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Mandatoriccio (Cosenza) - Riunire i dispersi


di DON MICHELE ROMANO - La pagina del Vangelo di oggi (Gv 11, 45-56), ci mostra la reazione opposta al "segno" della resurrezione di Lazzaro (v 38-44): molti presenti al miracolo, credono in Gesù, mentre i Capi del Popolo decretano la sua morte, ostinandosi nella loro cecità. Questo brano, ha un profondo significato teologico, perché è uno dei pochi brani, in cui l'evangelista Giovanni, parla del valore salvifico della morte di Gesù. Non solo determina che deve morire, ma viene precisato anche lo scopo,  e l'effetto della sua morte: Egli muore: "Per riunire insieme i figli di Dio, che erano dispersi" (v 52).
I "segni" operati da Gesù, devono favorire la Fede (Gv 20, 30-31), tuttavia, annota l'Evangelista, che la Fede profonda, deve prescindere dal "Vedere", ecco perché Gesù, proclama Beati, i discepoli che credono, senza averlo visto: "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (Gv 20,  29b). Questa è la grande lezione che Giovanni fa emergere dalla vicenda di Tommaso: Questa che è considerata la "Nona Beatitudine", e la sua bella Professione di Fede: "Mio Signore e mio Dio" (Gv 20,28). La condanna di Gesù, manifesta la più grande preoccupazione dei Giudei, che è solo di carattere politico, essi temono di perdere il potere. Quando Giovanni scriveva il suo Vangelo (Tra il 70 e l'80, la distruzione di Gerusalemme e del Tempio, con la conseguente deportazione degli Ebrei, era  cosa già avvenuta), loro temevano disastri sociali e sommosse, a motivo della fede in Cristo, non prevedendo che questi mali, sarebbero stati solo conseguenza della loro incredulità, un "castigo" per aver rifiutato il Messia (Lc 19, 41-44). Caifa (Il nome, secondo alcuni, sarebbe un soprannome:  "La scimmia"), pur essendo un delinquente omicida, per il suo ruolo di Sommo Sacerdote in quell'anno, viene usato, fa intendere Giovanni, per "profetizzare": "È conveniente che un solo uomo, muoia per il popolo, e non vado in rovina la nazione intera"(v 50). E sarà proprio così, Gesù muore a favore dell'intera umanità: per donare la vita al mondo (Gv 6,51); per salvare il gregge di Dio (Gv 10,11.15); e per santificare i discepoli nella Verità (Gv 17,19). La morte  di Cristo, abbiamo visto,  ha una finalità salvifica. Mentre il peccato è divisione, la salvezza è vita,  ricongiungimento in unità, dei figli di Dio dispersi. Si realizza, in tal modo, l'oracolo di Ezechiele:  "Passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse..., per formare un solo gregge, condotto da un solo pastore" ( Ez 34, 12-13). Questi avvenimenti si verificarono a pochi giorni dalla Pasqua. Sarebbe, davvero auspicabile, che anche noi, ci unissimo a quei Pellegrini, che salivano a Gerusalemme qualche giorno prima della Solennità, per purificarsi,  aspersi col  sangue degli agnelli, perché saranno loro che nell'attesa, cercano Gesù:  "Che ve ne pare? Non verrà alla Festa? Ecco, saranno proprio questi contadini, gente semplice, che nella loro sincerità, ma con grande affetto, domani oseranno "Cantare ed Osannare" Gesù, nel suo ingresso trionfale in Gerusalemme (Gv 12, 12). Buon cammino quaresimale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 09/04/2022

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