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Rossano (Cosenza) - Ampia partecipazione alla presentazione del libro di Franco Carlino “Rossano tra storia e bio – bibliografia”


Il pubblico delle grandi occasioni non si è fatto incoraggiare per partecipare numeroso alla presentazione del Volume “Rossano tra storia e bio-bibliografia” di Franco Emilio Carlino, una novità editoriale 2014 della Casa editrice Imago Artis edizioni, tenuta a battesimo proprio dall’ultima fatica dell’autore rossanese. Evento che ha avuto luogo nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino nel centro storico di Rossano. La serata culturale, promossa dall’Università popolare di Rossano si è dipanata alla presenza della prof.ssa Stella Pizzuti, Assessore comunale alla Cultura che ha patrocinato l’iniziativa. Nel corso del suo intervento l’assessore ha ringraziato Franco Emilio Carlino per il rilevante lavoro che lo ha portato a consegnare alla Città l’importante e preziosa opera bibliografica. È seguito il messaggio del Direttore dell’Istituto accademico cittadino, Prof. Giovanni Sapia che, impossibilitato a presenziare, lo ha affidato al Dott. Francesco Rapani socio della stessa Università Popolare che ne ha declamato i contenuti in maniera magistrale.    Il pubblico attento si è lasciato coinvolgere scrivendo così una bella pagina per la cultura a Rossano e offrendo una bella immagine di comunità che si è ritrovata tutta per saperne di più della propria storia. Autorevolesi è dimostrato il contributo dell’Università Popolare “Ida Montalti Sapia” la cui dinamicitàe operosità è ormai ampiamente riconosciuta. Una testimonianza, quella del Prof. Giovanni Sapia di rilevante importanza e interesse per l’opera di Franco Emilio Carlino che in uno dei suoi passaggi così scrive. “…Carlino usa nella accezione letterale il termine bibliografia, di catalogo, cioè, non per autori, ma per testi, quello che nelle biblioteche è solo una via della catalogazione; lo fa tuttavia con tale voluttà di particolari tecnici e con tale paziente sintesi dei contenuti e di altri addendi, da giustificare pienamente il titolo. Perché, è questo che voglio dire, Carlino è fondamentalmente uno storico, attento, infaticabile, incontentabile. Tale si è dimostrato nei tre libri sulla sua Mandatoriccio, relativi a vicende, costumi, lavoro, spiritualità. Ma la disposizione dello storico mi appare soprattutto dal fatto che, dopo questo essenziale e completo lavoro, egli ha affrontato la storia dell’intero territorio circostante, rendendo un valido servizio ai numerosi centri che lo compongono, ma avvalorando continuamente il frutto dei tre libri precedenti con l’inquadramento storico e la ricerca delle cause. Non è poco: siamo propriamente sul terreno della storia. Se mi è lecito invocare senza scandalo qualche illustre autorità, dirò che Tacito, dopo avere narrato nelle Historiae le vicende dell’impero a lui contemporanee, si volge indietro, negli Annales, a quelle antecedenti da Tiberio a Nerone, nelle quali evidentemente riconosce ii germi delle altre, secondo la legge di continuità della storia. I lavori sono poi proseguiti coordinati egregiamente e arricchiti da puntuali contributi dal Prof. Gennaro Mercogliano, Vicedirettore dell’Università Popolare, che oltre a puntualizzare sull’importanza del lavoro realizzato ha tenuto a sottolineareil forte legame che Franco Emilio Carlino sente per la Città di Rossano.È seguita la Relazione della Dott.ssa Elvira Graziani, Direttrice della Biblioteca Nazionale di Cosenza, che dopo essersi congratulata con l’Autore per il lavoro realizzato e per il grande contributo offerto alla Città di Rossano con la sua opera, ha focalizzato il suo intervento sugli aspetti tecnici e le difficoltà che si possono incontrare per chi si cimenta nel fare bibliografia. Ha fatto seguito l’intervento del Prof. Eugenio Nastasi prefatore del Volume, dove in uno dei suoi tanti e interessanti passaggi di puntualizzazione ha così esposto. “Un punto che vorrei riproporre brevemente è la consapevolezza che il libro che stiamo presentando è una tangibile occasione di unire “storia maggiore e microstoria al limite della cronaca, come somma, scrivevo, di due dilatazioni semantiche, la prima delle quali è presente con tutto il suo rigore e la sua concretezza, le sue precisazioni, e l’altra con la sua suggestione, i suoi misteri, i suoi contrasti.”