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Crosia (Cosenza) - Beatitudini, la parrocchia “San Giovanni Battista” ha ospitato il diacono abruzzese don Matteo Gattafoni


La parrocchia “San Giovanni Battista” di Mirto, guidata da don Giuseppe Ruffo, ha realizzato un altro appuntamento della rassegna “Oratorio in cultura”. Stavolta l’incontro si è svolto presso l’aula liturgica della chiesa parrocchiale della zona sottoferrovia.  Ospite della comunità dedicata al Santo Precursore è stato don Matteo Gattafoni, diacono di Vasto, in provincia di Chieti, che il prossimo mese di giugno verrà ordinato sacerdote. Don Gattafoni, che attualmente sta conseguendo il baccalaureato in Teologia presso l’Istituto teologico Abruzzese – Molisano, affiliato presso alla Pontificia Università Lateranense, ha parlato dell’importanza dell’arte al servizio della fede. Egli, fra l’altro, su questa tematica ha scritto un interessante volume, dal titolo “Le beatitudini al contrario”. Un lavoro scritto insieme a Massimiliano Ferragina, docente, tutor e  formatore, presso la Scuola del Vicariato di Roma. Nel corso dell’incontro introdotto e coordinato dal sociologo e giornalista Antonio Iapichino, il compito di fare gli onori di casa è toccato al parroco, don Giuseppe Ruffo, ha sottolineato che grazie a don Matteo Gattafoni, “abbiamo avuto conosciuto il Vangelo  – ha detto – in maniera semplice. Una lettura al ‘contrario’ ha consentito una conoscenza più completa delle beatitudini”. In apertura dei lavori, ha portato i saluti Achiropita Calarota, presidente dell’Azione cattolica diocesana di Rossano – Cariati, la quale ha evidenziato il bisogno oggettivo di dimostrare con i fatti il nostro sì al Signore e alla Chiesa. La stessa referente diocesana ha sottolineato che lo scorso anno l’Azione cattolica ha trattato la storia relativa al famoso “discorso della montagna” di Gesù. Don Matteo Gattafoni, ha messo in risalto che tutti gli uomini vogliono essere felici. Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la felicità. Dunque, la necessità di conoscere ciò che rende felice le persone. Ha parlato, quindi, delle beatitudini evangeliche. A giudizio di don Matteo, c’è il bisogno di vivere la vita proiettati verso Cristo e il prossimo. Ha sottolineato che anche i ricchi possono essere beati, se essi hanno la capacità di saper condividere. Beati quelli che sono in grado di saper consolare. Beati i miti, beati in puri di cuore. Insomma, don Matteo ha lanciato tante piccole perle affinché, con un comportamento consono, possiamo raggiungere un effettivo livello di felicità.


di Redazione | 11/04/2018

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