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Crosia (Cosenza) - 6 ottobre: trent’anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II in Calabria


di GIUSEPPE DE SIMONE - Forse pochi ricorderanno che trent’anni orsono il Papa Giovanni Polo II, oggi Santo della Chiesa cattolica, visitava la nostra terra di Calabria …  Era proprio il 6 ottobre 1984, quando anch’io come molti giovani calabresi, avemmo la possibilità e la gioia di essergli vicini e di ascoltare la sua parola ispirata ed affascinante. Ero giovane diacono della Diocesi di Rossano – Cariati, appena terminato l’itinerario di formazione nel nostro glorioso “S. Pio X” di Catanzaro e mi preparavo all’imminente ordinazione presbiterale. Ebbi la grazia di assistere come diacono nella solenne e partecipatissima Celebrazione eucaristica, concelebrata da tutti i vescovi e sacerdoti della Calabria, che si svolse nello Stadio comunale “S. Vito” di Cosenza. Una settimana dopo avrei ricevuto l’imposizione delle mani e l’unzione crismale dal nostro indimenticabile Arcivescovo Mons. Serafino Sprovieri.  Per me e per gli altri chierici della provincia cosentina, che prestarono servizio liturgico fu un’esperienza unica ed incancellabile … Il Papa Giovanni Paolo II, dopo ottocento anni dall’ultima visita di un Papa in Calabria, visitava per tre giorni la nostra terra (5-7 ottobre 1984) e si fermava nelle Città più importanti e significative della Regione (Lamezia, Serra S. Bruno, Paola, Catanzaro,  Cosenza, Crotone e Reggio Calabria), volendo così abbracciare tutti i fedeli e gli uomini di buona volontà di essa. In quel 6 ottobre di trent’anni fa - era sabato sera -  e i testi biblici che la Liturgia della Messa vespertina, in preparazione alla domenica, proponeva erano proprio quelli della X XVII Domenica del tempo ordinario. Gli stessi testi che, dopo trent’anni, proprio ieri  5 ottobre 2014, domenica, abbiamo ascoltato e meditato (Isaia 5,1-7, Filippesi 4,6-9, Vangelo di Matteo  21,33-43). Il tema è lo stesso, quello della Vigna del Signore. Le parole di San Giovanni Paolo II conservano una freschezza ed un’attualità che, a rileggerle e meditarle, sembrano scritte per noi, per la nostra Calabria di oggi. I santi sono sempre profeti, sanno leggere la presenza di Dio e la realtà dell’uomo, nelle pieghe della storia quotidiana! Ne riporto solo alcuni passaggi per mia e vostra edificazione.  “Nella vicenda del popolo eletto si riflette tutta la storia dell’umanità e la stessa storia di ciascuno di noi. Noi, che siamo la vigna del Signore, quanta uva selvatica abbiamo prodotto, invece di uva buona! Quanti odi e vendette, spargimenti di sangue, furti, rapine, sequestri di persone, ingiustizie, violenze di ogni genere!”. Ed ancora : “Questa nuova vigna, che è la Chiesa , è chiamata dal Padre a portare i frutti della redenzione e della salvezza in ogni tempo e in ogni luogo. Deve portare i frutti in ogni uomo”. La storia religiosa della Calabria ci dice che questa porzione della vigna del Signore ha accolto il messaggio del Vangelo fin dal primo secolo, producendo molti frutti, permeando di spirito cristiano gli animi, la vita, la cultura, l’arte, il folklore della sua gente. Questa storia ci ricorda figure di uomini santi che hanno arricchito con la loro spiritualità non solo la Chiesa di Calabria, ma tutta la Chiesa di Cristo … “(San Nilo, San Bartolomeo di Rossano, San Bruno, San Francesco di Paola). Il papa esortava a “un lavoro pastorale moderno e organico che impegni intorno al Vescovo tutte le forze cristiane : sacerdoti, religiosi, laici, animati dal comune impegno di evangelizzazione e promozione umana”. Tale lavoro era ed è da sviluppare nel campo della catechesi, della liturgia,  della religiosità popolare,  della cultura e della società. “La Chiesa deve aiutare l’uomo e la donna di Calabria a rinvigorire il senso della propria dignità umana, il senso dei propri diritti altrui, il senso della giustizia e della solidarietà nei rapporti umani e sociali … La Chiesa deve avere un ‘attenzione particolare alla pastorale e la famiglia, perché questa comunità di vita e di amore corrisponda al disegno di Dio, conservi la sua stabilità, sia difesa e culla della vista nascente, adempia, al compito primordiale e originario di educazione umana e religiosa dei figli e sia insieme cellula della società e chiesa domestica”. Giovanni Poalo II, inoltre, trattando  della questione meridionale, più specificamente della “questione calabrese” ed accennando ai vari aspetti di essa faceva riferimento espressamente alla prima della “preoccupazione sociali”, “la disoccupazione, ed in particolare quella giovanile e intellettuale, che richiedono urgentemente di essere sanate”. Ed alla  avviandosi alla conclusione asseriva con forza : “Di fronte a questi problemi la Chiesa non può tacere, non può restare assente o indifferente. La Chiesa ed i cristiani hanno il dovere di porsi in prima fila nel denunciare le ingiustizie,ma soprattutto per cerare una forte coscienza morale, sociale, politica, che susciti concrete iniziative”. Fermiamoci qui, c’è tanto da riflettere e c’è tanto da operare per la vigna della nostra terra, come “umili operai nella vigna del Signore,”, come ebbe a dire il suo successore il Papa Benedetto XVI, all’inizio del suo pontificato. Di quella celebrazione ricordo ancora il clima di intesa gioia ed euforismo, i canti le preghiere, gli applausi, rivedo i volti, e le bandiere e gli stendardi della Diocesi, della Parrocchie, delle aggregazioni e della Confraternite, ma soprattutto ricordo e risento l’abbraccio di pace scambiato con il vescovo di Roma  e  successore di Pietro, che in me abbracciava anche tutti i candidati al presbiterato e tutti i sacerdoti della Calabria. Di quell’incontro custodisco gelosamente una reliquia, donatami dal Papa, attraverso il mio vescovo del tempo, il carissimo “don Serafino”, una corona del rosario con lo stemma di Giovanni Paolo II. Essa mi fu donata il giorno della mia prima Messa, celebrata a Mirto-Crosia  il 14 ottobre 1984, pochi giorni dopo la visita del Papa in Calabria. A trent’anni dal quei giorni, pieni di esultanza, di fede e di grandissima partecipazione del popolo calabro, possiamo chiedere ancora e con  più consapevolezza di ieri : “Grazie San Giovanni Paolo II, prega per la nostra terra di Calabria, intercedi per noi,  perché possiamo avere anche noi la forza di essere  “umili operai nella Vigna del Signore”!

di Redazione | 06/10/2014

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