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di KATIA FILICE e DESIRÉ CHIRICO - Si ritorna a scuola tra mille incertezze, prima fra tutte quella relativa allo stare insieme in classe in presenza. Un'esigenza fondamentale per bambini, ragazzi e giovani che sentono la necessità di vivere insieme, di fare squadra, di collaborare. Ecco perché oggi più che mai orientare significa porre l’accento sulla necessità del crescere insieme, del fare gruppo. Dall' individuo alla comunità. Per certi versi questa situazione di emergenza di un'esperienza condivisa ha creato sinergia per via di quel. sostrato di vissuto comune che accompagna ogni nostra azione.  Ma sicuramente le regole sanitarie, alle quali dobbiamo necessariamente attenerci, limitano i momenti di incontro e convivenza. Si pensi al momento per eccellenza più socializzante, la tanto agognata ricreazione, che vede i ragazzi costretti ognuno nella propria aula e i bambini spesso a dover fare merenda a fasi alterne per via di una mascherina necessariamente abbassata. E allora in questo momento in cui molti ragazzi fanno la loro scelta c'è necessità di infondere loro tranquillità e senso di prospettiva per il futuro.  Ecco che si può fare ricorso a quelle competenze non cognitive, argomento attualissimo, che consentono di vincere lo stress e vivere a pieno le emozioni della vita. L'orientatore può oggi teatralizzare una vicenda e permettere ai ragazzi coinvolti di comprendere, attraverso la messa in scena, la vita reale. Può in poco tempo, attraverso il loro coinvolgimento trasformare l'informazione in sperimentazione. Un modo nuovo di orientare che fa comprendere ai ragazzi il percorso adatto per rafforzare le proprie competenze, sempre nel rispetto di sé e degli altri.