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Mandatoriccio (Cosenza) - Effatà - Apriti


di DON MICHELE ROMANO - In questa ultima perìcope del capitolo 7°, del Vangelo di Marco (M 7, 31-37), Gesù ancora attraversa quei territori, che secondo la mentalità degli Scribi e dei Farisei, erano considerati "impuri": Sidòne e le città della Decàpoli. Gesù corre volentieri questo "rischio" e accetta di incontrare gli "altri" (Gli "impuri", i  "pagani"), prova che la Salvezza, non è una "eslusiva" di  Israele, ma è per tutti, e, lungi da ogni legalismo religioso, privilegia il portare la salute ad un povero sordomuto (A quei tempi, considerati "colpevoli", loro o le loro Famiglie), e reietti della Società, ma anche dalla Religione, perché non in grado di leggere, né tantomeno di commentare la Toràh, nelle sinagoghe. Gesù preferisce "allontanarsi" dalla folla (Non ama il protagonismo), instaura un dialogo intimo e diretto con il malato, e "mette le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua"(Mc 7, 33). Per Gesù, la Salute di chi soffre, viene prima del rispetto di ogni norma o tradizione. Per questo "guardando verso il cielo, emise un sospiro e gli disse Effatà, cioè Apriti" (Mc  7,34). È come trovarsi di fronte a una nuova Creazione. Infatti, immediatamente, quel poveretto riacquistò udito e parola. Difronte a questo, la gente rimase stupita, e diceva: "Ha fatto bene ogni cosa" (Mc 7,37). Questa parola chiave "Effatà- Apriti, dovrebbe anche "aprire" la nostra comunicazione con Dio e con i fratelli. Già l'indimenticabile Giovanni Paolo II, gridava al mondo: "Aprite le porte a Cristo". Le porte, cioè, del nostro Cuore, della nostra Mente, attraverso l'ascolto della Parola e la frequenza dei Sacramenti, per condividere ogni giorno la sua vita Divina ed eterna.  Purtroppo, nonostante i tanti segni che Dio manda nella nostra vita, noi non sappiamo, o  forse, non vogliamo intercettarli: "Non c'è peggior sordo, di chi non vuole ascoltare". Ma la Parola di Dio, per essere percepita come Parola che guarisce, aiuta, ed è capace di recuperare e  ristabilire la comunicazione "perduta",  ha bisogno del Silenzio: "Lo prese in disparte, lontano dalla folla"; e dell'Ascolto "vero", che ci fa superare ogni ripiegamento su noi stessi, rompere ogni involucro impenetrabile del nostro "io".
È proprio questa incapacità, che caratterizza oggi: la Coppia "chiusa", la Famiglia "chiusa"; la Parrocchia "chiusa", ecc.!  Eppure nella nostra vita cristiana, iniziata col Santo Battesimo, Cristo, attraverso i gesti e le parole del Sacerdote celebrante, esclama per noi:  "Effatà-Apriti.
È triste pensare che, pur vivendo in un'era di grande "comunicazione di massa",  l'uomo non sa più ascoltare, preferisce rimanere "sordo" e "muto":" Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti" (Lc 8, 8c). Mi piace concludere con questa meravigliosa Preghiera di Sant'Agostino:  "Tardi ti ho amato, Tu eri dentro di me ed io fuori. Mi hai chiamato e il tuo grido, ha guarito la mia sordità. Col tuo splendore, hai dissipato la mia cecità. Ora anelo a Te. A tutti, una  serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 11/02/2022

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