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Mandatoriccio (Cosenza) - "Anche voi tenetevi pronti"


di DON MICHELE ROMANO - Anche oggi nel Vangelo (Lc 12, 39-48), viene ribadita la necessità della vigilanza. Occorre saper attendere il Signore: "Anche voi tenetevi pronti perché nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo" (v 40); attendere con lo stesso impegno che si richiede per prevenire un furto: il ladro non manda preavvisi (v 39). Anche a noi che abbiamo responsabilità nelle nostre comunità, si prospetta una doppia possibilità: O svolgiamo un servizio fedele e intelligente, assicurando il necessario sostentamento ai fratelli, e soprattutto mai lasciar mancare il pane, il pane della Parola e il pane dell'Eucarestia (Perché siamo loro "servi", non "padroni"), oppure scadere (Addossandoci le pene più severe, riservate agli infedeli - v 46b), in un comportamento irresponsabile o dispotico: "Cominciando a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e ubriacarsi" (v 45). Il tempo presente (Conosciuto come "Tempo del merito"), ci dichiara responsabili, perché è gravido di eternità: È sulla Terra che conquistiamo il Cielo! Chi fa dipendere la sua vita dai beni di questo mondo, considera la morte come un ladro. Chi invece, attende il Signore (Come fu per San Francesco d'Assisi: "Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto"), considera la morte ("Ultima "Pasqua" -  Passaggio nel Regno, per ogni Cristiano), come l'incontro desiderato con lo Sposo! L'amministratore fedele e saggio della parabola, è colui che comprende e accoglie la volontà di Dio, mettendola in pratica. La sua ricompensa è avere in dono tutto quanto appartiene a Dio, cioè Dio stesso. Questa è la Vita eterna. Scoprire le potenzialità che il Signore ci ha donato, per conseguire questa "eredità", sono i "talenti" di cui ci ha parlato Gesù stesso (Mt  25, 15), qualità che dobbiamo "far crescere" nel corso della nostra esistenza, sapendo corrispondere ai beni che abbiamo ricevuto. Su questa terra  non siamo dei possidenti, ma solo amministratori di beni non propri. Tutto ciò che noi si è, o si ha, è dono di Dio, e tale deve rimanere. Gesù ci esorta a farci "servi". Anche se questa parola ha avuto sempre un'accezione negativa, Cristo l'ha "riscattata", affermando che Lui stesso è venuto a servire  e non per essere servito (Gv 13, 12-14). Don Tonino Bello direbbe: "Chi non vive per servire, non serve per vivere". Svolgiamo questo servizio, "servendo" tutti i nostri fratelli, senza distinzione etnica, razziale, religiosa. Insomma senza frontiere, secondo l'intento di Gesù: "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati" (1 Tm 2,4a). Non importa se ci riscopriamo fragili e peccatori più degli altri, l'umile riconoscenza nasce dall'essere consapevoli, che non siamo niente senza Dio, ma che Lui ci rende forti, fedeli, generosi, nell'attesa gioiosa della sua venuta. Invochiamo lo Spirito Santo, che ci aiuti a rifuggire dal cieco tentativo di affermare noi stessi, o di avvizzirci in balia delle nostre personali aspirazioni e gratificazioni, che ci rendono servi del nostro ego, e stolti idolatri di noi stessi. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 19/10/2022

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