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Mandatoriccio (Cosenza) - Rabbunì


di DON MICHELE ROMANO - Nel pianto di Maria di Màgdala, nel Vangelo di oggi (Gv 20, 11-18), possiamo riconoscere il "pianto" di ciascuno di noi, i momenti di disperazione, ed i momenti più bui della nostra vita. È come se Gesù si chinasse su di noi, e chiedesse anche a noi:  "Perché piangi?" Una tenerezza che, sola, può colmare le nostre ferite più profonde. Gesù, da Risorto, non si "innalza" su un trono regale, non dimentica le nostre fragilità umane, anzi continua ad "abbassarsi" sulla nostra miseria, sostenendo la nostra sofferenza. Forse siamo noi, smarriti e  disorientati come la Maddalena, che tante volte, ripiegandoci su noi stessi, gridiamo a Dio, il nostro: "Eloì, Eloì, lamà sabactàni?" (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? - Mc 15,34). Anche allora, Lui ci osserva, con sguardo amorevole, dandoci l'opportunità, in questi momenti drammatici, di rivivere la nostra Pasqua, come un ritrovarsi pieno e profondo con Lui, il Signore vivente, che ci conosce bene, e ci chiama per Nome ("Io conosco le mie pecore..."- Gv 10,14). Abbiamo visto con che naturalezza, alla fine, "i Discepoli, ritornarono a casa" (Gv 20,10). Solo chi ama, come Maria di Màgdala, non si dà pace, e "rimane"! Al suo naturale pianto (Anche Gesù, del resto, ha pianto su Lazzaro  morto), Gesù pone una specifica domanda: "Chi cerchi?" Ma è solo quando la chiama per nome:"Maria", che lei ha la certezza, che non esistono più distacchi, vuoti, paure, e rinnova tutto il suo Amore al Maestro:  "Rabbunì" (Maestro mio).
"Maria-Rabbunì, è una relazione che non tramonterà mai, è un ritrovarsi in una fedeltà, che supera ogni logica. Forse la bellezza della Pasqua, sta proprio quì, in 
questo ritrovarsi, pieno e profondo col Signore della Vita, che ci chiama per Nome. La  domanda di Gesù, pone anche a noi, cristiani di oggi,  molti interrogativi: "Chi cercate, voi ?" Cosa chiedete nella vostra Religiosità, nella Fede, nella vostra Preghiera? Cercate forse, la "vostra pace", le garanzie di un vostro modo di vedere le cose, i vani tentativi di trasformare il mondo a vostro uso e consumo, la vostra personale tranquillità?
La Fede autentica, inizia da un incontro particolare con il Signore, che chiama e che noi ascoltiamo. Don Tonino Bello, commenterà, dicendo:  "Coraggio, il Signore è Risorto, proprio per dirci che, per  chi decide di "amare", non c'è morte che tenga, non c'è macigno sepolcrale, che non rotoli via"! Auguri per la santa Pasqua.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 19/04/2022

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