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Rossano (Cosenza) - E chi è il mio prossimo?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Davvero un’occasione magnifica per chiudere in bellezza questa estate e per prepararci a iniziare, dal primo settembre, il “nuovo anno”: riunirci in tanti e raccontare le nostre esperienze, scambiarci idee interessanti, riflettere sulle prospettive future, aprirci a nuove opportunità.

L’abbiamo fatto il 30 agosto nel Palateatro comunale di Mirto e il tema dominante era quello senza il quale ogni nostra azione risulta vana: l’amore per il prossimo.

Ma… chi è il mio prossimo?

Sono io a deciderlo, nessuno mi obbliga. Può essere un familiare o un parente; è il vicino di casa; è l’anziano; è lo straniero; è il detenuto; è il malato; è il collega…

La scelta è ampia e spetta solo a me: lo ignoro, faccio finta di non vederlo, adesso no perchè ho fretta, perché proprio io, non merita il mio aiuto... e passo oltre?

Oppure mi fermo e mi avvicino?

In questo nostro mondo in cui si va sempre di fretta e spesso si è indifferenti ai bisogni degli altri, siamo sempre più collegati  ma isolati come non mai, ci sono anche delle splendide realtà come, ad esempio, quella dei volontari della Croce Rossa di Mirto.

Li ho conosciuti di persona, quel pomeriggio, e ne ho apprezzato la professionalità, la serietà e l’impegno (dal 1993). Loro vanno dove c’è bisogno – terremoti, alluvioni, crolli, incidenti – danno il loro aiuto (medico e psicologico), il loro tempo, la loro vicinanza.

Perché “il mio prossimo” è la persona alla quale io decido di avvicinarmi, per la quale provo compassione, nella quale vedo me stessa.

È quel tipo di compassione che non si esaurisce in un singolo gesto – 2 euro con un SMS (“ho dato” e buonanotte). È, invece, una decisione che ti spinge a muoverti sempre, ad agire di persona, a dare senza aspettarti nulla in cambio, anche quando questo prossimo non ha niente in comune con te, perfino quando si tratta di quella persona che una volta ti ha deriso, o peggio.

Per quanto mi riguarda, ho parlato del volontariato in carcere (ringrazio il giornalista e sociologo Antonio Iapichino per avermi invitata e l’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Crosia-Mirto Graziella Guido, anche lei molto attenta a tematiche di questo tipo). In particolare, ho raccontato la mia esperienza nella Casa di Reclusione di Rossano. Ci sono, qui, tanti volontari che ogni giorno offrono il loro aiuto (nello studio), le loro competenze (in teatro), il loro sostegno nella preghiera, nella disperazione, nella solitudine.

Nella dedica al suo libro “Sulla linea… la mia vita dietro le sbarre” (Ferrari editore) Francesco Carannante, ergastolano con un “fine pena mai”, scrive:

Dedico questo libro alle persone speciali che mi circondano.

A quelle che già c’erano nella mia vita precedente e che non mi hanno mai abbandonato e a quelle che ho incontrato nella mia nuova vita.

Sono le corde a cui mi sono aggrappato per tirarmi fuori dalle “sabbie mobili”.

Decidere chi è il mio prossimo è difficile, e avvicinarmi lo è ancora di più, soprattutto se è una persona totalmente diversa da me, se è quella che l’altra volta mi ha fatto uno sgarbo, che mi sta antipatica…

E a questo punto scopri di cos’è fatto il tuo cuore.

E poi ti rendi conto di tutte le volte che sei stato “il prossimo” di qualcun altro.

E, infine, diventi consapevole che potresti esserlo di nuovo.


di Letizia Guagliardi | 05/09/2018

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