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Mandatoriccio (Cosenza) - Tu chi sei?


di DON MICHELE ROMANO - La discussione di Gesù con i Giudei, oggi, è posta nel contesto della Festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme, con la quale i Giudei, nel mese di dicembre, celebravano l'Anniversario della Purificazione del Tempio, operata da Giuda Maccabeo (2 Mac 10,1-8).
Il linguaggio usato da Gesù, in questo brano evangelico (Gv 10, 22-30), verso i Giudei, che, ipocritamente, dichiaravano di avere l'animo "sospeso": "Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente" 
(v 24b), è piuttosto duro e determinato. Dichiara che è disposto a lottare strenuamente, per difendere tutti noi, suo gregge, da lupi e mercenari, è disposto a dare la vita, per la salvezza delle pecore:  "Nessuno le strapperà dalla mia mano" (v 28b). Con Lui siamo in mani sicure, nessuno ci separerà mai, dal suo abbraccio. Ma per seguirlo, occorre "ascoltarlo" e "riconoscere" la sua voce, cioè frequentare la sua Parola, e meditarla ogni giorno. Lui, tuttavia, ben conosce i nostri limiti, le nostre fatiche, e debolezze, e tuttavia, ci esorta a non scoraggiarci, perché, niente e nessuno, ci potrà mai separare dal suo affettuoso abbraccio: non il dolore, non la malattia, non l'odio, non Il peccato, e neanche la morte. Siamo stati "pagati", a caro prezzo. Purtroppo, anche nel nostro tempo, seguitiamo ad ignorare il Signore, ed in tanti, preoccupati, Gli rivolgono la stessa domanda: "Tu chi sei"? La risposta di Gesù, è di una naturalezza disarmante, ricca di tanta semplicità ed umiltà: È  l'Amore incarnato del Padre, nel contesto della nostra vita umana: "Ve l'ho detto, ma voi non credete" (v 26a). È quando Lui rivolge a noi la domanda: "Ma voi, chi dite che io sia?" (Lc 9, 20a), che cala il silenzio e l'imbarazzo. Occorre fare nostra, la risposta di Pietro, sulla cui "roccia", Gesù ha fondato la Chiesa: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16, 16). Certo, la Salvezza è offerta a tutti, ma abilitati a riceverla, sono gli umili e i semplici, abitati dalla Saggezza: "Con gli umili, invece, c'è la Saggezza" (Pr 11, 2). Una Saggezza, che consiste nell' avere Fede in Dio, una Fede autentica, che ci porta a coltivare un rapporto con Gesù nella preghiera, e che avrà come premio finale la Vita eterna: "Io do loro, la vita eterna..." (v 28a). Gregge, che è custodito con cura, dal Padre e dal Figlio, che vivono in perfetta comunione ed intimità: "Io e il Padre, siamo una cosa sola" (v 30). Parole, che si riveleranno "scandalose", agli orecchi degli increduli Giudei: "Ma voi non credete, perché non fate parte delle mie pecore" (v 26). Cioè, non vi riconoscete bisognosi di essere "guidati", perché chiusi nella vostra autosufficienza. L'evangelista Giovanni, inoltre pone sulla bocca di Gesù, le tre affermazioni, che mettono in risalto le caratteristiche delle pecore, in rapporto a Lui:
Ascoltano la sua voce, lo seguono, e non periranno mai. Questo perché Gesù, è cosciente della sua Missione: custodire e preservare, noi, suo Gregge, da ogni pericolo, nella sicurezza e nella pace. Lo stesso San Paolo, che pure ne ha vissute e subite tante, dirà: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo?" (Rm 8, 35). È vero, oggi leggiamo nella prima Lettura, che ad Antiochia, per la prima volta, i Discepoli, sono chiamati "Cristiani", ma in senso alquanto "dispregiativo"; noi, oggi, col nostro impegno di vita, quasi a voler ricambiare l'Amore di Cristo, facciamo sì, che questo meraviglioso appellativo "Cristiano", che significa: di Cristo, diventi una qualifica ed un programma di vita. Buon tempo Pasquale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 10/05/2022

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