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Crosia (Cosenza) - In scena l'Orchestra di fiati Franco Rizzo e la chitarra battente di Cataldo Perri


Una “preziosa e utile contaminazione”, cosi l’ha definita il medico – musicista e scrittore della vicina Cariati, Cataldo Perri l'a piacevole esibizione avvenuta presso il palateatro comunale "G. Carrisi" di  Mirto. Una contaminazione fra l’orchestra di fiati “Franco Rizzo” di Mirto Crosia, diretta dal maestro Salvatore Mazzei e la chitarra battente dello stesso dottore Perri. Un evento che è rimasto nel cuore del numeroso e attento pubblico. Una partecipazione sentita. Vera. Una musica che ha fatto emozionare i presenti. Il concerto è stato arricchito dalla partecipazione attiva della Corale dell’Accademia ‘Euphonia’  di Mirto Crosia, diretta dal maestro Giuseppe Fusaro.  Sul podio,  c’è stata un’alternanza di direttori: si sono avvicendati il maestro Salvatore Mazzei, direttore stabile dell’orchestra di fiati “Franco Rizzo”, e il maestro direttore ospite Ferruccio Messinese, pianista, compositore e direttore d’orchestra, nonché docente del Conservatorio di Vibo Valentia. La manifestazione, condotta da Adele Riganello, ha visto, come ospite d’onore l’artista Cataldo Perri,  virtuoso della chitarra battente, con una tecnica personalissima che lo ha reso uno dei più prestigiosi musicisti a livello mondiale di questo nobile strumento della tradizione popolare calabrese. “Una serata memorabile - ha commentato Perri - con una sala stracolma di spettatori, felici di ascoltare per la prima volta il suono della nostra nobile tradizione misto a quello della prestigiosa banda di fiati”. Dunque, banda musicale e chitarra battente: una sperimentazione inedita che ha prodotto  sonorità affini alla travolgente passione di questa terra, ulteriormente accresciuta con l’intervento dei giovani attori della Maros, guidati da Mariarosaria Bianco. “Le distanze che si colmano in un attimo, con una nota. È possibile?” Si chiede Cataldo Perri. Lo stesso artista risponde positivamente al suo interrogativo. “È possibile che due mondi apparentemente lontani e chiusi riescano a duettare per creare nuovi suoni, per un arricchimento reciproco e forse per aiutare ad abbattere steccati sociali e barriere fra i popoli. Le radici segnano l’identità culturale ma non devono essere mai un pretesto per escludere l’altro.  Piuttosto devono essere annaffiate sempre con l’acqua della dignità e del rispetto per il prossimo. È solo così che ci si arricchisce reciprocamente”. 


di Redazione | 16/01/2023

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