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Mandatoriccio (Cosenza) - 'Tu sei il Cristo!'


di DON MICHELE ROMANO - Oggi celebriamo la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, "fondamenta" della Chiesa primitiva e quindi, anche della nostra fede Cristiana. Apostoli del Signore, testimoni della "prima ora", vissero i momenti iniziali dell'espansione della Chiesa, e con il loro martirio, sigillarono la loro fedeltà a Gesù. L'episodio che ci narra, oggi, il Vangelo (Mt 16, 13-19), per comprenderlo appieno, occorre considerarne lo  sfondo geografico. Il tutto si svolge a Cesarèa di Filippo, una città ai piedi del monte Èrmon, ricco di grotte dedicate al dio Pan ed altri dei, compreso un tempio dedicato a Cesare Augusto, fatto erigere da Filippo, figlio di Erode, che aveva ingrandito questa località, dandole il nome di Cesarèa (Appunto, città dedicata a Cesare!). Già gli Ebrei, consideravano tutto questo un opera satanica, e la grotta del dio Pan, era vista come l'ingresso del regno di Satana. Orbene, è proprio quì, in questo contesto, che nel capitolo spartiacque, del Vangelo di Matteo, si svolge questo interessante dialogo, tra Gesù e gli Apostoli, che vede Pietro protagonista, nel dare "l'illuminata" risposta a Gesù: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente" (v 16), e la conseguente promessa di Gesù a lui: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò  la mia Chiesa" (v 18a), affidandogli così, il "primato" della Chiesa nascente (v 18a). Volendo fare un paragone, diciamo, di cultura "contadina", mi verrebbe da paragonare, che su questo contesto "selvatico", Dio ha saputo "innestare" un sapiente progetto di Chiesa, impiantando sul satanico monte Ermon, una nuova "pietra", una nuova "Roccia", da cui sarebbe poi germogliata la Sua Chiesa, dove nessuna potenza infernale "potrà mai prevalere su di essa" (v 18b). (Simon) Pietro, quale responsabile e "guardiano", ne riceve "le Chiavi" (v 19a), simbolo del potere di "legare e sciogliere", ossia, l'autorità dell'insegnamento e il governo della Chiesa, assicurandole ordine, unità, e forza (Missione trasmessa ad ogni Papa, successore di Pietro). Ma oggi la Chiesa, accomuna in un'unica Festa i due più grandi personaggi delle origini cristiane: Pietro e Paolo, entrambi ebrei, come Gesù. Pietro, rileggendo i passi del Vangelo che lo riguardano, vediamo che è un personaggio sanguigno, spontaneo, focoso ma sincero, capace di grandi slanci di amicizia, ma anche un uomo debole (Vedi il suo "rinnegamento"), e tuttavia potremmo riassumere la sua vita, con una frase-messaggio: la tua debolezza, non importa.
Paolo, prima fariseo e persecutore della Chiesa nascente, poi, dopo il misterioso incontro con Gesù, sulla via di Damasco, missionario e fondatore di tante comunità cristiane, sarà il primo ad avere il coraggio di sostenere, che per diventare seguaci di Cristo, non era necessario diventare prima ebrei, con la circoncisione e le pratiche della legge giudaica. Perciò, in definitiva, potremmo riassumere la sua vita, con un'altra frase- messaggio: il tuo passato non conta ! Pur essendo così diversi tra di loro, la Chiesa li festeggia in un'unica Festa. Perché, si chiedono in tanti? Sicuramente, lo Spirito Santo di Dio, ha suggerito di tenerli uniti in un'unica Festa, per presentare l'unità della Chiesa, l'unicità nella diversità, una diversità che trova in Cristo, il suo punto di convergenza e di unità. Per Pietro e Paolo, che si sono tante volte incontrati, hanno spesso dialogato, scontrandosi anche su questioni importanti e decisive, è stato determinante essere uniti dalla stessa Fede, uniti nello stesso Martirio, a Roma, per testimoniare così, la loro fede e il loro amore a Cristo, e agli uomini di ogni tempo. Oggi, penso che Gesù, rivolga ad ognuno di noi, la stessa domanda. Certo, a Lui non interessa ciò che "dice" la gente, attende la nostra, personale risposta: "Ma Io, per te, chi sono?" Buona Solennità.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 29/06/2022

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