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Rossano (Cosenza) - Dobbiamo temere i robot?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Questa settimana  nella classe 3 A Elettronica stiamo studiando i vari aspetti dell’automazione: vantaggi, svantaggi, prospettive future. L’argomento è molto interessante e, soprattutto, attuale ma fa sorgere anche alcune domande, prima fra tutte: i robot faranno perdere posti di lavoro? Io espongo il mio punto di vista e rispondo: Dipende.

Dipende dall’uso che ne facciamo (come avviene per qualsiasi altro oggetto). Senza dubbio sono molto utili e non potranno mai sostituire l’uomo ma lo affiancheranno in quei compiti che richiedono precisione e velocità o nei lavori rischiosi e ripetitivi. Ma sarà sempre l’uomo ad avere il controllo su di loro. È vero che alcuni lavori non ci saranno più ma  si prospettano nuove opportunità e nuovi posti per i nostri giovani.

Ci sono molte mansioni che i robot non potranno mai svolgere ed è proprio su queste che dobbiamo puntare. Ai nostri ragazzi, a scuola, vanno insegnate (e potenziate) le peculiarità che appartengono solo a noi umani: l’arte, la musica, lo sport, i valori, la fiducia, la collaborazione, la condivisione, l’empatia, la creatività.

I robot non hanno emozioni e io credo che non riusciranno mai a provarne. Non hanno un cuore che batte più forte quando ascolta una canzone, nè occhi che diventano lucidi quando vedono un tramonto. Non hanno ricordi nè immaginazione, non riescono a prevedere le conseguenze delle loro azioni nè a ipotizzare scenari futuri. Stanno sempre da soli perché non sanno socializzare. Non sanno cos’è la motivazione: noi facciamo determinate cose perché le vogliamo fare, loro eseguono i comandi dell’uomo.

I robot fanno meglio di noi tante cose ma in tantissime altre noi umani siamo unici e insostituibili. Secondo me, quindi, i robot potrebbero rappresentare una minaccia se non ci preoccupiamo di sviluppare continuamente le nostre doti. L’intelligenza artificiale serve per rendere migliore la nostra vita (abbiamo più tempo a nostra disposizione, per esempio)  ma perché ciò avvenga bisogna usare l’intelligenza umana. Ci serve per sapere quali sono i rischi da evitare, come migliorare le macchine per renderle più efficienti, come perfezionarle in modo che possano assisterci sempre meglio, a casa e al lavoro. Devono diventare degli alleati, non dei nemici.

Dimenticavo un altro dono che i robot, se potessero, ci invidierebbero: la saggezza. Chiediamo a Dio, quindi, quello che concesse al re Salomone: “un cuore saggio e intelligente” (I Re 3: 11-12).

E il cuore, teniamolo presente, i robot non ce l’hanno.


di Letizia Guagliardi | 14/03/2018

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