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Mandatoriccio (Cosenza) - La vista


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa XXX Domenica del T.O.(Mc 10, 46-52), ci descrive la scena dell'ultimo miracolo, compiuto da Gesù sulla terra (Fatta eccezione per Mt 21,14 e Lc 22,22). Gesù sta percorrendo gli ultimi Km , che da Gerico, lo porteranno a Gerusalemme, e lungo la strada, nonostante sia menzionata una grande folla che lo segue, Lui si sofferma accogliere il "grido", sempre più disperato, di un povero cieco, seduto lungo la via a mendicare.
Gesù polarizza il suo sguardo misericordioso unicamente su di Lui, gli richiede quanto è necessario al miracolo - la Fede - e così, il cieco riacquista la vista. Da notare che, appena Gesù lo chiama, :"Egli, gettato via il suo mantello (Ovvero ogni "sicurezza"..., Infatti il "mantello" per un povero, allora, era tutto : vestito, coperta, elemento di dignità), balzò in piedi (In greco:"Egheìro"= Alzare, Risorgere), e venne da Gesù ".
La guarigione del cieco, messa proprio in prossimità della Passione,  sembra avere un grande significato simbolico. È un pò, come dire a noi oggi : Ogni buon discepolo di Gesù (Il cieco guarito :"Prese a seguirlo lungo la strada"), deve saper chiedere la Guarigione dalla propria "Cecità spirituale", deve poter "aprire gli occhi", per comprendere ed accogliere, quello che sarà lo "Scandalo della Croce".
Leggiamo questo miracolo di Gesù, come una vera e propria "Catechesi sulla fede", perché  sarà l'unica richiesta che Gesù rivolgerà al cieco, senza che questa volta lo "tocchi" (E lì, per due volte), come per il cieco di Betsaida (Mc 8, 22-26). Occorre, dunque, la Fede, per affrontare la strada della Croce. Un strada che tutti "rifuggono" e rifiutano : i suoi contemporanei, i suoi stessi discepoli...e quindi anche noi ! Bartimèo, che dopo il dono della guarigione, si incammina sulla strada di Gesù, diventa per tutti noi, l'esempio da imitare. Già nel suo nome - Bartimèo, cogliamo una valenza di chiara matrice "universalistica". Infatti, il suo nome, è per metà aramaico (:"Bar = Figlio), e per metà greco : Timèo. Così spiega l'esegeta Bas Van Iersel: "La figura di questo greco travestito da mendicante cieco, equivarrebbe a dire, che la cultura greca, cerca un contatto con l'ebreo Gesù" .
È narrare in modo plastico, attraverso il miracolo, l'incontro tra il Cristianesimo e le altre culture, in particolare quella pagana (Marco sappiamo essere il Vangelo, portato al cuore del paganesimo, Roma).
Mi avvio a concludere, pensando che quel povero cieco, accovacciato al bordo della strada, tra Gerico e Gerusalemme, scartato e zittito da tutti, sia metafora di ogni Uomo e Donna che, ancora oggi, in questo mondo caratterizzato da tanta povertà (Leggi anche Cecità), attende una parola di salvezza, una luce di speranza,  per trovare la forza di accogliere la propria Croce .Una santa domenica a tutti. 


di Redazione | 24/10/2021

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