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Crosia (Cosenza) - Una via intitolata a don Puglisi. Azione preceduta da dibattito e marcia della legalità


Crosia ha intitolato una strada della popolosa frazione Mirto, a  don Pino Puglisi, sacerdote, martire e vittima della mafia. Un’iniziativa pianificata con cura dalla parrocchia “San Giovanni Battista”, guidata dal parroco don Giuseppe Ruffo. Azione in sinergia con il Comune di Crosia. Per l’occasione, è giunto nella cittadina ionica don Luigi Merola, il prete campano, impegnato in prima linea contro la mafia. Il fatidico taglio del nastro è stato anticipato da altri due momenti: una tavola rotonda e una marcia della legalità, con la partecipazione attiva di vari rappresentanti istituzionali, delle associazioni locali, delle forze dell’ordine, delle scuole e privati cittadini e amministratori locali del comprensorio. Andiamo per gradi. Nella chiesa parrocchiale, situata nella zona sottoferrovia di Mirto, un interessante dibattito sul tema “In cammino con gli Amici di Dio”, i cui lavori sono stati coordinati dal sociologo e giornalista Antonio Iapichino, il quale ha messo in evidenza il bisogno del rispetto delle regole per il buon andamento della comunità sociale. Nel portare i saluti dell’esecutivo, il sindaco di Crosia, Antonio Russo, ha parlato del valore morale e civile di don Puglisi. “L’Amministrazione comunale – ha detto – vuole che l’intitolazione della strada rappresenti un monito per le nuove generazioni”. Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo locale, Rachele Anna Donnici, ha sottolineato il binomio scuola – chiesa che, viaggiando in sinergia, può far comprendere l’importanza dell’essere cittadini attivi di una società. “Non è possibile sconfiggere le mafie ha commentato la dottoressa Donnici – pensando di delegare soltanto alle forze dell’ordine. Ognuno di noi deve fare la propria parte”. Il dirigente scolastico del Liceo scientifico e Ite cittadino, Sara Giulia Aiello, si è soffermata su don Puglisi: un martire che ha offerto la sua vita per il cambiamento dei giovani. Il dirigente del Liceo delle scienze umane “San Pio X” di Rossano, Maria Antonietta Salvati, ha messo in risalto l’importanza dei “luoghi dell’accoglienza”, partendo dagli oratori parrocchiali. Realtà che preservano i giovani dall’intraprendere strade pericolose e di socializzare in ambienti sani. Don Luigi Merola, presidente della Fondazione “A voce d’è creature”, è stato un fiume in piena. Un ottimo approccio con i giovani. Nel portare la propria testimonianza, ha messo in luce come la Chiesa abbia bisogno di “fare alleanza” attraverso la Parola. Ha parlato di don Puglisi come educatore. Ha sottolineato che dobbiamo ritornare a educare i ragazzi. “Ognuno – ha detto -  a causa dei social, è un individuo isolato”. Ha parlato delle esperienze vissute da parroco nella propria parrocchia di Napoli “Il prete deve anche saper rischiare”. Don Giuseppe Ruffo, parroco della parrocchia organizzatrice, nonché vicario della vicaria di Longobucco, nel portare i saluti dell’Arcivescovo, mons. Giuseppe Satriano, ha riferito che don Puglisi è stato il suo modello. Si è ispirato a questo sacerdote. Ha tracciato un excursus sulla sinergia, a Crosia. fra scuola, parrocchie e Comune. “Il Signore – ha concluso don Ruffo – non è venuto a risolvere i problemi, ma ad aiutarci a viverli e sopportarli”. Per don Ruffo è importante ripartire dalla “Cultura dell’amore”. Subito dopo il dibattito in chiesa una marcia della legalità si è snodata verso Viale Kennedy, per giungere sulla nuova via Padre Pino Puglisi, con la benedizione di don Merola, il taglio del nastro e la scopertura della targa da parte del sindaco Antonio Russo. Partecipazione attiva anche del Presidente del consiglio comunale di Crosia, Francesco Russo. di rappresentanti di varie associazioni locali e di amministratori del territorio, fra cui l’assessore Ines Scalioti di Cariati e la consigliere comunale Teresa Anastasio di Calopezzati.  


di Redazione | 30/10/2019

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