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Castiglione Cosentino (Cosenza) - Teatro "Il Piccolo", si parte sabato con il monologo teatrale di Silvana Luppino


Mancano pochi giorni per la prima data in cartellone del Teatro il Piccolo di Castiglione Cosentino, dove il prossimo sabato 20 febbraio, alle ore 21, si spalancheranno le porte per accogliere il pubblico che assisterà al monologo teatrale di Annibale Ruccello, portato in scena da Silvana Luppino, intitolato "Anna Cappelli", con la regia di Christian Maria Parisi.

Il monologo di grande spessore artistico, narra la storia di Anna Cappelli, un'impiegata che, nell'Italia degli anni 60, vive ai margini della società, tra camere con uso di cucine in comune, uffici grigi e polverosi ed il sogno di una casa tutta sua, e di un uomo che la prenda in sposa. Un monologo - quello portato in scena da una eclettica e bravissima Silvana Luppino - ironico e tagliente, sviluppato attraverso una messinscena teatrale, strutturata in sette quadri, che coinvolgono e divertono lo spettatore, guidandolo sin dentro la psiche del personaggio.

L'attrice, Silvana Luppino, diplomata all'Accademia di Arte Drammatica, ha approfondito i suoi studi attraverso la frequentazione di seminari di perfezionamento con docenti del calibro di Steven Berkoff, Marylin Freed, Silvia Wladiminsky. Tante le esperienze teatrali di prestigio per Silvana Luppino che tra le altre presenze in scena, contempla l'opera teatrale diretta da Giorgio Albertazzi, "La lunga notte di Medea di Corrado Alvaro". Attrice di cinema con il film "Il sud è niente", del 2012, vincitrice del premio "Miglior attrice del festival di Fano", con il cortometraggio "troppo vento" di Fabio Mollo.

Insegnante di dizione, recitazione ed espressione corporea, Silvana Luppino è anche co-fondatrice della compagnia teatrale "Teatro Primo".

A raccontare il monologo in scena il prossimo 20 febbraio alle 21 presso il Teatro il Piccolo di Castiglione Cosentino, l'autore Annibale Ruccello: "raccontiamo le storie di gente comune, banale, incline a divenire patetica. Ma per una sorta di terrore, a destare pietà, colgo i personaggi nei momenti importanti, quando sono costretti a compiere delle scelte importanti, o un gesto eroico, o atroce. Si trasformano così in personaggi grotteschi, quasi insopportabili, ma sempre meglio che pietosi. Mi piace quando appaiono ai margini, in maniera sottile, sepolti nella periferia".


di Redazione | 18/02/2016

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