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Mandatoriccio (Cosenza) - Parole di vita eterna


di DON MICHELE ROMANO - Terminato il discorso di Gesù sul "Pane di vita", nel Vangelo di oggi (Gv 6,60-69), e c'era da aspettarselo, vediamo due reazioni diverse, anzi, direi contrapposte, fra i suoi uditori. Per alcuni, il linguaggio di Gesù, è troppo duro ed incomprensibile, chiusi come sono alla sua Parola salvifica: "Da allora molti dei suoi discepoli, si tirano indietro e non andavano più con lui" (v 66). D'altra parte, vediamo la reazione degli Apostoli, rappresentati da Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna..., noi abbiamo creduto" (v 68-69a). Non è che gli Apostoli, fossero più perspicaci degli altri, o più buoni, né tantomeno esperti della Bibbia, ma sono, pur nella loro semplicità, più docili, più aperti allo Spirito. Amavano davvero Gesù, pur con tutte le loro fragilità. 
"L'Amore vero, scriverà Sant'Agostino, è ubbidire e credere a chi si ama"! È vero, questo primo annuncio dell'Eucarestia, ha provocato una divisione tra i discepoli, così come resteranno scandalizzati, di fronte all'annuncio della Passione, ma sappiamo bene, che sia l'Eucarestia, sia la Croce, sono "pietre d' inciampo": "Forse anche voi volete andarmene?" (v 67). È una domanda, che è rimbalzata lungo i secoli, ed è arrivata fino a noi. Qual'è la nostra risposta? Gesù è l'unico, anche per noi, ad avere Parole di vita eterna? (v 68). O è il lamento dell'amore incompreso, che registra tutti gli abbandoni, che nel corso dei secoli, i "suoi" avrebbero fatto, nei confronti della "Mensa divina?" È la stessa, amara delusione, dello Sposo, che non vede arrivare gli invitati, al banchetto delle sue nozze (Mt 22, 3); delusione di Gesù, che non vede entrare nella sua Chiesa, proprio i "suoi", coloro che si professano cristiani, che scelgono di rimanere "fuori", digiuni ed affamati. Può capitare, e Dio non voglia, che  primi "assenti" dalla sua Mensa, siamo proprio noi, i Celebranti. Non per nulla, a "tradirlo", sarà proprio Giuda, un Apostolo, uno presente al memoriale del banchetto Eucaristico. Gesù ci insegna ad essere "pane": che nutre e si dona. Essere pane, significa donarsi, servire, amare, perdonare. Tuttavia, Lui, rispetta la nostra libertà, non impone mai nulla, solo propone. E tuttavia, non si scoraggia, ci lascia "liberi" di andare. Anche quì, ci troviamo di fronte a due possibili opzioni: vivere nell'illusione di non aver bisogno del "nutrimento" da lui proposto: l'Eucaristia, perché crediamo che a nutrirci basti "altro", oppure scoprire, come Pietro, la dimensione più "vera", di una vita, che sa accogliere le parole di Gesù, che sono "Spirito e Vita". Gesù sa aspettare, perché, anche se noi siamo infedeli, Lui rimarrà fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2, 13). Buon tempo Pasquale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 07/05/2022

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