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Rossano (Cosenza) - Donne come noi: Agar e Sara


di LETIZIA GUAGLIARDI - Da oggi inauguriamo un nuovo filone di articoli: Donne della Bibbia, donne come noi. Le donne citate nella Bibbia mi affascinano, non solo quelle più note, anche quelle che sono citate in poche righe ma che, ugualmente, riescono con il loro fugace passaggio a lasciare un segno.

Oggi ti presento ben due donne – Agar e Sara – l’una il contrario dell’altra: Agar è schiava, giovane, bella e potenzialmente fertile; Sara è la sua padrona, bella ma ormai sfiorita e sterile. Nei miei disegni puoi leggere i fatti principali della loro vita. Ti elenco alcune delle domande che queste due donne mi hanno ispirato. Un’insolita chiave di lettura del mondo e della vita.

Sara è sterile. Nell’epoca in cui visse era motivo di angoscia personale e di vergogna pubblica. QUALI SITUAZIONI DI “INFECONDITA'” RISCONTRIAMO NELLA NOSTRA VITA?

Non aspetta il piano di Dio, che secondo lei tarda ad arrivare, e trova un escamotage per avere un figlio: Agar. QUANTE VOLTE NON ABBIAMO LA PAZIENZA DI ASPETTARE E PRENDIAMO DELLE SCORCIATOIE CHE NON CI PORTANO DA NESSUNA PARTE?

Aveva 65 anni quando lasciò tutto per andare con suo marito in un posto che non conosceva, ubbidendo a una promessa di Dio. IL CERTO PER L’INCERTO: FAREMMO COSI’ ANCHE NOI?

“Sara, perché ridi?”- QUANTE VOLTE SIAMO INCREDULI DAVANTI ALLE PROMESSE DI DIO?

“Non ho mentito!” – QUANTE VOLTE MENTIAMO PER TIMORE?

Sara, nella tenda, ascolta ciò che i tre Angeli rivelano a suo marito Abramo sotto la quercia di Mamre. È incredula ma intravede, anche, la speranza. Quella di avere un figlio. SIAMO IN GRADO ANCHE NOI DI VEDERE UNA VIA D’USCITA QUANDO SIAMO RINCHIUSI NELLA NOSTRA “TENDA?”

Sara mostra tutte le sue fragilità (che possono essere anche le nostre): ha trattato malissimo la sua schiava Agar; l’ha usata per avere un figlio (Ismaele) con suo marito (il diritto mesopotamico di allora lo permetteva); in preda alla gelosia, all’invidia e alla rabbia incolpa Abramo perché la sua schiava, avendo concepito, si è insuperbita; ride davanti alla promessa di Dio. SIAMO CONSAPEVOLI CHE NON SIAMO GIUDICATI PER QUALCHE MOMENTO DI DEBOLEZZA? NON IN QUESTO CONSISTE IL NOSTRO VALORE COME PERSONE.

Da quando Dio rinnova il patto Sara aspetta ben 25 anni. Eppure non aveva motivo di sperare: era anziana e suo marito aveva dieci anni più di lei. SIAMO CAPACI DI NON ARRENDERCI ANCHE QUANDO VEDIAMO DAVANTI A NOI SOLO OSTACOLI?

Sara diventa mamma a 90 anni e partorisce Isacco. La sua risata ironica si trasforma in una risata di gioia. SAREMMO IN GRADO, COME LEI, DI COMBATTERE LE ONDE DEL DUBBIO, DELLA PAURA, DELL’INCERTEZZA, DELLA GELOSIA E DELLA VERGOGNA?

Ciò che non ci uccide ci fortifica. In Sara le “tempeste” hanno rinforzato la sua fede. E IN NOI…CHE EFFETTO HANNO?

Agar e il piccolo Ismaele vengono mandati via dalla gelosia di Sara. HAI MAI VISSUTO DEI MOMENTI IN CUI TI SEI SENTIT* MESS* DA PARTE ED ESCLUS*?

Agar, nel deserto, finisce presto il pane e l’acqua che le ha dato Abramo. Si dispera, piange, soprattutto per il suo bambino, e ormai aspetta solo la morte. COME REAGIAMO NOI QUANDO CI SENTIAMO SOLI E ABBANDONATI?

“Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce di tuo figlio…” (Genesi 21:17). SAPPIAMO STARE IN ASCOLTO DI DIO ANCHE IN MEZZO AI NOSTRI PROBLEMI E AI RUMORI DEL MONDO?

“Poi Dio le aprì gli occhi e vide un pozzo d’acqua. Così lei e suo figlio scamparono alla morte.” (Genesi 21:19). DIO LE DA’ OCCHI NUOVI PER VEDERE, MEDIANTE IL POZZO, LA SUA PROMESSA. VOGLIAMO ANCHE NOI OCCHI NUOVI?

Agar ha perso un otre ma ha trovato un pozzo. CI SIAMO MAI TROVATI NELLA SITUAZIONE DI AVER PERSO QUALCOSA CHE CI SEMBRAVA IMPORTANTE E INVECE POI NE ABBIAMO RICEVUTA UN’ALTRA MOLTO PIU’ PREZIOSA (non in termini economici)?

Sara è molto ospitale, come Abramo, quando tre stranieri arrivano al loro accampamento. Pur avendo la serva Agar e ben 318 servi, prepara lei stessa delle ottime focacce. Perché? Perché voleva ricevere per sé la ricompensa. DOBBIAMO PRATICARE L’OSPITALITA’ IN PRIMA PERSONA. COSI’ SIAMO NOI AD ESSERE SANTIFICATI, LE NOSTRE MANI AD ESSERE BENEDETTE. QUANTO SIAMO OSPITALI?

L’uomo non nasce ospitale né lo diventa all’improvviso. SIAMO DISPOSTI AD IMPARARE IL DONO DELL’OSPITALITA’?

Credo che il nostro incontro di oggi con Sara e Agar non ci abbia lasciati indifferenti (ho usato il maschile perché il loro esempio vale per tutti, uomini e donne). Non sono così distanti da noi visto che, con la loro esperienza, hanno così tanto da dirci e da chiederci. Agar rappresenta la solitudine, soprattutto il deserto interiore. Sara, sterile in un mondo in cui se non si procreava non si era considerate donne, rappresenta la sofferenza, ancora attuale, di chi vive la maternità negata e a questa aggiunge anche quella dell’impazienza, delle cure avvilenti e della delusione che si perpetua mese dopo mese. Ma Agar ci sprona a non arrenderci, lei si salva e salva suo figlio. Non da sola, come abbiamo visto. Sara ci incoraggia a perseverare nella fede in Dio, nonostante le prove e le tentazioni, perché lei, alla fine, ha avuto la sua ricompensa.

Credo che il pozzo nel deserto in cui errava Agar ci fosse da molto tempo, solo che lei non lo vedeva. Quante soluzioni ai nostri affanni e problemi non vediamo? Perché non chiediamo a Dio di farci vedere il “pozzo” nel nostro deserto, quello con l’acqua che ci disseta, una volta per sempre?

P.S.: se vuoi leggere tutta la loro storia apri la Bibbia e cerca i capitoli 16,1-15 e 21,8-19 della Genesi.


di Letizia Guagliardi | 24/11/2021

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