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Crosia (Cosenza) - Nella parrocchia “San Giovanni Battista” una conferenza sul bullismo


Ampia partecipazione di pubblico, presso l’oratorio parrocchiale “San Giovanni Battista di Mirto” di Mirto per un’azione socio culturale, pianificata dall’omonima parrocchia situata nella zona sotto-ferrovia. Si è parlato di bullismo. La necessità di discuterne per evitare la sua crescita. Bambini, ragazzi e adulti hanno seguito con interesse i lavori di una conferenza, introdotta e coordinata dal sociologo e giornalista Antonio Iapichino, referente per la Calabria della Società italiana di Sociologia, il quale . La parrocchia guidata da don Giuseppe Ruffo, ha strutturato l’iniziativa analizzando il fenomeno da angolazioni diverse, grazie alla partecipazione attiva di varie figure professionali. Il sindaco di Crosia, Antonio Russo, nel portare i saluti dell’esecutivo comunale, ha parlato della differenza fra bullismo e cyberbullismo, evidenziandone, anche, gli effetti penali e civilistici di questi due fenomeni. La presidente diocesana dell’Azione cattolica, Achiropita Calarota, ha lodato l’iniziativa, finalizzata a coinvolgere la comunità verso un atteggiamento, quello del bullismo, che può far male alle sue vittime. Da qui il bisogno di fare rete. Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo locale, Rachele Donnici, ha messo in risalto la sinergia fra scuola, parrocchia e Comune: tre istituzioni ancora insieme per lanciare messaggi di sensibilizzazione. Attraverso un’attività costante – ha detto la dottoressa Donnici – riusciamo ad arginare alcuni piccoli atti di contatto. Infine, ha parlato dell’importanza dei valori, partendo dalla famiglia.  Il parroco della parrocchia “Immacolata Concezione” di Portici (Napoli), don Gianluca Coppola, autore del libro “Dalla sopravvivenza alla vita” (il cui ricavato andrà a scopi benefici), ha lanciato una serie di input alla platea. Ha riferito che da ragazzo ha vissuto una vita “contraria al Signore”, ma poi c’è stato un solco. Un cambiamento. “In Gesù – ha detto – tutto si può”. E ha spiegato per che vivere bene è importante il rispetto delle regole, anche le più elementari di un contesto. I lavori sono stati conclusi da don Giuseppe Ruffo, nella duplice veste di parroco e vicario foraneo di Longobucco, evidenziando che “senza amicizia non si va avanti”. Dunque, il bisogno di riscoprire questo sentimento, fra i giovani, ma anche fra gli adulti.


di Redazione | 01/03/2020

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