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Rossano (Cosenza) - Filareto (Anpi): Fusione Rossano - Corigliano: un contributo di esperienza e proposte


 E’ in atto dagli anni ’70 del secolo scorso un processo voluto dalla buona Politica e dai buoni Politici di avvicinamento progressivo delle due maggiori Città della Calabria Citeriore, Rossano e Corigliano, che, da mille anni (sic !), si sono sempre ignorate o ostacolate, hanno camminato in ordine sparso, indebolendosi reciprocamente e indebolendo l’intero territorio, a beneficio delle forze parassitarie centraliste dei cattivi politici, della cattiva politica, della cattiva economia, della cattiva burocrazia.      Certamente non è facile il dialogo ! Non è facile invertire la rotta ! Non è facile elaborare un percorso comune ! Ancora persistono diffidenze, rivalità malcelate, timori di subire l’egemonia dell’altro !  Molto è stato fatto, in questi 40 anni, dalle buone Amministrazioni Comunali delle due città, nonostante il freno e gli ostacoli di quelle pessime, per abbattere il famigerato “lenzulo del Patìre” (metafora efficace dell’ostilità tra i due centri); molto si sta facendo soprattutto dal 2006 e molto stanno facendo le cento Associazioni unite in Comitato. Ma resta ancora moltissimo da fare, come stanno evidenziando e suggerendo tanti buoni cittadini.       C’è bisogno certamente dell’entusiasmo della volontà, ma c’è bisogno anche e soprattutto della responsabilità, dell’equilibrio, della lungimiranza della ragione.       E’ necessario evitare una “fusione a freddo”, secondo un’impostazione erronea neo-illuminista, calata dall’alto, non compresa né sentita propria dalla gente, perciò destinata a trovare l’indifferenza o peggio l’ostilità dei cittadini, come ci insegna la storia.      Viceversa, è necessario che vengano poste due serie condizioni preliminari e propedeutiche. La prima impone di democratizzare il processo, in modo sia orizzontale che verticale, affinchè esso sia compreso come una grande opportunità storica, urgente e indifferibile, abbia il massimo di consenso popolare, sia condiviso e, quindi, sia sostenuto dalla stragande maggioranza dei cittadini comuni. La seconda condizione  impone di attuare – subito – politiche amministrative congiunte, al fine di migliorare i servizi pubblici dei due Comuni, renderli più efficienti e più economici, dando così la percezione evidente che uniti è meglio, è conveniente, anzi ci sono vantaggi per tutti e per i singoli; inoltre le due città unite e insieme acquistano una forza contrattuale decisiva nei rapporti con la Regione, il Governo nazionale, l’Unione europea. Se i due Comuni avessero fatto unione, salda e combattiva, non avremmo subito, negli ultimissimi anni, i tanti scippi e violenze ingiustificabili, né i cittadini-persone del territorio sarebbero stati privati di servizi fondamentali (come la sanità, la giustizia, la sicurezza stradale, i treni, gli uffici pubblici ecc.).      Esemplificando al massimo e facendomi portavoce di stati d’animo diffusi, proporrei alcune iniziative, dalla cui riuscita dipende il buon esito di quanto è stato fatto finora.      Occorre rendere soggetti e protagonisti del processo di unificazione-fusione i cittadini comuni (quelli che di solito delegano altri o si sono dimessi dalla cittadinanza partecipativa), le forze sociali del lavoro e le loro organizzazioni, quelle della coraggiosa imprenditoria privata, dell’associazionismo e del volontariato culturali e sociali, la Chiesa, le Scuole, i giovani, i mezzi di comunicazione di massa.       Vanno coinvolti, quindi, tutti i Comuni della Calabria del Nord-Est, precisando che l’unione-fusione di Rossano e Corigliano è inclusiva delle realtà e dei ruoli dei singoli Enti Locali del territorio, che non si intende escludere alcuno, non si vuole soffocare e umiliare la dignità delle diverse autonomie istituzionali, non si ha in animo di costruire un nuovo centralismo altrettanto deleterio per il nostro comprensorio di quello sperimentato, provinciale e regionale.       Intanto le due Amministrazioni Comunali di Rossano e Corigliano nei rapporti con le articolazioni superiori dello Stato si presentino – sempre – con una sola voce, una sola “visione” programmatica, una sola politica istituzionale: condizioni che fanno valore aggiunto. Inoltre, diano concreta attuazione ai progetti e ai finanziamenti dell’AREA URBANA, già istituita nel 2009 e nucleo fondante della futura unione-fusione.  Programmino interventi migliorativi dei servizi inter-comunali, elaborando i necessari progetti da finanziare con i fondi comunitari. Ristrutturino la composizione e le finalità delle Commissioni Consiliari e delle Giunte Municipali, in maniera tale da avere nei due Comuni Gruppi di lavoro e Assessori competenti con le medesime deleghe alle medesime politiche: per la programmazione territoriale, per le attività produttive e lo sviluppo, per la mobilità e i trasporti, per l’inclusione sociale e i servizi di solidarietà alla persona, per la difesa della sicurezza e della legalità democratica, per i servizi essenziali e primari a tutela della vita e della salute, dell’ambiente e della qualità della vita, dei servizi scolastici e formativi, dei Centri storici e dei beni storico-artistico-culturali ecc. Il processo avviato non si deve fermare: bisogna fare bene, bisogna fare insieme, bisogna concludere in tempi ragionevolmente brevi. Francesco  Filareto (foto) - Coordinatore Anpi Rossano; Presidente Centro studi “Calibytense nostrum” 

di Redazione | 12/01/2015

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