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Rossano (Cosenza) - Ti piace la polvere?


di LETIZIA GUAGLIARDI - Ti piace la polvere? Credo che nessuno (sano di mente) risponderebbe di sì a questa domanda. Immaginiamo di entrare in una stanza chiusa da tempo: ci colpisce subito l’odore di chiuso e, poichè non vediamo niente, ci affrettiamo ad aprire la finestra.

La luce inonda la camera e l’aria fresca attenua quella stantia e insopportabile della muffa. Cominciamo a respirare di nuovo bene e ci guardiamo intorno.

C’è un bel tavolo, di ottimo legno e pregiata fattura ma… ci avviciniamo e ci accorgiamo che in realtà non è così bello come ci era parso a prima vista: è pieno di polvere sul ripiano, pieno di ragnatele e piccoli insetti sotto. Non c’è che un modo per riportarlo al suo antico splendore: prendere uno straccio  e togliere la polvere.

Purtroppo la polvere non si accumula, testarda, solo sulle superfici. Si va a depositare, ostinata, anche nella nostra anima. Se non la togliamo essa diventa come la stanza chiusa da tempo: è buia, triste, addormentata. Ma anche in questo caso il rimedio c’è: dobbiamo far entrare la luce e l’aria fresca nella nostra vita quotidiana.

Ci sono in commercio tanti prodotti per spolverare: panni, spugne e piumini,  detersivi liquidi, in polvere o spray, scope, secchi e spazzoloni… ogni giorno è guerra contro acari, ragni, insetti e particelle di grasso. Escogitiamo tante strategie per far brillare vetri e pavimenti, per lucidare mobili e soprammobili, con prodotti chimici o rimedi naturali (aceto, bicarbonato, limone, cera d’api… ). Ci allunghiamo, ci stiriamo, ci abbassiamo, saliamo su scale e sgabelli, insomma non vogliamo perdere la battaglia: la polvere non deve spostarsi da una parte all’altra, deve proprio sparire. E che soddisfazione quando poi ci sediamo a contemplare il frutto della nostra fatica e del nostro sudore (e anche del tempo impiegato): tutto brilla, tutto ha un gradevolissimo odore di pulito, di fresco, di buono.

Se vogliamo che anche la nostra anima sia come la nostra casa dobbiamo usare i rimedi giusti. In questo post mi limiterò a suggerirne solo qualcuno, i più semplici, per esempio introdurre, come abitudine quotidiana, qualche buona lettura, l’ascolto della musica che ci piace, cantare con gusto una canzone o ballare (anche solo qualche passo), visitare un museo o anche solo ammirare una singola opera d’arte. Questi, e molti altri accorgimenti (di cui scriverò in seguito) risvegliano l’anima addormentata, le danno una scossa, la fanno volare sopra le umane miserie, le permettono di passare attraverso i muri dei pregiudizi, le consentono di spezzare le catene che la tengono prigoniera. La fanno respirare a pieni polmoni. Perchè ne ha diritto. Perchè, anche lei, ha bisogno di ossigeno.


di Letizia Guagliardi | 22/11/2017

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