione Divina, veridicità a quanto affermato, conformità a ciò che si dice. Una Preghiera intelligente, piena di Fede, che indica un atteggiamento di fiduciosa attesa. Sia il "Credo", come pure l'ultimo libro della Sacra Scrittura (Ap 22, 20) termina con la parola "Amen". " L'Amen" finale del Simbolo Niceno- Costantinopolitano (Al quale Sant'Agostino preferì la traduzione: "Verum est"...!), riprende e conferma le due parole, con cui inizia: "Io credo!" Credere, significa dire "Amen" alle parole, alle promesse, ai comandamenti di Dio, significa "fidarsi" totalmente di Colui che è "l'Amen" di infinito Amore e di perfetta Fedeltà. La nostra vita cristiana di ogni giorno, sarà allora "l'Amen", "all'Io Credo", della Professione di Fede, del nostro Battesimo (CCC nn. 1061 e 1064). Anche San Paolo ci testimonia dell'abitudine di rispondere "Amen", nelle Preghiere: "...fra i non iniziati potrebbe dire "l'amen" al tuo ringraziamento" (1Cor 14, 16); "Attraverso di lui sale a Dio il nostro "Amen" per la sua gloria" (2Cor 1, 20). Nella Liturgia Antica, lo si trova dopo la Consacrazione, dopo la Comunione, e dopo le Dossologie, o altre preghiere liturgiche; caratterizzò perfino le formule funerarie e gli stessi amuleti, tanto che lo troviamo in numerosi iscrizioni e papiri. In definitiva, "Amen" è una risposta di Fede alla volontà di Dio. La traduzione; "Così sia", sostiene il professor Michele Colombo (Università Cattolica di Milano), non è corretta nel suo significato teologico profondo, perché "Amen" e "Così sia", non sono la stessa cosa: "Amen" dall'aramaico "Amen", che si pronuncia "Amèn", che significa appunto: "Essere fermo, stabile, e rivolto direttamente a Dio. "Così sia", invece, è in senso lato. Pertanto, ogni qualvolta un cristiano dice "Amen", deve avere la consapevolezza, che non recita una formula di chiusura di preghiera, ma fa un'autentica, completa, "Professione di Fede". In questa piccola e semplice parola, è racchiusa tutta la densità e intensità del "Credo". "Amen", sostengono anche i Maestri Ebrei, racchiude tutta la Preghiera e la Fede: ogni volta che diciamo "Amen", affermiamo la fedeltà di Dio, Colui che resta "stabile/fermo", nella sua Alleanza in eterno, e affermiamo, altresì, anche la nostra volontà di stabilità e fermezza, nel Dio dell'Alleanza, che professiamo il nostro Re, e nostro unico Dio! "Amen": "Così è"! Con oggi, abbiamo completato il commento all'Ave Maria. Vi ringrazio del paziente Ascolto. Una serena giornata!


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 18/02/2023

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