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Mandatoriccio (Cosenza) - "Sarete odiati da tutti, a causa del mio nome"


di DON MICHELE ROMANO - Nel brano del Vangelo di oggi (Mt 10, 16-23), Gesù inizia col dirci: "Io vi mando come pecore in mezzo a lupi" (v 16a). Questa metàfora, vuol farci comprendere che solo un miracolo, può far sopravvivere le pecore in mezzo ai lupi. Ma a questo proposito, è bene ricordare quando affermava Tanhuma Toledoth 32 b: "Qualcosa di grande, accade alla pecora (Israele), che sopravvive tra settanta lupi (A simboleggiare i settanta popoli del mondo - Gen 10), perché grande è il Pastore che la salva e la sorveglia (Ecco perché: "Io vi mando...!). È questa la garanzia e la protezione del Buon Pastore. Come cristiani, in ogni caso, dobbiamo essere sempre, prudenti e semplici come le colombe, simbolo del candore (Ct 5, 2; 6, 9), ma a volte anche astuti, come i serpenti, simbolo della scaltrezza” (Gen 3, 1). Questi sono gli atteggiamenti e le virtù, accettate dalla logica evangelica. Ma, mai la violenza! Certo, non mancheranno le persecuzioni e le contraddizioni, che ogni cristiano dovrà soffrire, per causa di Cristo e del Vangelo, non solo da parte dei nemici, che ci condurranno dinanzi ai Tribunali, ma anche da parte di parenti e familiari: "Vi consegneranno ai Tribunali e vi flagelleranno..., a causa mia" (v  17); "Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio..." (v 21a). Senza dubbio, quì, il cuore sanguina, ma lo Spirito Santo non mancherà di darci la forza necessaria per rendere testimonianza alla Verità: "Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre mio che parla in voi" (v 20). Ecco perché San Paolo, ad un certo punto, ha potuto gridare: "Nulla potrà separarci dall'amore di Dio" (Rm 8, 39). Gesù ce lo ha promesso: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20). Purtroppo, la Chiesa e il mondo, sono due realtà, di "difficile" convivenza. Il mondo, come struttura, che a causa del peccato, si è allontanato da Dio, obbedisce ahimè, ad un altro "signore" (Definito da Giovanni: "Il principe di questo mondo"- Gv 14, 30), nemico delle nostre anime, e che nel giorno del nostro Battesimo, Genitori e Padrini, hanno garantito per noi la "disobbedienza" a lui (Con la rinuncia a Satana), per appartenere solo al Signore e alla Madre Chiesa (Con la  professione di Fede). Tuttavia, come cristiani, abbiamo anche da osservare i doveri, legati alla cittadinanza civica (Esempio: pagare le tasse, è un dovere di giustizia), ma noi sappiamo, che come seguaci di Gesù: "Siamo nel mondo, ma non siamo del mondo" (Gv 17, 14-15), in maniera unica ed incondizionata, apparteniamo del tutto a Lui ed alla Chiesa, nostra vera Patria spirituale, che inizia quì sulla Terra il suo cammino, per farci approdare nella Patria definitiva del Cielo. Gesù non promette ai suoi missionari, il successo e il prestigio: "Sarete odiati da tutti, a causa del mio nome" (v 22), ma prospetta un destino di persecuzioni, chiamandoci a ri-percorrere la strada della testimonianza, pur nella sofferenza, avendo come modello Lui stesso: Crocifisso e Risorto. Il versetto 23, promette la consolazione e il conforto, che il Figlio dell'uomo ci porterà: "In verità vi dico, non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo" (v 23b). Sia questa la nostra gioia e la nostra consolazione, perché un giorno sarà Gesù stesso, a prendersi cura dei suoi messaggeri, perseguitati e scacciati. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 08/07/2022

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