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Rossano (Cosenza) - Sì, viaggiare...


di LETIZIA GUAGLIARDI - Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi. E con le dovute accortezze, ora più che mai, e in Italia, perchè il nostro Paese è pieno di meraviglie che ci aspettano. Cercavo una meta per una piccola vacanza e mi è capitato di leggere un articolo pubblicato su The Guardian che, fra l’altro, ha scritto:

“Se vuoi un breve riassunto del carattere di Catania, non guardare oltre la montagna cupa ed esplosiva che incombe su di essa: l’Etna. La città universitaria sulla costa orientale, affacciata sul Mar Ionio, può essere intensa, caotica e bellissima”.

E così sono andata a Catania e ci ho trascorso tre giorni per verificarlo. Le foto che seguono rivelano solo una parte del suo fascino.

Un momento di relax a Villa Bellini

Nell’ingresso di una delle tante chiese. Nelle foto sottostanti sto ammirando le opere esposte nel Castello Ursino, costruito da Federico II di Svevia tra il 1239 e il 1250.

Nelle foto che seguono sono nel pozzo di Gammazita, un luogo pieno di mistero, e poi nella città sotterranea.

E ora passeggiata e relax nei giardini di Villa Bellini.

Le foto degli arancini, dei cannoli, di una delle tante granite e della pasta alla Norma si commentano da sole. Anche i piatti tipici di ogni regione italiana concorrono a fare del nostro Paese un luogo meraviglioso che dobbiamo conoscere, proteggere e far conoscere.

Scendere nel Pozzo di Gammazita è stato come ritornare nel passato. Da nove secoli questo posto ammalia poeti, pittori e viaggiatori, ha servito la città e i suoi abitanti ed è diventato scenario di una leggenda che a Catania si tramanda da generazione in generazione, dal tempo dei Vespri fino ad oggi. Questa leggenda racconta del coraggio e della determinazione della bella popolana Gammazita che preferì morire gettandosi in fondo al pozzo piuttosto che cedere alla violenza del dominatore angioino.

Ho passeggiato nei Giardini di Villa Bellini, il parco più grande della città, nato nel Settecento su ordine del principe di Biscari Ignazio Paterno Castello. Il nucleo originario era stato commissionato seguendo le mode dell’epoca, ricco di giochi d’acqua, siepi che formano labirinti e sculture. Ho percorso il viale degli uomini illustri, un omaggio a tutti coloro che hanno portato in alto il nome della città: tra questi c’è una scultura di Giuseppe Mazzini, il busto di Caronda, primo legislatore Catanese e quello di Giovanni Verga.

Catania abbracciata dall’Etna

Un ringraziamento speciale a Matilde e Oreste, le due guide dell’Associazione Naturalistica e Culturale Etna ‘ngeniousa, che mi hanno accompagnata nel misterioso percorso alla scoperta della città sotterranea e dei vivaci vicoli e delle suggestive viuzze, così traboccanti di colori, di suoni e di odori. Catania è una città a strati che i suoi abitanti hanno sempre ricostruito dalle fondamenta, anche dopo le peggiori distruzioni, come orgogliosamente ricordato dal motto Melior de Cinere Surgo (Rinasco dalle (mie) ceneri ancora più bella) inciso su Porta Garibaldi.

Esprimo gratudine anche per il personale dell’Hotel incastonato come un gioiello tra Via Etnea e Via Crociferi: il cuore barocco del centro storico di Catania. La loro gentilezza, disponibilità e professionalità hanno reso molto confortevole il mio soggiorno.

Il museo più bello d’Italia è l’Italia stessa, affermava Philippe D’Averio, scomparso pochi giorni fa: un museo diffuso pieno di monumenti, chiese, borghi, piazze e bellezze naturali che bisogna andare a scoprire. Con lentezza, con gli occhi attenti, con la mente aperta e con lo stupore infantile.

Rispettiamo tutte le regole, per la nostra sicurezza e per quella degli altri, e soprattutto questa: Non torniamo da un viaggio così come siamo partiti. Torniamo migliori.


di Letizia Guagliardi | 09/09/2020

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