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Mandatoriccio (Cosenza) - Con il cuore di un 'bambino'


di DON MICHELE ROMANO - Nei pochi versetti del brano evangelico di oggi (Mt 19, 13-15), Gesù ci ammonisce, che per entrare nel Regno dei Cieli, bisogna diventare come bambini: "A chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli" (v 14b). All'incomprensione dei discepoli, che rimproverano e respingono i bambini, Gesù risponde con l'Amore fedele ed accogliente: "Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me" (v 14a). Per accoglierli, tuttavia, bisogna che anche noi ci facciamo "piccoli", entrando così, nella logica della Fede. Nel suo agire, Gesù, nei Vangeli, dimostra una diretta ed immediata dedizione verso i bambini, veri "interlocutori" di Dio, perché "ricchi" di semplicità e amore. È sempre l'Amore, a guidare il cuore di un bambino, nei suoi criteri di scelta. A tal proposito, scrive San Giovanni Crisostomo: "Ad un bambino, anche se gli si mostrasse una Regina con il suo Diadema, egli preferirebbe la sua Mamma, anche se fosse vestita di stracci!" Mi domando: le nostre scelte, da quali criteri sono guidate? Purtroppo, anche oggi, tanti "adulti", diventano seguaci di Gesù solo per calcolo! Così è successo al giovane ricco: "Se ne andò triste; possedeva infatti molte ricchezze" (Mt 19, 22). Gli stessi discepoli, non sfuggono a questa tentazione: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?" (Mt 19, 27). Chi davvero, nella sua vita, è stato capace di farsi bambino, ha sempre preferito il Signore Gesù, umiliato e morto in croce, a tutte le lusinghe del mondo. Dalla Parola di Gesù di oggi, siamo chiamati a farci bambini, per fare esperienza della tenerezza, per imparare a stupirci delle grandi cose, che Dio compie in noi, ogni giorno... Se diventiamo bambini, facendo emergere in noi, la parte più bella e spontanea della nostra Anima, saremo capaci di sognare, di emozionarci, di avvicinarci a Gesù, mentre Lui ci benedice, imponendo le mani su di noi, invitandoci a possedere il Regno. Questo perché, proprio i bambini, come le vedove, come i poveri contemporanei a Gesù, fanno parte delle categorie più deboli nella società ebraica, ignorati da tutti, ma ben presenti nel cuore di Dio. Lasciamo crescere in noi, il "fanciulletto" che ci abita (Come scriveva il poeta Giovanni Pascoli), che sa riconoscere la presenza di Dio, in ogni cosa. Non comportiamoci, perciò, anche noi, come gli Apostoli, che consideravano il chiasso dei bambini, un inopportuno disturbo per il
Maestro. Quante volte, anche nelle nostre Comunità Parrocchiali, proponiamo Liturgie incomprensibili e noiose (Già per gli Adulti...!), con catechesi vuote e moralistiche, presentando il volto di una Chiesa seriosa e severa. Ma via ! Siamo più tolleranti e gioiosi. Non è il caso di "scadere", in rimproveri impietosi nelle nostre Chiese, sol perché un bimbo piange o ci disturba con il suo fare gioioso (Io dico sempre, che è il loro modo di lodare Dio), mortificando magari i poveri Genitori, che ne accusano tutto l'imbarazzo. Troviamo soluzioni idonee e più rasserenanti, senza mai dimenticare che proprio i bambini, ci precederanno nel Regno di Dio. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 13/08/2022

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