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Mandatoriccio (Cosenza) - Abisso


di DON MICHELE ROMANO - Devo confessarvi, che quando leggo questo brano del Vangelo (Lc 16, 19-31), vado alquanto "in crisi", perché tornare a riflettere sui "Novissimi" (Morte, Giudizio,  Inferno e Paradiso), è sempre qualcosa che crea turbamento, e che spesso rimuoviamo dal nostro quotidiano. Intanto, ci vengono presentati i due protagonisti della Parabola:  Uno, povero, che però possiede il nome: Lazzaro (Mendicante, "Che Dio ha aiutato"), e mi ricorda tutte le volte che Gesù diceva: "Non rallegratevi perché i demòni si sottomettono a voi, rallegratevi piuttosto, se i vostri Nomi sono scritti nei Cieli" (Lc 10,20), e l'altro, un Ricco, che viene identificato, non con un Nome, ma con un Aggettivo (Che anticamente designava una Casta di sacerdoti Romani, che dirigevano lauti banchetti),  Epulone ("Mangione"- "Ghiottone").
 Il Ricco, vestiva ogni giorno, di Porpora e di Bisso (Le stoffe più preziose dell'Oriente), ogni giorno si dava a lauti  Banchetti, ignaro che alla sua porta, giaceva il  Povero Lazzaro (Era il suo "prossimo"), coperto di piaghe, che "Bramoso di  sfamarsi, con quello che cadeva dalla sua tavola; ma erano i cani che venivano a leccarsi le sue piaghe" (v 21). Questo accadeva sulla Terra, ma mi piace, qui,  ricordare, la simpatia e il sarcasmo, del grande Totò, che definiva la morte, una "Livella", ovvero moriremo tutti ed in egual modo, senza che niente ci segua da questa terra. Tuttavia, nella dimensione ultraterrena, i criteri di giudizio e i ruoli, si invertono: Il povero Lazzaro, è ritenuto degno della sorte dei Giusti, il Ricco (Epulone), sazio dei beni goduti  su questa terra, si è colpevolmente privato, delle ricchezze del Cielo: La Gioia e la Pace, nel Regno di Dio,  conoscendo, ora, solo 
l'arsura e il tormento.
Fra i Due, dice il Vangelo, ormai,  non c'è più alcuna possibilità di comunicazione: "Dio ha fissato un grande abisso" (v 26), che separa i Salvati (In Paradiso), e i Dannati (Nell'Inferno). Abisso di solitudine, che diventa sempre più invalicabile, per tutte le nostre "mancanze di Amore", soprattutto verso i tanti "Lazzari", che bussano alle nostre porte , e che noi ignoriamo (Saranno proprio queste nostre scelte comportamentali, nel Bene o nel Male, a determinare, in "quel Giorno",  il Giudizio di Salvezza, o di Condanna di Dio, per l'eternità.
Mi colpisce, tuttavia, che il Ricco, pur tra i tormenti, manifesti un briciolo di pietà, verso i suoi cinque fratelli, ancora sulla Terra, intervenendo presso il padre Abramo, perché consapevole che anche loro, vivendo sulla Terra da dissoluti, avrebbero potuto convertirsi, evitando, così, di subire la sua stessa sorte. Questo prova che, come noi preghiamo per i Defunti, anche loro intercedono per noi.  Purtroppo, quando siamo chiusi nel nostro egoismo, e asserviti agli Idoli del possesso, del piacere, ed invasati dalla cupidigia, non c'è più spazio nel nostro Cuore, per il Signore e il suo Amore. 
Anche noi, ancora "Pellegrini" sulla Terra, finché siamo in Vita, "Tempo del Merito", possiamo sempre "Convertirci". Che la Parabola di oggi (E come sarebbe auspicabile, ricordarla con frequenza), ci aiuti a "spogliarci dell'uomo vecchio" (Col 3,9), sapendo riconoscere sempre più, nella moltitudine di tanti nostri Fratelli: Profughi, senzatetto, mendicanti, affamati, ecc., il povero "Lazzaro" della Parabola, memori di quanto ci raccomanda Gesù: "Quello che farete (O non farete), a uno solo di questi miei Fratelli...nel bisogno, l'avete fatto (O non l'avete fatto), a Me" (Mt 25,  31-46). Buon cammino quaresimale.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 17/03/2022

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