“Sono convinto, infatti, -continua ancora Nastasi- che molta cronaca di fatti, cosiddetti minori, attraverso il recupero del ricercatore, abbia gettato nuova luce su eventi codificati nella storia maggiore, inducendo non solo lo studioso ma anche il lettore comune a riconsiderare il pregresso e ad appropriarsi di notizie che lasciano affiorare la memoria della vita della gente comune, della fatica di vivere, della operosità dei piccoli centri, quasi invitando il lettore a porgere i sensi per vedere, udire e toccare l’accaduto per sentirlo parte del proprio passato e quindi della propria storia”. L’intervento dell’Autore che ha declamato alcuni brani di un Autore anonimodedicati a Rossano e quello dell’Editore Ivan Porto hanno concluso la serata. Di seguito il contributo del preside Giovanni Sapia, direttore dell’Università Popolare di Rossano:  <<Cari amici,  l’autunno mi visita con fedele puntualità, togliendomi il piacere di un incontro cordialmente preparato e atteso, e perciò, mentre ne affido la direzione alle mani esperte e sicure del Preside Mercogliano, Vi faccio pervenire il mio saluto tramite l’amabile cortesia di persona a me particolarmente vicina e cara, che è il Dott. Rapani. Il tema dell’incontro è molto più ampio e denso del suo significato letterale di reperimento, ordinamento, catalogazione di libri e altri assimilabili strumenti di cultura, in qualsiasi modo concepito e condotto, perché si apre dalla sua natura di elemento semplice alla riflessione sull’essenza e sul cammino della bibliografia, coincidente con l’essenza e il cammino della cultura. A non volerne seguire i passi, basta guardare ai momenti culmini dell’una e dell’altra, dal periodo alessandrino, in cui Callimaco documentò nei suoi “pinaches” (quadri) tutti i libri greci raccolti nella biblioteca di Alessandria, al Rinascimento, in cui la stampa rese possibile la moltiplicazione delle copie di un libro, all’illuminismo, che ne promosse la moltiplicazione nel suo programma di illuminazione dei popoli, ai nazionalismi dell’Ottocento, per cui il libro fu strumento dell’educazione civile, politica, patriottica, e in cui sorsero le biblioteche nazionali, a questo secondo dopoguerra, in cui l’allargamento dell’istruzione da una parte e il trionfo degli strumenti informatici dall’altra hanno spalancato e imposto alla bibliografia altre vie e possibilità. o non mi permetto di invadere un campo che non è mio e che appartiene a persona presente specificatamente titolata e delegata, ma ho voluto aprire queste poche e modeste porte per dire non solo che il Prof. Carlino è benvenuto con la sua opera sul banco dell’Università Popolare, ma che la riflessione odierna appartiene essenzialmente al suo tessuto istituzionale, che è la cultura senza aggettivi se non quello della buona cultura. Noi siamo fortunati per avere questi strumenti di notizie e di confronto, che tuttavia si raccomandano rigorosamente al nostro buon uso, alla nostra capacità di comprendere, approfondire, comparare. Ci furono invece quelli che, pur grandissimi, non ebbero altrettanta facoltà e dovettero contentarsi di quello che poterono reperire e consultare, divenendo pur essi miniere di informazione, come Cicerone, Gellio, San Gerolamo; e ci furono quelli, anche grandissimi, che dalla mancata possibilità di confronto furono indotti in anacronismi ed errori vari, come, non si crederebbe, lo stesso Dante. Quand’egli afferma, per esempio, che Semiramide, regina d’Assiria, lo fu anche d’Egitto, lo fa perché così informato dalla principale delle sue fonti storiche, Paolo Orosio, a cui non aveva da opporre fonti alternative. Dicevo del cammino parallelo cultura-bibliografia, che riguarda anche le ragioni singole come la nostra Calabria, e i singoli comuni o i singoli paesi, come la nostra Rossano. Scorrete pazientemente i passi del nostro cammino culturale attraverso le varie fonti e vi meraviglierete di quanto ne abbiamo percorso in questi ultimi settant’anni, fino alla vera esplosione degli ultimi decenni.    Lascio a Voi le conseguenti riflessioni, che giocano, purtroppo, tra il compiacimento e l’amarezza.    Il libro di Carlino nasce in terreno non inesplorato, ma già percorso dall’amore e dalla serietà di due accurati studiosi, Riccardo Greco e Salvatore Bugliaro, il primo, oltre che stimato magistrato, storico puntiglioso e colto, come appare, per un solo esempio, dalla sua opera sul Settecento rossanese, il secondo, infaticabile ricercatore, quasi coniugato, come io dissi già, col suo computer, al quale estorce i risultati che vuole, talora incredibili. Si tratta di intenti e metodi diversi, accomunati dalla cura e dalla passione: io, ad esempio, so quanto travaglio sia costata a Bugliaro nella gestazione, la individuazione dei termini e dei limiti di questa rossanesità.    