We're sorry but our site requires JavaScript.

 


Crosia (Cosenza) - Svolto un incontro sulle emozioni e le relazioni pericolose


 “La nostra vita è intrecciata da emozioni. Quando ci sentiamo bene dal punto di vista emotivo, il nostro comportamento è tranquillo, sereno e fluido. Quando invece ci sentiamo male, siamo sconvolti da emozioni negative, diventiamo irascibili, sospettosi e depressi”. Ha esordito in questi termini Marianna Andreoli, assistente sociale specialista, incaricata a introdurre e moderare i lavori della conferenza su “La prevenzione delle relazioni pericolose attraverso l’educazione alle emozioni”, che ha avuto luogo presso l’Istituto professionale “Don Milani” di Mirto. Un’azione di sensibilizzazione verso i giovani, con la partecipazione attiva di varie figure professionali. La dottoressa Andreoli, durante il suo intervento introduttivo, ha evidenziato che “molti adolescenti spesso scivolano in situazioni pericolose, dannose, illegali, perché non sanno leggere correttamente le proprie emozioni. Non riescono a contenere l’impulsività, la bramosia di avere tutto e subito, non sono capaci di aspettare, non si impegnano a conquistarsi le cose, non sanno progettarsi una vita ricca di senso e significato. Occorre, invece, saper incanalare le proprie emozioni nelle direzioni più vantaggiose possibili”. L’Assessore comunale alle Politiche sociali, Teresa Aiello, ha messo in risalto il bisogno di condividere le proprie emozioni con gli altri. “La nostra vita”, ha detto, "è intrecciata da emozioni. Spesso”, ha commentato, “non siamo in grado di decodificare i sentimenti del nostro io”. La vicaria dell’Istituto comprensivo locale, Anna Parrotta, ha parlato dell’importanza del rapporto fra scuola e famiglia: la necessità di lavorare insieme per offrire agli alunni un’opportunità di crescita. Anche, nell’apprendimento delle emozioni. Il parroco di “San Giovanni Battista”, don Giuseppe Ruffo, ha fatto notare che la violenza sulle donne negli anni è aumentata, c’è bisogno di iniziative di sensibilizzazione che consentono di far aprire le menti, soprattutto ai giovani. Il sociologo e giornalista Antonio Iapichino ha sottolineato il bisogno oggettivo di fare “rete”. Ha detto a chiare lettere ai ragazzi, e alle ragazze in particolare, di non sottovalutare alcuni segnali. Dunque, il bisogno di non chiudersi in sé stessi. Anzi. Dialogare con gli adulti (genitori, insegnanti, parroci) può essere determinante per evitare alcuni rischi. Anna Martilotti, assistente sociale del Centro antiviolenza Fabiana, ha spiegato che questo centro è nato a fronte dell’omicidio di Fabiana Luzzi. Una struttura che si pone l’obiettivo di offrire consulenze sociali, psicologiche e legali. Sonia Leonino, psicologa del Centro antiviolenza Fabiana ha parlato delle varie forme di violenza sulle donne, fra cui, quelle spirituali, economiche, psicologiche e sessuali. Ha messo in luce la necessità di riconoscere la violenza. Infine, ha sottolineato il bisogno di denunciare; chiedere aiuto agli altri. Insomma, “non minimizzare e riconoscere il problema”. Don Michele Romano, docente dell’Istituto Professionale ospitante, ha affrontato la tematica da un punto di vista teologico, oltre che pedagogico. E ha lanciato un input: “Riconoscere i sintomi di un malessere sociale”. A suo giudizio famiglia, parrocchia e scuola sono le realtà più importanti dove confrontarsi”. Sergio Caruso, pedagogista e criminologo clinico, ha spiegato che il fenomeno della violenza non tocca solo gli adulti ma anche i giovani. “A volte siete vittime ma non ve ne accorgete perché non riuscite a diversificare fra l’amore e i rapporti che vi rendono schiave!”.


di Redazione | 28/03/2016

Pubblicità

vendesi tavolo da disegno Spazio pubblicitario disponibile


Testata Giornalistica - Registrazione Tribunale di Rossano N° 01/08 del 10-04-2008 - Nessun contenuto può essere riprodotto senza l'autorizzazione dell'editore.

Copyright © 2008 - 2024 Ionio Notizie. Tutti i diritti riservati - Via Nazionale, Mirto Crosia (CS) - P.IVA: 02768320786 - Realizzato da CV Solutions

Ogni forma di collaborazione con questo quotidiano on line è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita - E-mail: direttore@ionionotizie.it