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Rende (Cosenza) - Il Csv ha tenuto un incontro sul terzo settore e la riforma del welfare in Calabria


di PAOLA PERRI - Si è svolto, presso l'Hotel San Francesco di Rende, il seminario informativo “Welfare in Calabria. Verso la costituzione del Forum Terzo s0ettore Cosenza e hinterland” promosso dal Csv di Cosenza.

L’incontro è servito a fare il punto sulla realizzazione in Calabria del Sistema integrato di interventi di politiche e servizi sociali, a seguito della riforma del welfare che in questi mesi è stata messa a punto da Regione e parti sociali in applicazione della L.328/2000 e della L.R. 28/2003.

La riforma vede il  passaggio di competenze dalla Regione Calabria ai Comuni, puntando a rafforzare il ruolo del Terzo settore che potrà partecipare in maniera incisiva alla formulazione delle politiche e alla programmazione dei servizi.

Momento opportuno per una riflessione sulla necessità di un cambiamento delle politiche di welfare in Calabria e una giusta ed efficace erogazione dei servizi. Tante emergenze aspettano risposte e tante sono le persone  che non possono essere lasciate più sole.

L’Assessore Roccisano. Già a novembre, in occasione della sua partecipazione alla tre giorni cosentina di “Crescere al Sud”, l’assessore regionale alle Politiche sociali aveva annunciato la riforma ed evidenziato in una breve intervista (https://www.ionionotizie.it/articolo-31022.php) il lavoro di ascolto e di dialogo con  i rappresentanti delle principali organizzazioni di rappresentanza del privato sociale (Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Forum Terzo Settore, Legacoop, Uneba) e delle istituzioni civili e sindacali (Anci, Cgil, Cisl, Uil, Ugl).

“Welfare più inclusivo e più vicino alle istanze delle persone" plaudiva la Roccisano in quell’occasione. “Sarà possibile il dare una forte dignità alle professionalità che lavorano in questo settore ed anche una emersione del lavoro nero, purtroppo presente anche in questo settore.

I Comuni verranno investiti di una responsabilità veramente grande con le funzioni fondamentali di gestione delle politiche sociali attraverso gli uffici di piano e rafforzando le professionalità (grazie anche all’ordine degli assitenti sociali.

Una convenzione con Federsanità Anci permetterà di formare il personale degli ambiti. Sfida ambiziosa che porteremo a termine”.

Elemento di innovazione il processo partecipativo, durato più di un anno, che ha portato alla stesura di un Regolamento e di una serie di allegati che disciplinano le modalità di accreditamento, i requisiti strutturali e gli standard professionali del personale operante nelle strutture, consentendo all’Ente regionale di programmare, coordinare e indirizzare gli interventi sociali sui territori, supportando i Comuni nello svolgimento delle funzioni territoriali come avviene nelle altre regioni italiane, non solo quindi come ente erogatore di somme.  Durante la sessione rendese del 27 gennaio Pietro Prestinicola, capo struttura dell’Assessorato alle Politiche sociali della Regione Calabria, si è soffermato su questi ed altri punti riguardanti la parte economica della riforma e quella relativa agli uffici di piano e ai Piani di Zona che consentono una programmazione a livello territoriale di più Comuni con il  coinvolgimento del partenariato sociale, qualificando la spesa programmata rispetto agli obiettivi sociali prefissati.

Tre i principi essenziali invece ribaditi dal portavoce del Forum del Terzo Settore calabrese, Gianni Pensabene:

Principio di sussidiarietà, verticale e orizzontale (dialogo con le istituzioni e tra organizzazioni). Nelle regioni si lavora sulle emergenze e non sulla programmazione che a sua volta va tarata sui bisogni,di cui non si ha attualmente una precisa mappatura.

Sottolineati anche i ruoli dell'Anci, in questo dialogo, e dell'Asp.

Il livello territoriale più prossimo alla persona riesce ad individuarne i bisogni ed a programmarne conseguentemente gli appropriati interventi.

Principio di sostenibilità."Senza soldi non si cantano messe", ha scherzato Pensabene, rimarcando però fermamente questo punto.

La Regione Calabria ha una dotazione finanziaria per le politiche sociali insufficiente rispetto alle altre regioni, rimanendo ancora ultima in Italia.Richiesto quindi un ampliamento della spesa alla Regione

Monitoraggio e competenze. Mancano, secondo Pensabene, spesso professionalità e competenze specifiche delle figure preposte negli enti locali, talvolta carente il personale (qualificato) nei Comuni.

Lo stesso rimarca quanto debba essere evitata la caduta dei livelli dei servizi per inadempienza dell'ente locale, cosa purtroppo non di rado, verificatasi.

La legge in materia prevede (e definisce all’art.21) il Sistema Informativo dei Servizi Sociali, essenziale, secondo Pensabene, per la raccolta dati utili per procedere alla successiva programmazione e monitoraggio qualitative dell’offerta dei servizi.

Passaggio cruciale per Antonio Tiberi, componente Forum Terzo Settore Calabria, il percorso della programmazione negli ambiti sociosanitari.

I Comuni non sono preparati, inesistente un sistema di rilevazione dei bisogni, inesistente un’analisi della domanda.

Ruolo fondamentale ha per questo il Terzo settore, che negli hanni ha sperimentato una risposta alla domana proveniente dal basso avendo cognizione dei bisogni sui diversi territori e sperimentando attività purtroppo  rimaste isolate e non coordinate in un modello efficace e ripetibile: scopo che invece il Forum del terzo Ettore si prefigge.

A febbraio l’Assemblea costituente del Forum di Cosenza e hinterland: Rogliano, Rende, Cosenza, Montalto, Acri, San Giovanni in Fiore i distretti interessati.

Fondamentale sarà il monitoraggio degli interventi che si andranno a fare, un monitoraggio qualitativo dei servizi erogati (cioè come cambia la vita delle persone dopo l’erogazione di alcuni servizi) in coordinamento con le altre aree regionali, infine,  dove sono presenti i Forum.

Quali, infine, le competenze professionali che i Comuni possono offrire nei distretti?

Fase storica secondo Gianni Romeo, presidente di Volontà Solidale – Csv  Cosenza, secondo cuii servizi di welfare, che significano miglioramento della qualità di vita delle persone, sono a volte carenti e prigionieri di passaggi burocratici ingessati.

Senza pensare al bisogno di una programmazione efficace che non rincorra le urgenze,come ha sottolineato Pensabene. Uscire dalla logica emergenziale per passare alla logica programmatoria, nel rispetto dei bisogni di ogni territorio, programmando con i piani di zona negli uffici di ambito.

Importante diventa quindi  l'attività dal basso, pressione e pungolo per le situazioni fino ad ora lente e confuse dove le criticità spesso non trovavano  la strada del dialogo  e del  lavoro tra le forze dei territori e le loro competenze.

La buona notizia è che da più ambiti sociali sta emergendo la competente partecipazione al cambiamento di un sociale che ha ancora tanto da dire a chi pensa che dal basso non possano generarsi speranza e futuro.


di Redazione | 01/02/2017

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