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Crosia (Cosenza) - FOCUS GIOVANI – Laurearsi durante il Coronavirus. Le emozioni di Serafina Abruscia


di ANTONIO IAPICHINO - Laurearsi ai tempi del Coronavirus. Continua il nostro viaggio, di tipo giornalistico, fra coloro che in questi giorni sono chiamati a vivere la loro importante esperienza accademica in maniera completamente diversa dal solito. Infatti, le università italiane si sono adeguate all’attuale situazione di emergenza sanitaria e, per poter proseguire la propria attività formativa e riuscire a portare a termine le varie tappe, già da tempo programmate, fra cui le sedute di laurea, stanno adoperando il sistema dei video-collegamenti. Dunque, non incontri frontali per le lezioni ma l’uso di uno strumento multimediale. Idem dicesi per quanto attiene la discussione delle tesi di laurea. Un sistema sicuramente diverso da quello tradizionalmente adoperato, ma si sa, in caso di emergenza bisogna adeguarsi. In questo contesto si stanno adattando anche gli studenti che avevano pianificato per questo periodo la tappa conclusiva del proprio percorso di studi, appunto la seduta di laurea. Vari giovani del territorio, in questi giorni, hanno vissuto tale esperienza. Fra questi, Serafina Abruscia, residente a Calopezzati, ha conseguito la laurea triennale in Sociologia, presso l’Università di Bologna – sede di Forlì, discutendo la tesi dalla propria stanza, nell’appartamento in cui sta vivendo durante il periodo universitario. “Il mio primo importante traguardo della vita l’ho raggiunto – ha commentato - anche se non ho potuto condividere personalmente questo momento indimenticabile con le persone a me care a causa del Coronavirus. È stato – ha proseguito - un insieme di emozioni e di sensazioni nuove che hanno suscitato in me ansia, paura, ma allo stesso tempo la consapevolezza del fatto che la forza di volontà di ognuno di noi si trova soprattutto nei momenti di difficoltà”. A questo punto la neo dottoressa Abruscia ha raccontato la propria esperienza. “Il 23 marzo scorso, alle ore 14,30, ero già seduta davanti al pc. Sentivo le gambe rigide. Dopo un ultimo sguardo alla tesi, improvvisamente, ero in collegamento con l’aula virtuale”. Non era completamente sola. “Vicino a me c’erano i miei coinquilini e in video-diretta la mia famiglia e i miei compagni di corso (in realtà sarebbero dovuti  essere fisicamente qui con me a supportarmi e sopportarmi) invece no, si è svolto tutto attraverso uno stupido schermo”. La dottoressa  Abruscia ha proseguito evidenziando che dopo tanti sacrifici non si sarebbe mai aspettata di dover discutere la sua tesi da casa. “Una situazione particolare, con una proclamazione diversa, senza cerimonia, senza baci né abbracci. Sono comunque felicissima di aver raggiunto questo traguardo”.


di Redazione | 06/04/2020

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