A parte l’apporto al completamento della catalogazione dall’approdo dei due predetti autori fino ai giorni nostri, Carlino usa nella accezione letterale il termine bibliografia, di catalogo, cioè, non per autori, ma per testi, quello che nelle biblioteche è solo una via della catalogazione; lo fa tuttavia con tale voluttà di particolari tecnici e con tale paziente sintesi dei contenuti e di altri addendi, da giustificare pienamente il titolo. Perché, è questo che voglio dire, Carlino è fondamentalmente uno storico, attento, infaticabile, incontentabile. Tale si è dimostrato nei tre libri sulla sua Mandatoriccio, relativi a vicende, costumi, lavoro, spiritualità. Ma la disposizione dello storico mi appare soprattutto dal fatto che, dopo questo essenziale e completo lavoro, egli ha affrontato la storia dell’intero territorio circostante, rendendo un valido servizio ai numerosi centri che lo compongono, ma avvalorando continuamente il frutto dei tre libri precedenti con l’inquadramento storico e la ricerca delle cause. Non è poco: siamo propriamente sul terreno della storia. Se mi è lecito invocare senza scandalo qualche illustre autorità, dirò che Tacito, dopo avere narrato nelle Historiae le vicende dell’impero a lui contemporanee, si volge indietro, negli Annales, a quelle antecedenti da Tiberio a Nerone, nelle quali evidentemente riconosce ii germi delle altre, secondo la legge di continuità della storia.    Ed è questa disposizione storicistica che dà aspetto particolare al suo nuovo libro sulla bibliografia rossanese e ne spiega il titolo: un vero atto d’amore verso Rossano. Perché Carlino ha due cuori, che palpitano all’unisono: quello del piccolo ma ora non più piccolo borgo di nascita, con la sua storia di servaggio e fatica, ma anche di industriosità, di estro, d’intelligenza, d’iniziativa, con la sua natura felice tra gli olivi, l’erica, le querce, i castagni e le viti, e quello della più grande patria di elezione, che lo apre a prospettive culturali più vaste e complesse.    Carlino ha trovato sulla sua strada una coppia di giovani editori determinati ed entusiasti, l’uno, Ivan Porto, segnato dal gusto dell’iniziativa, dall’estro, dalla fantasia, un composto quasi poetico che gli ha dettato il logo “Imago Artis”, l’altra, Arianna Garofalo, formata alla concretezza, al buon senso, alla ponderatezza, alla laboriosità di una generazione di stampatori e legatori napoletani di quelli che hanno fatto storia e arte. Il libro uscito da questo felice incontro è dignitoso e godibile, buona promessa di un’ulteriore attività che auguro fortunata e proficua. Gli accrescono credibilità il saluto dell’Assessore Pizzuti, sempre dignitosamente presente alle buone occasioni culturali del paese, e  la bella pagina introduttiva, bella di concetti e di parole, di Gegè  Nastasi, poeta titolato, uomo di fede e di acuta sensibilità, che vorrei maggiormente conosciuto e onorato dai sui e miei concittadini per il processo di crescente impegno e il raggiungimento di mete gloriose che sono i premi nazionali, riservati alle penne più alte autorevolmente riconosciute. Per tutti questi motivi il libro meritava l’attenzione pronta e cordiale della Dott.ssa Elvira Graziani, che potrà parlarne con autorevole specificità, come Direttrice della Biblioteca Nazionale di Cosenza, titolo che fa fede del suo valore professionale e onora il suo Paese, e un tantino, perché no? Anche me, che da Preside l’ho avuta intelligente e dignitosa alunna nel corso liceale di Corigliano e l’ho poi ritrovata affermata colta professionista in non lontani incontri, anche in questa stessa Università. La sua figura mi è per questo molto cara ed anche perché mi appare accanto a due ombre sacre, quella della madre Ada, apprezzata e amata professoressa di Scienze naturali nello stesso Liceo, severa insieme e materna, signorile e familiare, a me legata da reciproco rispettoso affetto; quella del padre Renzo, mio compagno in anni di studi ginnasiali, ma più grande di me, di onorate tradizioni familiari, di cui portava l’impronta negli atti e nelle parole, e gentile animo di poeta. Ma qui mi accorgo di avere composto intorno a questo tavolo un focolare domestico. Non era mia intenzione, ma ne sono contento. Sta a voi, se volete, alimentarlo>>.  

di Redazione | 14/11/2014

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