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Mandatoriccio (Cosenza) - Il Cuore di Dio


di DON MICHELE ROMANO - Oggi, la Chiesa, ci fa celebrare la Solennità del Divin Cuore di Gesù, "quel Cuore che ha tanto amato gli uomini", dirà a Santa Margherita Maria Alacoque! Oggi celebriamo, dunque, la Festa dell'Amore di Gesù, che liberandoci dal "Male", ci ha meritato la Salvezza, riconciliandoci con il Padre, e facendoci riscoprire la fraternità fra di noi. Penso al privilegio dell'evangelista Giovanni, che nell'ultima Cena, ebbe la possibilità di sentire il "pulsare intenso" del Cuore del Maestro, reclinando il capo sul suo petto, mentre stava celebrando la "prima consacrazione", prima di iniziare la sua crudelissima Passione. Ma chi di noi, dopo una bella Confessione, non ha sperimentato, con la gioia del perdono, l'intensità di quell'Amore? Chi dopo una santa e degna Comunione Eucaristica, non si è sentito amato, coinvolto, immerso, in quel Cuore? Siamo certi, tuttavia, che il Cuore di Cristo, è vivo e pulsante, ancora oggi, nel nostro mondo, e Lui non smette mai di amarci, anche quanto ci "smarriamo", anche quando abbiamo la triste impressione, che tante "barriere", vengono erette tra noi e Lui. Egli è venuto sulla terra, proprio per abbattere questo "muro di inimicizia", che il peccato aveva innalzato (Ef 2,14). Quando ascoltiamo le parole del Vangelo di oggi, capitolo 15 di Luca (Lc 15, 3-7), capitolo che contiene le tre Parabole della Misericordia, anzi della Gioia di Dio: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era smarrita" (v 6a), ci rendiamo conto che siamo un po' tutti "pecore smarrite", a causa dei nostri peccati. Non è il caso, quindi, di gettare altra legna, sul fuoco della nostra superbia, considerandoci giusti e santi. Certo, viviamo tempi, in cui il Sacramento della Riconciliazione, è stato alquanto "relativizzato"; tanti, addirittura, lo considerano qualcosa di duro, arcaico, anacronistico. Ma il Signore, oggi, nella Parabola della "pecora smarrita", ci parla della Gioia, ma non lo fa solo quì, la "Gioia", è quel filo rosso che attraversa tutto il Vangelo: Zaccheo, il pubblicano, invita Gesù a pranzo, con gioia, per celebrare il perdono che ha ricevuto (Lc 19, 1-9); Il Padre del Figliol prodigo, perdona e fa festa per il suo ritorno (Lc 15, 11-32); Il Buon Pastore, fa festa e si rallegra, nel ritrovare chi si era allontanato dal suo cammino (v 6b). C'è chi ha scritto, che un Uomo "vale, quanto vale il suo cuore". Forse è il caso di verificare se il "prezzo"- che viene indicato sull'etichetta del nostro cuore - equivale al valore del riscatto che il Divin Cuore (Preferisco "Divin" a "Sacro", perché Divino è un aggettivo riservato alle Persone, mentre Sacro, più alle cose) di Gesù, ha pagato per ciascuno di noi. D'altronde, la conclusione del Brano, è sintonizzata sulla stessa lunghezza d'onda: "Così, vi sarà gioia nel cielo, per un solo peccatore che si pente, più che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di conversione" (v 7). Il Signore ci invita al "ritrovamento" della Gioia, perciò non "perdiamoci" nell'ipocrisia della mormorazione, perché la Gioia del Padre, è quella dell'Amore, perché Lui ci ama. Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 24/06/2022

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