We're sorry but our site requires JavaScript.

 


Mandatoriccio (Cosenza) - "Chiunque mi riconoscerà, anch'io lo riconoscerò"


di DON MICHELE ROMANO - Nel Vangelo di oggi (Lc 12, 8-12), spicca il tema della testimonianza della nostra fede. Quanti luminosi esempi abbiamo nella Chiesa, di testimonianze vere e coraggiose, il più delle volte pagate con il prezzo della propria vita, offerta con gioia al Signore. Tuttavia, non dobbiamo pensare che Il martirio sia esclusiva di pochi, o che la via della Santità sia per una piccola schiera di eletti. Tutt’altro! Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi:"In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità" (Ef 1, 4). Questa è la vera via della Santità, proposta da Gesù, nostro unico modello: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete Amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35). Lo rinneghiamo, quando non lo poniamo al centro della nostra esistenza; non possiamo vivacchiare nella mediocrità, Egli esige da noi, non solo la semplice "professione", ma la coraggiosa "confessione" esterna e pubblica della nostra fede, che sarà sempre sostenuta dalla forza e dalla garanzia dello Spirito Santo, sempre attivo in noi e ci difende (È il nostro "Paràclito", il nostro "Avvocato"; dal greco Paràcletos, composto da "parà"-presso, e "calèo"- chiamo
= Chiamo in aiuto!). Così pure il contrario, non sarà altro che soffrire e perdere la Vita, restando privi della Luce e destinati al supplizio eterno. Il grosso rischio che corriamo, è opporre resistenza a quanto il Signore ci dice, scadendo nella "blasfemìa" (Bestemmia grave), rifiutando con lucidità e consapevolezza la Verità del Vangelo: "Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo non sarà perdonato" (v 10). È il peccato di chi non si riconosce peccatore e bisognoso di perdono! Ahimè, questo costituisce la nota dolente anche nella nostra stessa Chiesa: la testimonianza cristiana è debole, perché non è preparata, non è pronta. Il verbo usato oggi, con forza, da Gesù "rinnegare", vuol dire, non solo, non vergognarsi di Lui, ma sicuramente è il verbo più esigente (Ne va dell'eterna nostra salvezza: "Anch'io lo riconoscerò"- v 8b), e ci sprona a chiederci: Quanto tempo dedichiamo, al di là dei nostri devozionismi (E Dio non voglia anche protagonismi), all'approfondimento della nostra fede? Quanto tempo dedichiamo alla conoscenza ed approfondimento della Parola di Dio? Non possiamo dare testimonianza al Signore, "nè rendere ragione della speranza che in noi" (1Pt 3,15), se non lo conosciamo!
In un mondo sempre più intollerante verso la nostra Chiesa, il Signore ci chiede di conoscerlo, incontrarlo, e stare con Lui, senza temere l'avversità ed il rifiuto di tanti, che si ostinano nella loro cecità, non aprendo con fiducia i loro occhi, davanti alla misericordia di Dio, che ci ama e (Tante volte con "rammarico", perché si soffre per chi si ama!), rispetta sempre la nostra libertà. Animo, allora, carissimi, è giunto il tempo di "conoscere" (In senso biblico, questo verbo significa appunto "avere una relazione intima!"), studiare ed osare il Vangelo con sincerità, convinti come siamo che il Regno di Dio, è davvero il premio di una fatica coraggiosa! Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 15/10/2022

Pubblicità

vendesi tavolo da disegno Spazio pubblicitario disponibile


Testata Giornalistica - Registrazione Tribunale di Rossano N° 01/08 del 10-04-2008 - Nessun contenuto può essere riprodotto senza l'autorizzazione dell'editore.

Copyright © 2008 - 2024 Ionio Notizie. Tutti i diritti riservati - Via Nazionale, Mirto Crosia (CS) - P.IVA: 02768320786 - Realizzato da CV Solutions

Ogni forma di collaborazione con questo quotidiano on line è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita - E-mail: direttore@ionionotizie.it